Filosofie e rivoluzioni

Lorenzo Matteoli
24 Febbraio 2016

Il libro di Jonathan Israel “Revolutionary Ideas: an intellectual history of the French Revolution”  nel quale  viene svolta la tesi molto precisa che la poderosa vicenda venne innescata con molto anticipo rispetto alle date di cronaca e alimentata durante il suo decennale svolgimento (1789-1799) dalle idee dell’Illuminismo di Rousseau, Voltaire, Diderot solleva una questione interessante e generale: sono le idee e le filosofie che muovono la Storia o le condizioni sociali ed economiche delle specifiche congiunture?

La miseria, la fame, le angherie dei dittatori e delle grette monarchie, le centinaia di migliaia di morti di guerre assurde perse scatenano le masse, creano sul campo i “capi”, provocano la ribellione e la inziale rivolta che si trasforma poi nel travolgente e inarrestabile uragano che alla fine spazza i vecchi regimi e porta al governo dei Paesi una nuova classe politica (o militare) dirigente capace di cambiare economie, società, progetti e la vita di milioni di persone per generazioni.

Oppure sono le filosofie e le visioni della ragionevole o radicale utopia che descrivono possibilità di vita migliore, di giustizia più giusta, di rispetto sociale degli Istituti per gli individui e viceversa, e di generale equità che, rappresentate al popolo da pensatori e leader capaci di comunicare, innescano la struttura ideologica della rivolta che poi si trasforma in inarrestabile uragano …

Una domanda solo in apparenza del tipo “uovo o gallina”: lo stesso Jonathan Israel che parte nel suo libro con la affermazione quasi assoluta del privilegio delle idee e delle filosofie, nel corso della sua narrativa riconosce le concause economiche e sociali, sempre mantenendo ai filosofi, ai “pamphleteers”, agli agitatori e ai capipopolo il ruolo di provocatori, di interpreti e di guida politica delle masse e degli eventi. Nel bene e nel male.

Scorrendo rapidamente le vicende dei grandi cambiamenti storici: Riforma e Controriforma, rivoluzione Americana, Francese, Russa, Cinese, la Magna Charta, il Risorgimento Italiano, l’avvento di Hitler in Germania e di Mussolini in Italia, la Glasnost e il crollo del regime comunista Sovietico, e la stessa Istituzione della Unione Europea non è difficile trovare negli anni che li hanno preceduti le tracce più o meno forti degli uomini, delle storie, degli ideali che ne hanno istruito la visione, la cultura e il progetto pratico e politico.

Lo svolgimento e la narrativa di ogni episodio è poi specifico e diverso e stabilire un privilegio preciso fra crisi fattuali scatenanti e humus ideale se non impossibile è difficile e i valori soggettivi dominano il giudizio. Personalmente sono portato a pensare che le idee anticipano sempre gli eventi: nel brodo culturale della storia il progetto, la visione e il desiderio di futuro sono ingredienti essenziali e continuamente presenti; affermare che lo provocano è una intuizione ulteriore improbabile, ma è anche difficile da negare.

Cosa sarebbe successo del Boston Tea Party senza le idee di Samuel Adams (1722-1803), Thomas Paine (1737-1809) e prima di loro il filosofo illuminista inglese John Locke (1632-1704). John Adams (1735-1826) secondo presidente degli Stati Uniti, nel 1818 scrive:

The Revolution was effected before the war commenced. The Revolution was in the minds and hearts of the people … This radical change in the principles, opinions, sentiments, and affections of the people was the real American Revolution.

Una opinione che supporta l’ipotesi di Jonathan Israel.

Se questa può diventare una ipotesi di lavoro vuol dire che nell’età che viviamo, nella cultura espressa o implicita della nostra società, nel pensiero comune della gente, nelle scuole, nelle università, nelle chiese, nelle fabbriche e negli uffici, nelle case della gente, nelle redazioni dei giornali e dei media si parla già nel senso di quella che gli illuministi francesi del 1780 chiamavano la “volonté generale” che in qualche modo, date le opportune circostanze e congiunture, innescherà il “cambiamento”. Usando questo nome perché è difficile oggi pensare a una “rivoluzione” con le connotazioni di radicalità e violenza che la storia del termine comporta. Una difficoltà che qualcuno potrebbe anche qualificare come “rimozione” dovuta alla condizione del pensiero moderato e “liberal”.

