Maggio, 2, 2013
Lorenzo Matteoli
2 Maggio 2013
Tutti stanno un po’ con il fiato sospeso per vedere le prime mosse del Premier Enrico Letta e dei suoi ministri. Il momento è forse fra i più delicati nella vita della Repubblica. I dati conoscitivi sulla macroeconomia Europea sono confusi: il partito dell’austerità è obbiettivamente in difficoltà perché la “via austera per la crescita” si sta dimostrando impercorribile, ma non si può dire che la “via keynesiana” sia già indicata con chiarezza. Le strategie di “taglio” e di “spesa” non sono facili da delineare e saranno ancora più difficili da trasferire nell’operatività. Il nuovo governo di “coalizione” PD/PdL è un esperimento inedito per la cultura politica italiana, i due partiti che dovrebbero collaborare sono a loro volta divisi all’interno da differenze, tensioni e incertezze. Il PD sta rischiando la scissione se non addirittura la polverizzazione: dopo anni di martellamento sulla linea del “mai con Berlusconi” il passaggio alla collaborazione per molti è inaccettabile. Senza se e senza ma… la base è disorientata, per non usare termini molto più drastici, e i vertici non sembrano in grado di controllarne le pulsioni.
Dall’altra parte ….se Sparta piange, Atene non ride.
Ogni passo è una incognita, ogni svolta è pericolosa, l’equilibrio fragilissimo del Governo è in gioco su ogni dichiarazione, parola, pensiero, atteggiamento e basta poco per provocare disastri.
Il quadro richiederebbe fermezza, nervi saldi e un severo controllo delle “parole”. Riesce difficile comprendere la smania di dichiarare, attaccare, sparare a zero, e comunque dimenarsi e agitarsi per solleticare la reazione dei media e mettersi in mostra con atteggiamenti inutilmente polemici e petulanti per catturare l’attenzione o l’affetto della “base” eccitandone, se ce ne fosse bisogno, la irritata frustrazione.
Sono atteggiamenti che leggiamo sulla stampa tutti i giorni e che appartengono a tutto lo “spettro” del teatrino. Sarebbe meglio lasciare questo campo ai soggetti estremi e caratterialmente portati alla ansiosa ricerca di immagine e spazio mediatico e non c’è bisogno di fare nomi: basta aprire un giornale qualunque.
Chi appartiene ai due partiti che stanno cercando di affrontare i problemi drammatici del Paese dovrebbe essere più tranquillo e contenere l’ansia di sculettamento mediatico. Senza far mancare ovviamente il contributo critico e il commento politico serio e competente.
Questo anche perché l’opinione pubblica si è stancata di quello stile e di quella scuola. Per dirla in termini forse più facili da capire per la cultura degli sculettatori: più ci si agita, più si strilla, più si aggredisce…più si irrita la gente, e più si perde credibilità, e voti.
La gente invece vuole e ha bisogno di contegno, serietà, competenza.
Daccordo con te. Va aggiunto che questi incoerenti che non si sanno disciplinare e si agitano l’uno contro l’altro a poche ore di aver votato per un nuovo governo, sono del tutto ridicoli. Quello che perde veramente e’ il paese, la sua economia e la reputa all’estero. Giusto anche il tuo commento su Dario Fo che io trovo un vero ‘pain in the arse’.
Antonio
SI
laura operti