La malinconia livida di Barbara Spinelli
Lorenzo Matteoli
24 Aprile 2013
Barbara Spinelli (cfr Grillo e il Mito del volo di Ulisse su Repubblica di oggi 24 Aprile) legge la tormentata vicenda di sabato scorso come la “enorme sconfitta dell’Italia del rinnovamento” e quindi “il vistoso trionfo del demiurgo di Forza Italia.” Prosegue con la previsione del governo di larghe intese e quindi la vittoria del PdL, e, all’orizzonte non lontano, Berlusconi Capo dello Stato. Tradotto in termini reali il discorso della autorevole editorialista di Repubblica indicherebbe in un governo di minoranza Bersani-Grillo il trionfo dell’Italia del rinnovamento, in un Presidente Prodi o Rodotà la garanzia costituzionale, nel Partito Democratico con il Movimento 5 Stelle solidamente al potere la soluzione della crisi.
Una visione idilliaca molto lontana dalla realtà che solo la malinconia livida degli intellettuali che firmavano appelli a Grillo può coltivare.
Quale solidità potrebbe avere un governo Bersani-Grillo? Dove Bersani guida un Partito scassato e diviso che non gli crede e che non lo rispetta e dovrebbe governare con un movimento che lo ha sistematicamente mandato a farsi fottere per 50 giorni e che dichiara come programma politico lo smantellamento del sistema parlamentare e lo sfascio dei partiti come strutture rappresentative della volontà popolare? Quali leggi, quali iniziative sarebbero capaci di prendere i due pellegrini del potere? Quale rinnovamento potrebbe venire da una presidenza Prodi: l’uomo simbolo della casta e dei suoi privilegi, o da Stefano Rodotà il giurista organico del PCI, PDS, DS da una vita? Le ipotesi di un governo di programma, di scopo o di “larghe intese” sono definite apriori un “orrore”, mentre la violazione squadrista delle garanzie democratiche è garantita aprioristicamente come sicura matrice del “rinnovamento.” L’autorevolezza di Barbara Spinelli potrebbe essere spesa meglio che su queste fiabe.
Barbara Spinelli prosegue nella sua fantasia fissando la “morte della sinistra italiana prima innescata dal rifiuto di M5S di accettare un comune governo [col PD] e poi dal no del PD ai candidati di svolta.” Ma non era il M5S quello che garantiva il rinnovamento solo un paragrafo prima? E il “no” del PD è solo motivato da ripicca antagonista oppure ci sono solidi motivi che il PD (o gran parte del PD) conosce bene per non volere né Prodi Romano né Rodotà Stefano? E quale “svolta” avrebbero garantito due soggetti politici, PD e M5S, che hanno dimostrato di essere reciprocamente impermeabili a qualunque dialettica? Su questo Barbara Spinelli non spiega nulla. Dobbiamo credere sulla parola. Ci parla solo della enorme sconfitta della sinistra e dell’incredibile trionfo del demiurgo di Forza Italia. Non si è ancora resa conto che la “sinistra”, quella che lei chiama e ritiene sinistra, è morta dal congresso della Bolognina quando il giovane Piero Fassino responsabile della sala organizzò il tranello per il suo capo Achille Occhetto. Barbara non si è nemmeno resa conto di avere qualche responsabilità nella morte della sinistra insieme ai suoi amici intellettuali impegnati, quelli che da anni coprono ogni sorta di conflitto interno ai vari PCI/PdS/DS/PD, tollerano mostruose associazioni tra la sinistra laica ex comunista e i fondamentalisti cattolici a guida Rosy Bindi con la sola speranza di far fuori il centro moderato con i numeri, senza una vera struttura programmatica, senza idee e senza un vero progetto politico diverso dal “fuori te che mi ci metto io”. La vera matrice di tutte le ripetute sconfitte dell’agglomerato politico che si autodefinisce di sinistra, ma che in realtà da decenni è diventato un massiccio reazionario a guardia del potere occupato con la consociazione PCI/DC e dei privilegi conseguenti. Il terreno fertile nel quale hanno radicato spurie connivenze, corruzione endemica e conflitti di interessi monumentali l’ultimo, ancora da svelare compiutamente, quello del Monte dei Paschi di Siena.
Barbara Spinelli è la massima sacerdotessa dello “sciagurato senso di superiorità” che ha rovinato la sinistra Italiana da sempre, la convinta poetessa della “diversità” che non c’è mai stata e si comprende la fatica che fa per uscire dal personaggio. Con queste certezze sancisce, senza ombra di dubbio, che: ”l’accordo con Berlusconi è altro dalle grandi coalizioni tedesche e inglesi.” Perché? Cos’ha di diverso il partito conservatore inglese o il centro tedesco dal nostro centro moderato? Certo: la persona di Berlusconi. Come se non fosse possibile distinguere tra idee e persone, tra 9,92 milioni di elettori e Silvio Berlusconi. Non male per chi è stato capace di distinguere tra Stalin, Beria, Breznev, i carri armati e i Gulag e la splendida Utopia comunista. C’è qualcosa di malato in questo rifiuto, ma Barbara non sa leggerlo, resa miope e viscerale da una immagine coltivata per venti anni dalla stampa organica. Certo assistita dalle strampalate gesta del soggetto. La genialità della sindrome anti berlusconiana della sinistra e della soi-disant sinistra è che sono riusciti a regalare al Berlusconi un vantaggio enorme proprio con gli atteggiamenti di rifiuto che hanno imposto al segretario Bersani: il PdL esce con l’immagine del partito ragionevole e disponibile, senza blocchi pregiudiziali, mentre il PD esce con l’immagine del pregiudizio e del blocco irragionevole, della tenace volontà di non riconoscere la realtà della prassi e dei numeri usciti dalle urne del 25 Febbraio. I sondaggi stanno già mettendo in evidenza le tragiche conseguenze di questa ottusa strategia per il PD o per quel che resterà del PD.
Un ultimo commento, scrive la Spinelli “ il Parlamento non ha saputo farsi portavoce dell’Italia che invocava Rodotà o Prodi, ha ucciso la idea stessa di rappresentanza…” Ma va là! Una grossa truffa giornalistica: non era l’Italia che invocava Prodi o Rodotà erano meno di 5 mila grillini su 28 mila votanti online. Una cifra insignificante rispetto ai milioni di elettori rappresentati dal PD e dal suo segretario democraticamente eletto. Non darei a Barbara Spinelli il beneficio dell’ignoranza su questo macroscopico dettaglio.
La sinistra italiana è malata, ma i suoi intellettuali organici e conniventi hanno una enorme responsabilità e Barbara Spinelli ne è da sempre il riferimento autorevole.
concordo, purtroppo…….