Ora è vero che nelle democrazie moderne il “cambiamento” è garantito in modo continuo dal dibattito parlamentare, dalla produzione o revoca di leggi e da procedure istituzionali che dovrebbero garantire l’aggiornamento e il ricambio delle classi dirigenti attraverso la liturgia delle elezioni, è anche vero che il graduale degrado degli istituti democratici negli ultimi 50 anni ha compromesso i processi di aggiornamento e ricambio delle classi dirigenti e di governo. Fenomeni di imbarbarimento corruttivo delle burocrazie e dei parlamenti hanno via via congelato i processi di verifica e di ricambio, se non dei singoli soggetti, certamente dei comportamenti delle istituzioni e delle strutture di governo. Nel quadro che si è consolidato anche forti volontà di riforma si scontrano con resistenze coriacee e impenetrabili quando non vengono assorbite e cooptate dal “sistema”.

Rimane l’istituto del ricambio elettorale, anche se mutilato da norme riduttive che limitano fortemente l’accesso di soggetti non cooptati dalle segreterie dei partiti, e dovrà essere utilizzato al meglio delle ridotte potenzialità residue. Il problema è quello delle “idee” che ne istruiranno l’uso e l’applicazione per consentire di nuovo la sua funzionalità di strumento di ricambio e aggiornamento della classe dirigente del Paese.

Per individuare dunque quale può essere l’embrione di volontà generale che si sta formando in Italia è necessario riflettere sui luoghi e sui modi nei quali questo embrione si genera e si forma oggi: la filosofia, la scuola, i partiti, i giornali, la televisione, i social media (Facebook, Twitter … etc.), le piazze e la strada.

La filosofia
I filosofi accademici “ufficiali” contemporanei si occupano o si sono occupati di astrazioni speculative estreme e assolutamente incomprensibili per il pubblico vasto: pensiero debole, decostruzione, grammatologia, “sapere intorno al senso dell’intero”, metafisica della presenza, fonocentrismo e logocentrismo… portare queste riflessioni sul piano della prassi e della guida di sistemi economici e  sociali è impossibile se non specificamente interdetto. Karol Marx si è occupato del collegamento tra elaborazione ideologica e prassi, e in tempi più recenti Herbert Marcuse (1898-1979)  con “One dimensional Man” e Ortega y Gasset (1883-1955) con il suo esercizio negativo sulla “Rivoluzione delle masse”. Sul versante della critica al materialismo storico significativa l’opera di Karl Popper (1902-1994) (La miseria dello storicismo). Sicuramente qualcosa del loro pensiero è percolato nella cultura corrente ma il vigore di quelle tracce è difficile da valutare e lo spazio sociale che ne è stato interessato è oggi limitato dopo la popolarità originale.

 

La scuola
Oggi la filosofia viene insegnata nei licei italiani (Classico e Scientifico) e nelle Magistrali per tutti gli anni del corso secondo programmi in modo che è rimasto più o meno lo stesso dai tempi della riforma Gentile sostanzialmente informato da un criterio storicistico: schematica cronologia e contenuto critico molto limitato. I segnali che il mondo della scuola manda al pubblico più ampio sono peraltro consistenti con il pensiero conforme, ma data la massiccia presenza della popolazione giovanile sui social media potrebbero esserci sorprese.

