Una vicenda emblematica: lo stadio di Torino

 

Come avvertivo i lettori del mio blog qualche settimana fa è uscito un libro  anzi un e.libro sulla vicenda dello Stadio di Torino, dalla costruzione del primo Stadio delle Alpi all’attuale rifacimento Juventus. L’autore è Maurizio D’Angelo e il libro si trova a:

http://www.lulu.com/shop/search.ep?keyWords=operazione+delle+alpi&categoryId=200221

Vale la pena comperarlo e leggerlo per avere una idea di una significativa vicenda Italiana e Torinese degli anni 90 e successivi. Il libro è documentato in modo rigoroso e dettagliato. Splendidamente sintetica la conclusione finale. Forse dopo venticinque anni (1988-2013) vale la pena ricordare la vicenda che è un emblema di diverse cose:

  1. Come a Torino nel 1990 si è riusciti a costruire una grande opera pubblica  con la procedura della concessione impiegando il minimo assoluto di denaro pubblico rispetto alle altre città italiane (43 miliardi di lire: il 20% di quanto speso dalle altre città che costruirono stadi per i mondiali di calcio del 1990);
  2. come si è riusciti a rompere il soffocante e costoso monopolio della Fiat e delle imprese a lei collegate sulla piazza di Torino con la procedura della concessione che spiazzò, a favore di imprese esterne, le offerte speculative e inaccettabili delle imprese torinesi;
  3. Come si è riusciti a costruire lo stadio nei tempi previsti e nel budget previsto senza tangenti, senza corruzione (a parte 50 milioni spesi dalla FIAT per un membro della commissione consiliare incaricata di scegliere il concessionario), senza aumenti in corso d’opera più o meno conniventi (prassi italiana corrente);
  4. Come la scelta dell’area  nel Nord Ovest di Torino (della Cascina Contina) si sia dimostrata nei venticinque anni trascorsi di eccezionale validità per la lungimiranza e il vigore degli amministratori della Giunta Magnani Noja (Bepi Dondona, Andrea Galasso, Lorenzo Matteoli);
  5. Come La Stampa, Repubblica  e il PCI torinese abbiano osteggiato questa scelta per settarismo interessato (il PCI) e per servile incompetenza (i giornali);
  6. Come sulla vicenda La Stampa di Torino e Repubblica foglio torinese abbiano sempre imbrogliato i Torinesi deformando fatti e vicende, tacendo, e manipolando artificiosamente tutto il processo di informazione, con la servile intenzione di assistere la FIAT e “i poteri forti” torinesi;
  7. Come la magistratura torinese dopo avere indagato per più di dieci anni abbia archiviato la vicenda con un non luogo a procedere: senza che la stampa abbia dato notizia della cosa;
  8. Come l’arbitrato richiesto dalla Concessionaria che voleva 250 miliardi di lire sia finito senza che praticamente nulla le venisse concesso dall’Arbitro, di nuovo senza che la notizia sia mai apparsa sulla stampa torinese;
  9. Come l’Arbitro nel suo “lodo” irrituale abbia riconosciuto la condotta rigorosa ed impeccabile della Amministrazione cittadina;
  10. Come con la compiacenza o la disattenzione di diversi sindaci torinesi la Juventus sia riuscita ad appropriarsi per pochi milioni di Euro di un patrimonio immobiliare del valore di diverse centinaia di milioni di Euro;
  11. Come sulla vicenda non ci sia stato nessun intervento della magistratura torinese peraltro più volte avvertita e sollecitata;
  12. Come nessun editore italiano abbia voluto pubblicare il libro di Maurizio D’Angelo e nessuna azienda di Public Relations Torinese abbia voluto occuparsi della promozione del libro a Torino e nemmeno di organizzare conferenze stampa di presentazione;
  13. Come la città di Torino sia ancora oggi vittima del potere della Fiat e della stampa al servizio del Fiat e come questa subalternità abbia come immediata conseguenza il danno dei contribuenti e dei cittadini di Torino per il vantaggio di pochi.

Sono passati venticinque anni e forse  oggi si può rimediare il torto fatto ai torinesi e alle molte persone oneste che sono state subdolamente calunniate dalla manipolazione della stampa. Alcuni sono morti (Bepi Dondona, Maria Magnani Noja, l’ing. Brizio, l’ing. Micheletta) recuperando i brandelli di verità nascosti e correggendo le bugie e i conniventi silenzi. Prima che tutto venga dimenticato e sotterrato nel passato. L’utilità mi si chiederà? Imparare la lezione e cercare di evitare altri errori a causa delle stesse debolezze. Potrebbero essere due cose importanti non solo per l’etica ma anche per l’economia.

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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3 risposte a Una vicenda emblematica: lo stadio di Torino

  1. Ada Odino ha detto:

    La storia, molto spesso rende giustizia ai suoi protagonisti !

    Inviato da iPhone

    >

  2. Luciano ha detto:

    Grazie Lorenzo.

  3. claudia ha detto:

    ho riletto Candide, te lo consiglio ,
    Voltaire aiuta
    un abbraccio, Claudia

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