Ancora sui maschi di Colonia

Il mio commento all’articolo di Ida Dominijanni è stato obbiettivamente difficile da leggere e alcune mie affezionate lettrici me lo hanno fatto presente.

Ecco dunque una redazione “pastasciutta” semplice e chiara dell’analisi del componimento dominijanniano e del mio concettino critico.

Dominijanni scrive che:

“Assumere lo stato dei rapporti fra i sessi e la libertà femminile come indici dello stato di una civiltà…”

È una cazzata, ma poi conclude il suo pezzo scrivendo che bisognerebbe:

“leggere il disordine mondiale nei termini di una crisi planetaria del patriarcato…”

 …e non si rende conto che i due concetti sono omologhi (se non la stessa cosa identica perchè il “patriarcato” è una precisa e specifica connotazione del “rapporto fra i sessi” ) e sono tutti e due una semplificazione puerile e strumentale…

Ovvero: Ida Dominijanni propone, in  conclusione del suo articolo,  la stessa cosa che poche righe prima ha denunciato come cazzata.

E io commento e contesto:

  Ma perché mai dovremmo fare questa lettura riduttiva e quasi puerile della complessità del “disordine mondiale”?

La crisi planetaria del patriarcato, ammesso che esista e sia isolabile questa categoria, è una frangia particolare, specifica, variamente locale di una vasta congerie di tensioni, poteri, economie, culture, religioni, pregiudizi, ingiustizie, sperequazioni accumulate in qualche secolo di storie. Non solo in Occidente. Volerla identificare e assumere come categoria fondamentale di lettura della attuale complessità planetaria è un esercizio riduttivo e deformante che necessariamente si concluderà con immagini riduttive e deformate. Inutili e anzi pericolose per la comprensione di quello che sta succedendo. Ammesso che qualche generale “comprensione” sia legittima e possibile.

 Dominijanni pasticcia con le parole, e confonde se stessa, per proporre il suo teoremino vetero-femminista che tutto il disordine mondiale dipende dalla dominazione dei maschi (i.e. il patriarcato).

Io ritengo che le cose siano un po’ più complesse.

Tutto il dibattito è partito dai “fatti di Colonia” quando la notte di capodanno 2016  qualche dozzina di maschi denunciati come  “mussulmani” hanno inseguito e aggredito giovani donne tedesche toccandole nelle parti intime e strappando mutandine e reggiseni nella piazza della stazione di Colonia.

Qualificare come manifestazione di “patriarcato” il comportamento maialesco di ipotetici musulmani arrapati e forse ubriachi mi sembra un tentativo di nobilitare culturalmente una manifestazione molto più banale: si tratta infatti di maschi eccitati per digiuno, fisico, culturale, cronico e sistematico di sesso.

Infatti le povere fanciulle islamiche coperte da capo a piedi di neri soffocanti sacconi, castrate nei genitali dalla cultura tradizionale della infibulazione per azzerarne la sensibilità sessuale, controllate come schiave dalla struttura familiare di padri, madri e fratelli assatanati da moralismo coranico, sono notoriamente poco disponibili e anche poco appetibili, anche nude, come “freiwild”  sessuale. Le poverette che cedono alla dolce e giusta pulsione vengono in genere punite con la morte per lapidazione o peggio.

Rispettateci! Anche se nude non siamo selvaggina disponibile !!!

La conseguente crudele, coatta astinenza del maschio islamico lo costringe a pesanti pratiche di autoerotismo e, con maggiore regolarità di quanto non sia ammesso, a soddisfare gli appetiti ormonali nella segreta e intima mutualità reciproca di compagnie maschili.

La vista delle libere, bionde fanciulle di Alemannia la notte di Capodanno ha fatto il resto, ma ci voleva poco per provocare la coranica collettiva erezione e scatenare la bagarre.

 

È interessante la reazione del femminismo di maniera italiano (becero quello di Aspesi e Sgrena, più sofisticato ma contorto quello di  Dominijanni, colto e articolato quello di Marzano, nostalgico quello di Blasi) che invece di distinguere e collocare le vicende nel giusto contesto, ha colto l’occasione per fare una generalizzazione puerile: sono tutti uguali i maschi italiani, yemeniti, pakistani, egiziani….etc.

Il vero mostro da combattere è il “patriarcato” mondiale solo responsabile dei guai del Pianeta.

In questo modo la soi-disant sinistra vetero-femminista evita di dire pane al pane e vino al vino e di denunciare il moralismo fanatico coranico, le pratiche orrende della cultura tradizionale araba di tagliare (o strappare) il clitoride alle fanciulle, la condizione di frustrazione sessuale cronica del maschio coranico costretto alla masturbazione individuale o collettiva in attesa delle 72 vergini (possibilmente non coperte da burqa e non infibulate) che lo aspettano, eroe, nel paradiso islamico. E così le nostre commentatrici concludono con la sciocca equazione sulla condizione femminile: Italia uguale Arabia Saudita. Quando l’ideologia massacra il buon senso e l’intelligenza.

 

 

 

 

 

 

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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2 risposte a Ancora sui maschi di Colonia

  1. Ornella Mariani ha detto:

    A me, Lorenzo caro, è sembrato corretto, puntuale e articolato come tutti gli articoli che scrivi. E’ che il femminismo è diventato un coacervo di isteriche che parlano politichese, senza alcuna cognizione di quel che dicono. Un abbraccio Date: Sat, 16 Jan 2016 00:40:46 +0000 To: ornmariani@hotmail.com

  2. Massimo ha detto:

    Caro Lorenzo, purtroppo ormai seguo le cose a saltoni specialmente se foriere di notizie da disturbanti a tragiche . Ho trovato assurdo questo scoppio di aggressività contro le donne in un unica città che sinora sembra non avesse avuto una particolare tradizione su questi fatti. Il tutto significa interventi 4/500 agenti a difesa delle donne per attutire il fenomeno distraendoli dalle funzioni organiche del loro mestiere che è quello di proteggere la città su tutti i fronti. Mi sembra inverosimile che la cosa sia stata organizzata proprio per distrarre la forza pubblica dalle sue funzioni caratteristiche generali per ottenere dagli organizzatori di questo casino più disponibilità nel commettere reati contro la proprietà.Prendila come una boutade ma il modo di delinquere si avvale sicuramente di mezzi di informazione istantanei e collettivi impensabili sino poco tempo fa (guarda come si sono intesi via mail i vari protagonisti delle varie primavere arabe…)

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