I partiti
La crisi dei partiti degli anni 1990 ha visto la decadenza e in pratica l’azzeramento del dibattito all’interno dei partiti italiani che era forse il luogo nel quale la visione concettuale delle idee incrociava i problemi di guida e di governo della società civile. Nei partiti e nelle “fondazioni” collegate ai partiti oggi si discutono strategie di breve termine su problemi congiunturali nell’ottica di preparare i “quadri” per intercettare quote di voto il più possibile consistenti. L’attività di ricerca e il dibattito sono in genere limitati alla gestione e interpretazione delle indagini di opinione: in altre parole è stato capovolto il rapporto tra il partito e la pubblica opinione. Mentre una volta il partito elaborava e proponeva visioni, manifesti e progetto alla pubblica opinione oggi il partito, abbandonato il ruolo di guida, cerca di capire la tendenza dominante della pubblica opinione sui diversi problemi allo scopo di istruire in modo conseguente i suoi programmi e il suo progetto politico. In linea di massima questa è la ragione dell’appiattimento del dibattito politico che è diventato un confronto tattico di breve termine più formale che sostanziale. Il target di popolazione raggiunto da questa attività è molto ridotto: i partiti in Italia non svolgono più il ruolo di formazione e di educazione dell’opinione pubblica di una volta (anni 1950 e 1960) e sono invece i più forti baluardi del pensiero conforme.

I giornali
Ogni giorno si vendono in Italia circa 4 milioni di quotidiani letti da una popolazione stimata in 22.5 milioni di lettori (fonte ADS Accertamento Diffusione Stampa, anno 2013) se tutti i lettori stimati dall’ADS leggessero i quotidiani in modo integrale seguendo non solo la cronaca locale, la pubblicità e gli annunci mortuari, ma anche il dibattito politico coperto dalle varie redazioni il dato indicherebbe una notevole maturità di una quota significativa (73%) dell’elettorato Italiano (aventi diritto al voto circa 50 milioni percentuale votanti 60% elettorato effettivo 30 milioni) ma è legittimo pensare che i lettori “integrali” siano molti di meno e che non ci sia totale sovrapposizione fra i lettori dei giornali e il popolo degli elettori: quanti lettori di giornali fanno anche parte degli assenti alle urne?

La televisione
“Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto.” (Karl R. Popper)

Sono circa 7.6 milioni gli spettatori che seguono la televisione sui maggiori canali (RAI e Mediaset) e lo share dei talk show, molto calato negli ultimi due anni, vede 1.5 milioni di spettatori per Ballarò di Giannini, 1.3 milioni di spettatori per 8 e mezzo di Lilly Gruber nel 2014, mentre La Gabbia si attesta sui 700 mila ascolti. Forse il peso dei talk show sulla formazione della “volontá generale” è meno importante di quanto si pensi, persa molta della popolarità dopo l’ubriacatura santoriana e il malcostume dei partecipanti usi a berciarsi addosso (vergognoso Brunetta che continua a gridare la stessa frase per impedire di parlare alla controparte). Resta invece forte il peso dell’immagine, pensiero, comportamenti, modelli culturali che la televisione confeziona e impone in modo subliminale che è fortemente sottovalutato e la battuta di Karl Popper è più che giustificata.

I social media su Internet
Su 35 milioni di utenti di internet in Italia ci sono 26  milioni di utenti Facebook che passano una media di 4.7 ore al giorno al computer. Cosa venga veicolato o possa venire veicolato su questa utenza in termini di idee, modelli di comportamento, costume, politica, valori, fantasie o quant’altro è difficile da sapere. Certo si tratta del fenomeno di interazione personale più importante che si sia mai verificato in Italia da sempre. Allo stato attuale delle conoscenze il combinato disposto del complesso sistema di informazione/interazione dei social media può dar luogo a fenomeni di forte devianza.

Qualunque sia la disaggregazione degli argomenti trattati dagli utenti di Facebook (e degli altri social media): storie personali, pettegolezzi, battute, immagini, commenti sulla congiuntura politica, sociale, economica è chiaro che il “messaggio” diretto e indiretto complessivo è determinante agli effetti della formazione di opinione, costume, idee, visione e della “volonté generale”.

Questo fenomeno è il vero elefante nel negozio di cristalli che nessuno vede e se lo si vede non si riesce a capire come si muove e cosa potrá rompere. Il pensiero comune risultante dai milioni di interazioni personali quotidiane sui social media potrebbe riservare grandi sorprese[1], specialmente se affidato a qualche dirompente sintetico messaggio capace di andare “viral” e raggiungere in modo convincente i milioni di soggetti. Un interessante ipotesi per gli esperti do comunicazione.

