Più coraggio, più visione, più competenza
Lorenzo Matteoli
3 luglio 2013
Sembra che soggetti professionali capaci e competenti, tecnici dimostratisi validi e intraprendenti nella società d’impresa quando vengono chiamati a responsabilità di governo perdano qualunque “quid”: segnale creativo piatto, capacità di iniziativa pallida, pensiero di impresa castrato, attività critica sonnolenta. Deve essere proprio la pratica dimostrazione del principio di Northcote Parkinson: “ognuno viene promosso fino al suo livello di incompetenza” ergo siamo governati da soggetti al top della loro carriera e quindi assolutamente incompetenti per il compito di governo al quale sono finalmente approdati. Recenti esperienze italiane sono emblematiche il professor Mario Monti, il ministro Passera, la Ministra Fornero ma anche ministri dell’attuale governo di emergenza sembrano partecipi della sciagurata figura a giudicare dalle norme che propongono e inventano.
Dunque con la rata annuale del finanziamento Europeo per incentivare l’occupazione giovanile secondo i calcoli fatti da Tito Boeri si potranno impiegare poco più di 28 mila giovani all’anno: il 4.3% circa della popolazione giovanile disoccupata.
Resta da chiedersi quale imprenditore avrà voglia di assumere un giovane a tempo indeterminato per un incentivo di 7800 Euro, di durata limitata nel tempo.
Se l’imprenditore non ha lavoro non assumerà nemmeno in presenza di incentivi e molto poco probabilmente con quelli citati.
Non si può dare torto a coloro che non prevedono grandi conseguenze per queste misure che tradiscono la logica più elementare.
Il lavoro si crea con la promozione della domanda di beni e servizi non aumentando in modo fittizio l’offerta di lavoro in un mercato deserto di domanda e soffocato dalle tasse.
I nostri politici sono chiusi nelle loro bottiglie ideologiche e sono convinti che le cose accadano perché vengono scritte nei loro decreti.
Se così fosse non ci sarebbe alcun problema: basterebbe decretare che ogni cittadino italiano è ricco e benestante, per risolvere ogni problema. Una cosa che non è molto lontana dalla realtà visto che c’è qualcuno che pensa seriamente di risolvere i problemi con “il salario di cittadinanza”.
Molto più corretti in linea di principio, ma deboli sul piano della dote economica di incentivazione i due decreti Dl 22 giugno 2012 n. 83, Dl 4 giugno 2013 con i quali si reduce l’IVA sulle opere di manutenzione edilizia.
La manutenzione edilizia è un processo diffuso sul territorio che interessa le PMI e singoli artigiani, i produttori di materiali edili e di servizi per l’edilizia e quindi investe un enorme sezione del PIL italiano.
Il suggerimento era stato dato fin dal febbraio 2009 in occasione di un convegno internazionale svoltosi al MADE di Milano (Cityfutures) organizzato dalla SITdA (Società Italiana di Tecnologia dell’Architettura). Nel comunicato stampa di chiusura di quel convegno gli esperti provenienti da tutto il mondo avevano dato precisamente quel consiglio:
Dalla due giorni di Cityfutures 2009 emerge, condivisa da tutti gli intervenuti, una forte indicazione per una strategia di intervento di rapida attuabilità: investire il massimo possibile delle risorse disponibili in una campagna di manutenzione ordinaria e straordinaria su tutto il parco edilizio, residenziale, terziario, scolastico e ospedaliero. La campagna, finalizzata specificamente alla ottimazione energetica e ambientale degli edifici, avrebbe una enorme immediata potenzialità agli effetti del rilancio dell’economia reale, dell’occupazione, della promozione degli investimenti privati operando in modo diffuso su un complesso di centinaia di migliaia di aziende del settore edilizio e dell’indotto edilizio che rappresentano 2-3 milioni di posti di lavoro in tutto il Paese
La campagna manutentiva proposta, a differenza di altre proposte di investimento, potrebbe partire immediatamente con gli interventi alla scala dei singoli edifici e proseguire in modo continuo e crescente con gli interventi alle scale dei sistemi insediati via via più complessi.
Secondo gli autorevoli speaker, con questa iniziativa l’Italia si candiderebbe a essere la più innovativa tra le nazioni sviluppate nel varare il proprio piano Marshall per trovare soluzioni immediate che fondono: lavoro, investimento, ritorno economico, ritorno ambientale.
Oltre alla partenza immediata e la significativa rapida efficacia di spinta sull’economia e sull’occupazione, la campagna avrebbe come ritorno a breve e medio termine una riduzione dei consumi di energia valutabile fin d’ora intorno al 20% dell’energia attualmente assorbita dai settori interessati (residenze, uffici, scuole, ospedali) intervenendo su tutte le tecnologie: involucri, serramenti, esterni, elettrodomestici, illuminazione, riscaldamento, condizionamento, reti elettriche, reti idrauliche, riduzione dei rifiuti urbani solidi, trattamento delle acque reflue, etc.
Tutti gli esperti intervenuti hanno sollecitato l’attenzione del decisorio politico per predisporre una corsia privilegiata di grande priorità a questa linea operativa. (Milano 3-4 Febbraio 2009)
Il suggerimento era stato portato direttamente all’attenzione del Governo Berlusconi dalla Presidenza del MADE, ma il tempo per arrivare alla prassi è stato di quasi quattro anni e l’attuazione, oltre che tardiva, ha visto una strumentazione finanziaria debole a fronte della enorme potenzialità che la leva normativa avrebbe potuto innescare.
Lo stesso vale per la reiterazione del DL in data 4 Giugno 2013: in principio corretto ma debole sul piano degli strumenti di implementazione.
Lo riporto come esempio di azione normativa capace di “creare domanda” e quindi innescare un ciclo economico e occupazionale virtuoso molto più efficace della detassazione delle assunzioni astratta da interventi sul versante della domanda di manufatti, servizi, e opere. La spinta forte sulla manutenzione del parco costruito avrebbe inoltre un significato più ampio degli interventi sull’occupazione giovanile perché interesserebbe anche soggetti più anziani per i quali perdere il lavoro è tragedia molto più crudele della disoccupazione dei giovani.
Concordo con la tua posizione. Anche secondo me oggi c’è bisogno di aumentare la domanda non l’offerta e la manutenzione rappresenta lo scenario su cui impegnarsi.A Napoli avevo avviato con successo un corso di laurea specialistica in Manutenzione e Gestione edilizia ed urbana che con poca lungimiranza i miei colleghi hanno deciso di chiudere. Ora forse qualcuno si accorgerà che la mia tesi era corretta!!! Mai disperare!!!!!