Lorenzo Matteoli
3 Maggio 2015
Dalla lettura dei giornali sembra emergere un generale e non contestato plauso al comportamento della polizia milanese perché con la sua strategia “morbida” “ha evitato il peggio”. Cioè il morto o i morti.
Un atteggiamento paragonabile a quello di chi loda il comandante Schettino perché con il suo comportamento ha evitato il peggio, cioè l’affondamento della nave in fondali profondi e i sicuri tremila morti.
Ovviamente, come sempre succede, a questa linea ufficiale si adegua tutta la stampa omologa e si lasciano all’opposizione più critica l’analisi e la conclusione corretta. Per poi dire…ma allora sei con Salvini…!!!??? Ma non è necessario dare il cervello al mucchio: un po’ di pensiero autonomo serve.
Ecco la mia analisi degli errori autonoma e indipendente. Se Salvini dice le stesse cose, e non lo credo, non importa. La mia differenza da Salvini è altrove e fuori discussione.
Il primo errore della Questura di Milano, o di chi ne aveva l’autorità, è stato quello di permettere la manifestazione della associazione No Expo il 1° maggio quando in quello stesso giorno era già prevista la giornata di apertura e inaugurazione dell’Expo e sicuramente la tradizionale manifestazione per la Festa del Lavoro del Primo Maggio. Senza chiedersi se tre manifestazioni di questa portata non siano troppe per una città anche grande e forte come Milano.
Un errore grave: si sa che ogni occasione di grande visibilità internazionale è come il miele per l’eversione europea organizzata. Una manifestazione pacifica partecipata da qualche migliaio di manifestanti è la premessa da manuale per i Black Block che hanno bisogno di questo contesto per infiltrarsi prima, agire indisturbati e nascondersi poi. Sfruttando i pacifici utili idioti, più o meno coscientemente complici. Ci si chiede se sia necessaria una grande intelligenza per capire questa banalità.
Conclusione: il signor Luca Trada (presidente di No Expo) non avrebbe dovuto avere il permesso per la manifestazione No Expo il primo Maggio nello stesso giorno nel quale l’Expo veniva aperta.
Sapere chi è stato responsabile di questo permesso sarebbe interessante invece di nascondersi dietro la scemenza del “è stato evitato il peggio”. Poteva e doveva essere evitato tutto.
Secondo errore e aggravante del primo: dopo aver dato stupidamente il permesso ai No Expo la questura non si è accertata che la manifestazione fosse attrezzata e assistita con un adeguato servizio d’ordine competente e preparato. L’ingenuità o stupidità delle dichiarazioni del presidente della associazione No Expo Signor Luca Trada è agghiacciante. Ha detto:
“Non era nelle nostre possibilità né tanto meno nel nostro stile organizzare un servizio d’ordine per il corteo del primo maggio”.
Chi porta in piazza diecimila persone e non ha la possibilità di garantire un servizio d’ordine è un soggetto irresponsabile se non incosciente, o criminale. Ma la Questura milanese doveva accertarsene. La inderogabile necessità di servizi d’ordine è oramai un patrimonio conoscitivo consolidato di chiunque abbia un minimo di esperienza nell’organizzazione di eventi di folla. Anche gli organizzatori di un concerto rock di piccole bande locali si preoccupano del servizio d’ordine. I grandi performer internazionali si avvalgono di potenti strutture professionali, centinaia di operatori dotati di sofisticati mezzi di coordinamento interpersonale. Ma il servizio d’ordine non era nello stile del signor Luca Trada.
Terzo errore. Oramai si sa bene che ogni manifestazione che comporti grande visibilità mediatica attira l’organizzazione internazionale dei Back Block ai quali si aggregano i mentali locali. La Questura di Milano da mesi doveva avere pronte le schede dei soggetti fornite dalla polizie di Francia, Germania, Belgio, Spagna e Portogallo. Questi dovevano essere prima avvertiti e quindi intercettati al loro arrivo e nelle giornate precedenti al 1° Maggio, fermati ed espulsi: a centinaia. L’arresto di cinque dimostranti e la conferma del loro fermo dopo il “Sacco di Milano” è una manifestazione di patetica impotenza. Una ridicola barzelletta se non fosse una tragedia.