La strada e la piazza
La gente è preoccupata, confusa. Bombardata e spaventata dalle notizie sul debito pubblico insostenibile, a suo tempo dalla campagna sullo spread istruita e manovrata in modo strumentale, oberata di tasse, ingannata da discorsi e parole del Capo del Governo che non corrispondono alla realtà (ricordano per la irresponsabile leggerezza le battute di Maria Antonietta sulle brioches). La gente si interroga sulla inerzia del Governo sui problemi che lo stesso Governo denuncia. I tagli non ci sono, il debito aumenta, le tasse anche. Privilegi odiosi nei confronti di pochi non sono toccati e addirittura tutelati: pensioni milionarie, stipendi e liquidazioni multimilionari per manager incapaci di aziende pubbliche fallimentari, banche fallite che erogano finanziamenti pericolosi agli amici e ai compagni. Grandi banche gestite dalle clientele di partito alla bancarotta. Corruzione endemica a tutti i livelli. Conflitti di interessi diffusi e sistemici. Le Amministrazioni Regionali e di molte città quasi tutte ai margini della bancarotta. Migliaia di industrie piccole e medie che chiudono o esportano macchine e tecnologia nei Paesi dell’Est o in Asia. La disoccupazione a livelli drammatici, tragica quella dei giovani e dei cinquantenni. Il sistema giudiziario politicizzato, feudale, con schegge impazzite che abusano dei loro uffici per manovre di potere personale o di parte, nella indifferenza o ipocrita connivenza del massimo organo di controllo e del suo flebile presidente. Sullo sfondo di questa generale paludosa catastrofe la marea incontrollata di migranti, pochi rifugiati politici molti solo clandestini che arriva sulle spiagge di Calabria, Sicilia e isole: ospitati in strutture marginali, accolti in modo indiscriminato, irresponsabile con la copertura di una idea di “multiculturalismo” assurda e di fatto complice di regimi fascisti e ideologie fanatiche, reazionarie, razziste e sanguinarie. L’incubo di un terrorismo da fanatismo religioso che l’Europa aveva superato da secoli. I monumenti della nostra libertà democratica di pensiero, parola e di espressione aggrediti con attentati che massacrano centinaia di inermi cittadini. Pochi che osano denunciare la assurda invadente imbecillità di una ideologia lontana dalla realtà e contrabbandata come “di sinistra” di fatto ottusa e reazionaria. Su questo quadro di deprimente angoscia l’evasivo silenzio del Governo e dei suoi ministri che, con il Presidente del Consiglio, sembrano vivere in un altro Paese. Imperdonabile l’assenza di una visione, di un programma e di un progetto adeguato alla gravità dei problemi, il fumo della distrazione con riforme farraginose, finte e sbagliate e con polemiche antieuropee futili e inutilmente provocatorie.

Per questo cupo scenario economico, sociale e culturale è drammatica la totale assenza di una minima volontà di guida. La latitanza della classe dirigente e del Governo aumenta lo sconcerto e l’angoscia della gente e lo spazio per proposte estreme improbabili e pericolose.

Mentre il Titanic affonda il Governo si sfascia sulla “step child adoption”: un principio di civiltà importantissimo che interesserà, forse, 2000 persone in Italia. Gli altri 60.793.612 sono altrove.

Questi sentimenti sono molto radicati e diffusi, ma sono ignorati quando non criticati dal Governo, trovano riscontro da parte di rappresentanti che cercano di sfruttare la rabbia e la frustrazione della gente. Una maggiore attenzione alla realtà da parte delle istituzioni e del Governo sarebbe dovuta, recupererebbe un po’ di fiducia della gente, e ridurrebbe lo spazio potenzialmente eversivo dei margini estremi del dibattito politico.

L’Europa sta drammaticamente sottovalutando il problema del fascismo teocratico religioso del quale si è fatta incautamente sostenitrice una sinistra motivata da una ideologia di tolleranza multiculturale non dovuta a un fanatismo dogmatico e sanguinario e che applicare al problema specifico è irresponsabile se non criminale. Il prezzo di questa ideologica mostruosità puerilmente buonista lo pagheranno, caro, le future generazioni, e lo pagano adesso i veri rifugiati e perseguitati dei vari regimi.


