Sto con Tito Boeri

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Lorenzo Matteoli
6 novembre 2015

Due recenti episodi fanno riflettere sulla deficienza del Governo e in particolare sulla subalternità di Matteo Renzi alle pressioni di poteri elitari e di minoranze privilegiate, a parte “le donne belle e decise” citate dal senatore Mineo.
Sono oramai troppi i casi di “malagiustizia”, processi orchestrati da magistrati che inseguono personali ideologie, ansiosi o convinti assertori del loro diritto di strumentalizzare a scopo politico il loro potere istituzionale. Le umiliazioni che il sistema giudiziario italiano ha subito negli ultimi venti anni a causa della perversa gestione di alcune sedi e soggetti magistrali non si contano.
Un capo di Governo non può restare inerte di fronte a questa sistematica aggressione della credibilità di una fondamentale Istituzione dello Stato Democratico e lo stesso valga per il Presidente della Repubblica che è direttamente responsabile come Magistrato Supremo di quella Istituzione: quanto tempo dovremo aspettare per vedere una credibile riforma del sistema e una ferma applicazione degli strumenti disciplinari per arginare la devianza?
Non è ingiustificato il sospetto di un potere esecutivo “ostaggio” del potere giudiziario, bloccato dal timore di ritorsioni e vendette. Un Presidente del Consiglio e un Parlamento sotto lo schiaffo delle frange devianti della Magistratura dovrebbe preoccupare il Senatore Mineo, e non solo lui, molto di più di altre vaghezze da decadente salotto.
L’altra grave inadempienza e segno di debolezza del Governo e del suo Primo Ministro è la bocciatura della recente proposta di Tito Boeri presidente dell’INPS di rivedere il sistema pensionistico per impostarlo a una maggiore equità. Il “welfare” italiano sta portando il Paese alla bancarotta e Boeri ha indicato misure sopportabili e, più che giuste, “dovute” e urgenti per cambiare la tendenza fatale. È vero che la correzione delle pensioni dei super-privilegiati da 10 mila, 20 mila e oltre Euro al mese non è significativa agli effetti del quadro globale (avrebbe peraltro una portata emblematica di grande forza), ma l’intervento graduale, equilibrato ed equo sulle pensioni al di sopra dei 3500 Euro al mese avrebbe significato importante e determinante per riequilibrare un sistema che ha subito negli anni sistematica violenza demagogica e di privilegio.
I due problemi schematicamente accennati sono fortemente sentiti dalla grande maggioranza degli Italiani e ignorarli è una pratica di sicuro suicidio politico.
Resta una plausibile interpretazione: la battuta del Presidente dell’INPS, autorizzata dal Governo e definita “interessante ma inapplicabile” potrebbe essere una forma di sondaggio preliminare: l’inizio di un processo di formazione dell’opinione pubblica.
Si tratta di “stare a vedere”.

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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