Dal quarto al decimo errore la totale mancanza di una efficace strategia sul campo: la polizia si muoveva stando a prudente distanza dai dimostranti con tattica assolutamente difensiva per non dire passiva. Non è necessario andare alla carica come tori imbufaliti (con il rischio del “morto”) per avere una strategia “attiva” ci sono molti modi diversi per contrastare e utilizzare la tattica di “hit and run” dei Black Block.
Purtroppo senza una documentazione dinamica completa della situazione del corteo nel suo percorso attraverso Pagano, Magenta, Carducci, Cadorna e dei movimenti dei “neri” infiltrati nel corteo dei babbei No Expo non è possibile svolgere una critica adeguata della tattica. Se si dividevano per fare massacri di vetrine e incendiare auto dovevano venire tagliati fuori per bloccarne il rientro nel gruppo. Ma, come dico, senza una documentazione dinamica e di dettaglio è impossibile fare commenti più precisi. Se la Questura di Milano non ha competenze di “guerriglia urbana” ci sono nella Facoltà di Architettura dei Politecnici di Torino e di Milano docenti ex sessantottini oggi professori ordinari (quasi in pensione oramai) che a suo tempo (negli anni 70) insegnavano le tecniche di guerriglia urbana. Sono anche sicuro che un’oretta su Google potrebbe dare utili indicazioni anche più attuali.
Chi ha imposto agli uomini sul campo la strategia passiva ha una grossa responsabilità e non sto invocando condotte di pericolosa aggressività: solo intelligenza e tattica adeguata su terreno.
Undicesimo errore Non aver presidiato le banche, bastava una camionetta parcheggiata a venti centimetri dalle vetrine.
Dodicesimo errore Non aver fornito (adeguatamente fatturato) un servizio d’ordine d’ufficio in supplenza agli sciocchi “pacifici” utili idioti manifestanti di No Expo.
Tredicesimo errore Non aver infiltrato la manifestazione No Expo di agenti in borghese muniti di GoPro Soni per documentare i movimenti di entrata e uscita dei neri e le quasi sicure passive connivenze dei pacifici babbei.
Quattordicesimo errore Non aver presidiato lo scioglimento del corteo: come hanno fatto a “sparire” 500 neri infiltrati, senza lasciare traccia?
Può darsi che il mio elenco di errori sia dilettantesco. Sicuramente tutti gli errori dopo il primo potevano essere evitati se non fosse stato fatto il primo macroscopico sbaglio di consentire la manifestazione No Expo lo stesso giorno dell’inaugurazione dell’Expo e della Festa del Primo Maggio. Un gesto di lampante, incomprensibile o stupido autolesionismo dettato dal timore di non essere “democratici.” La Correttezza Politica spinta all’assurdo, il buonismo di nota matrice che è riuscito ad inquinare anche la Questura di Milano.
Bastava dire ai No Expo, la manifestazione la fate tre giorni dopo, a parte il fatto che vietarla seccamente sarebbe stato più giusto, logico e rispettoso di un evento per il quale Milano e l’Italia hanno speso miliardi. La manifestazione No Expo era una voluta, arrogante provocazione e una stupida offesa a Milano, un monumento al più gretto reazionario qualunquismo. Ci sarebbero state molte valide ragioni per vietarla.
C’è qualcuno che sappia leggere il mondo alla Questura di Milano o sono tutti boldrinizzati?
Ma dai, non è successo niente, alcune vetrine sfondate, qualche negozio disordinato, qualche automobile abbruciata, forse un milione o due di danni, e grande pubblicità per lExpo
Marco
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Grazie Lorenzo detto Nicchio, sempre più’ daccordo
TIM: la tua mail in mobilità con il BlackBerry®
Caro Nicchio, apprezzo la serena e corretta analisi sui fatti recenti accaduti a Milano.
Nulla da aggiungere se non quello che hai detto Tu: “Bastava dire ai No Expo, la manifestazione la fate tre giorni dopo, a parte il fatto che vietarla seccamente sarebbe stato più giusto, logico e rispettoso di un evento per il quale Milano e l’Italia hanno speso miliardi!”
Quando si è in ballo si deve ballare e…..bene il più possibile nell’interesse di tutti!
Fritz