5 Dicembre 20915
Il discorso di Roberto Vecchioni agli studenti di Palermo e’ stato un discorso sincero, appassionato, vigoroso e diretto. Evidentemente i siciliani non sono abituati da secoli a sentirsi dire le cose come stanno: vanno sempre confezionate nella fumosa ipocrisia della cultura locale. Citare la Magna Grecia, la grande civilta’ dei Normanni in Sicilia, Ruggero e Costanza, Federico Secondo di Hohenstaufen… per nascondere la attuale tragedia di generale connivenza mafiosa, ciabattoneria sociale, trentamila guardie forestali, sprechi amministrativi, corruzione e via di seguito con il consueto rosario.
Ha fatto bene Vecchioni a dire sinceramente quello che pensava: servira’ a poco, ma almeno si e’ aperto un varco nel muro del compiacimento farlocco.
E io da Siciliano di nascita sono con te, Lorenzo.
Aggiungo solo che queste cose ai Siciliani sono state dette da tanti, fra cui il grande Giuseppe Tomasi (Il Gattopardo). Purtroppo i Siciliani, anzi direi molti italiani, sono sordi a critiche di questo tipo.