Lorenzo Matteoli
14 Ottobre, 2013
La riflessione di Luca Ricolfi di oggi su La Stampa provoca altre riflessioni sulla frustrazione di tutti quelli che sentono in qualche modo l’imperativo di fare qualcosa per innescare il rinnovamento del paradigma generale italiano necessario e urgente prima che le cose diventino tragedia. Ed è forse già troppo tardi. Dobbiamo infatti dare per scontato che anche questa ultima svolta parlamentare (diarchia Letta-Alfano) non aprirà opzioni di rinnovamento: gli uomini sono gli stessi, sia a destra che a sinistra, le loro storie e culture non sono cambiate dopo il 2 di ottobre e non cambieranno nel futuro di breve termine. L’unico futuro disponibile prima di scadenze irreversibili. Quindi ci aspetta, mistificato in qualche modo, o esplicito, un nuovo fallimento come quello di Monti e di Letta1. Nessuna riforma, nessun taglio significativo, nessun cambiamento allo sconquasso di spreco che connota il nostro bilancio da 40 anni a questa parte. Declino sempre più rapido.
A questo punto l’unica cosa che ci resta da fare per evitare la malinconia evocata da Luca Ricolfi è divertirsi con scenari di fantapolitica. Senza pudore né remore.
Vediamo dunque qualche ipotesi.
Se l’ultimo parlamento di naufraghi della vecchia repubblica sarà riuscito ad approvare una nuova legge elettorale si andrà a elezioni. Se non ci sarà riuscito la Corte Costituzionale, con l’ennesima supplenza politica della Magistratura, avrà provveduto a riabilitare il “mattarellum” e con quello si andrà a votare per eleggere molto probabilmente Matteo Renzi, se i dinosauri del PD non l’avranno fatto fuori durante le campagne prossime venture (Primarie, Congresso del PD e campagna elettorale prossima ventura). Matteo Renzi infatti è l’unica “valenza libera” rimasta sulla scena, escludendo per scaramanzia Grillo e considerando l’iterazione di governi Letta una non-opzione. Cuperlo è un non scelta e Pippo Civati troppo debole dentro il PD e fuori.
Se Renzi non ce la facesse e si dovesse verificare la stessa impasse attuale (30+30+30%) ci sarà un’altra palude di “larghe intese” e alla fine il commissariamento UE. Che non si sa bene quali forme politiche e organizzative potrebbe avere: ma che sarà comunque nefasto per la incultura della burocrazia Europea e per la pesantezza delle condizioni di cretinismo economico (cfr Antonio Gramsci) che saranno imposte al Paese (Grecia docet moltiplicata per 10). Queste le due incognite: la colonializzazione UE e la Renzicrazia. Escludendo come ho detto per scaramanzia una possibilità Grillo, che avrebbe se non altro il vantaggio interessante di essere una vera radicale novità peraltro di genere sconosciuto. Un vero salto nel buio: con la riserva che quasi tutte le cose che dice Grillo, quando non farnetica, sono corrette e destabilizzanti: non credo che ci sia qualcuno che non vorrebbe vedere cosa farebbe Grillo alla RAI, per esempio. Io per primo sarei molto interessato.
Non consideriamo Letta 3, 4, 5 perché sappiamo come potrebbero governare e non è una analisi interessante, lo stesso valga per Alfano 1, 2, 3…una opzione grigia. Quindi la domanda chiave è come potrebbe governare Renzi.
Risposta: dipende molto da chi sceglierà come ministro per l’economia: le plausibili opzioni sono Francesco Giavazzi, Michele Boldrin, Pietro Ichino, e dalla maggioranza che riuscirà o a mettere insieme o che verrà votata con lui: bulgara, o più o meno compromessa verso destra o verso sinistra.
Se questi nomi sono plausibili, se non altro come indicativi di un’area ideologica e di pensiero economico, basta vedere i CV dei tre nomi per avere un’idea di cosa ci aspetta. Quello che potranno fare è comunque condizionato dalla forza della maggioranza che uscirà dalle urne e varia dal nulla al massimo concepibile subito prima della ribellione di piazza.
Le alternative a questi scenari sono Grillo con un economista come Alberto Bagnai o un deprimente more of the same con Letta 3,4,5 con i fautori dei piccoli passi, avanti piano quasi indietro.
Grillo + Bagnai, con tutto il rispetto per l’intelligenza brillante di quest’ultimo, è una opzione molto preoccupante.
Tutto quanto si svolgerà accompagnato sullo sfondo dal lento svolgersi della tragica catarsi di Silvio Berlusconi che durerà per qualche anno ancora a meno che non decida di farsi trafugare su un suo executive jet in qualche lontano paradiso extradation free. Nessuno, con un minimo di buon senso, lo vorrebbe vedere in galera, per la dignità del Paese.