Il Cambiamento
Lorenzo Matteoli
22 Aprile 2013
Nel polverone seguito al crollo del PD va in scena il “si salvi chi può”, il “tutti contro tutti,” la dissociazione irresponsabile e infame, la miseria della denuncia dei compagni di ieri e tutto il catalogo delle vergogne purtroppo così tipiche della storia politica italiana.
Mentre un dignitoso silenzio dovrebbe essere obbligatorio per gli ex presidenti, ex segretari, ex vicesegretari, ex big autonominati, tutti i dimissionati o dimissionari parlano, dichiarano, sanciscono, dettano e non si sa bene a nome di chi o in forza di quale mandato.
Nessuno sembra aver ancora capito e compreso che il Partito Democratico non esiste più e che chi da le dimissioni non ha più mandato per parlare, decidere, giudicare, criticare, proporre.
Il processo di ricostruzione non è ancora cominciato, la polvere non si è ancora posata sulle macerie e ogni ipotesi su cosa potrà succedere è ancora fuori dal radar.
Che il PD fosse un partito privo di collante ideologico, storico e culturale era verità consolidata da tempo: aveva distrutto la matrice originale “comunista” per l’incapacità di denunciare l’aberrazione del socialismo reale, aveva massacrato ogni ipotesi di evoluzione socialdemocratica per la presunzione e l’arroganza storica tipica del DNA marxista/leninista, aveva fatto finta di aggiornarsi ipocritamente su uno schema liberista dal quale era assolutamente alieno. L’ultima associazione con le frange cattoliche della ex Democrazia Cristiana è stata alla lunga letale: due anime profondamente diverse non si sono mai saldate in una azione politica che di fatto non è mai nata. Di qui il galleggiamento inutile e vacuo degli ultimi dieci anni di politica inesistenza. Niente idee, niente programmi, niente “linea”, niente leadership, niente volontà di futuro percepibile da una base sempre più incerta, disorientata, abbandonata e alla fine arrabbiata.
La non vittoria del 23 febbraio e il comportamento dissociato nei 55 giorni di incarico esplorativo sono stati il corollario delle vicende seguite al congresso della Bolognina e dei successivi spasmi DS/PdS. Ma ora non si può più andare avanti nell’equivoco: bisogna prendere atto del fallimento storico del socialismo reale e dei suoi orrori, bisogna prendere atto della “non vittoria”, bisogna prendere atto del fallimento dell’incarico esplorativo, bisogna prendere atto della balcanizzazione del Partito, bisogna riscontrare le sue anime molteplici e contorte, bisogna ritrovare la sua base o le sue basi. Ma per molto tempo sarà dignitoso tacere e riflettere.
Un risvolto positivo della crisi è proprio la verifica che questa ha imposto al PD e la radicale revisione che ne conseguirà: un processo dovuto da tempo e sempre colpevolmente evitato da una dirigenza conforme e trasformista, di fatto conservatrice e reazionaria. Un pericolo evitato è quello di un governo a guida PD: la crisi interna e profonda del Partito Democratico avrebbe investito disastrosamente la condotta del governo imponendo al Paese altri anni di guida incerta e contraddittoria, di scarsa iniziativa e di poche e saponose idee. Niente di peggio in questa congiuntura nazionale e internazionale, e abbiamo già sofferto troppo per questa chiusura. Speriamo che il “governo di scopo” ci eviti una nuova era di contraddizione e incertezza.
Insieme alla presa d’atto e di coscienza del fatto che il Partito non esiste più i compagni dovrebbero fare un bagno di modestia e dismettere la sciagurata “presunzione di superiorità” che è stata la marca e la condanna della loro cultura politica per un secolo. Non sono diversi, non lo sono mai stati.
Purtroppo sono tutti processi che richiedono tempo e interpreti vigorosi: tempo ce ne è poco e figure di adeguata statura ancora non se ne vedono sulla scena del disastro. Quelle che ci sono non sono ancora riconosciute.
bellissimo , giusto, questo tuo commento sulla situazione del PD e dei suoi seguaci.
Il prossimo congresso del PD si terrà a Waco, Texas. I sopravvisuti si travestiranno da lemming per il salto collettivo in mare (in realtà quella dei lemming è una balla diventata metafora perchè saranno anche bestie, ma non tanto da suicidarsi in massa: ma in trinariciuti non lo sanno e nessuno ha gridato loro: “Contrordine compagni!”).
Il prossimo congresso del PD si terrà a Waco, Texas. I sopravvisuti si travestiranno da lemming per il salto collettivo in mare (in realtà quella dei lemming è una balla diventata metafora perchè saranno anche bestie, ma non tanto da suicidarsi in massa: ma i trinariciuti non lo sanno e nessuno ha gridato loro: “Contrordine compagni!”).