Quello appena descritto è un Vaso di Pandora politico dal quale può uscire di tutto a seconda di quale “attrattore strano” incontrerà la traiettoria degli eventi:

Gli eventi che gli storici raccontano per descrivere il processo rivoluzionario, tutti causalmente concatenati quando visti dal futuro, nel nostro modello sono sintetizzati nelle diverse posizioni che il sistema occupa nello spazio degli stati, cioè dai punti della traiettoria che, appartenendo a un attrattore strano, non è in alcun modo prevedibile se non nel brevissimo termine, e mai con sicurezza.(Federico Butera, Rivoluzione: saltare da un attrattore strano a un altro.)

Scenari possibili
Ecco alcuni degli scenari possibili alcuni dei quali logicamente conseguenti:

Sovversione, rivolta, anarchia, Colpo di Stato, Putsch militare
Cambiamento radicale rigoroso
Cambiamento velleitario
Cambiamento ragionevole moderato
More of the same

Sovversione, rivolta, anarchia, Colpo di Stato, Putsch militare
Le elezioni non danno un risultato politicamente operabile, nessuna maggioranza possibile, il Governo in carica viene confermato per gestire la “ordinaria amministrazione” in condizioni di fragilità politica estrema. Tutto può succedere. Il Presidente della Repubblica dichiara lo stato di emergenza e incarica un Generale dell’Esercito di predisporre un Governo di Salute Pubblica. Blocco dell’immigrazione, deportazione migranti economici, controllo severo di infiltrazioni terroristiche. Svalutazione del 30% del debito pubblico in mano a privati nazionali. Le riserve auree della Banca d’Italia vengono messe gradualmente in vendita per ricomprare il debito sovrano dalle banche tedesche e francesi. Pesanti investimenti in manutenzione del territorio. Proteste e rivolte nelle piazze italiane. Ordine pubblico garantito dall’esercito.

Cambiamento radicale rigoroso
Taglio della spesa pubblica: riduzione stipendi dei pubblici dipendenti del 20%, tetto massimo di tutte le pensioni a 4000.00 Euro mensili, aumento di quelle minime mediante redistribuzione parziale dei margini realizzati, liquidazione di tutti gli enti inutili, pesanti investimenti in manutenzione del territorio, vendita graduale del 50% delle riserve auree per ricomperare il debito sovrano dalle banche francesi e tedesche. Divieto di esportazione di industrie e processi manifatturieri, rientro coatto, parzialmente sussidiato con esenzioni fiscali triennali delle industrie esportate negli ultimi dieci anni. Blocco dell’immigrazione, deportazione migranti economici, controllo severo di infiltrazioni terroristiche. Razionalizzazione spesa sanitaria delle regioni sulla base di indici nazionali unificati (base indici spesa sanitaria Trentino Alto Adige), Commissariamento Sanità Regionali inadempienti. Commissariamento Regioni con bilancio fuori controllo.

Cambiamento velleitario
Taglio drastico alla spesa pubblica, stipendi dei dipendenti pubblici dimezzati, pensioni ridotte del 40%, tesseramento dei generi alimentari di base (pane, farina, latte, olio, pasta, carne…) razionamento combustibili per riscaldamento e trasporto, investimenti pesanti in infrastrutture, manutenzione territorio. Liquidazione enti inutili. Commissariamento di tutte le Regioni. Regime monetario doppio concordato con Bruxelles, nuova Lira/Euro. Il 50% dei risparmi investito in riduzione del carico fiscale. Taglio del 40% degli stipendi nel settore privato concordato con i sindacati. Scioperi e disordini, occupazioni, dichiarazione stato di emergenza. Il Presidente della Repubblica chiede un governo di emergenza.

Cambiamento ragionevole moderato
Taglio della spesa pubblica, stipendi dei dipendenti pubblici ridotti del 10%, tetto massimo di tutte le pensioni 5000.00 Euro mensili, liquidazione di tutti gli enti inutili, il 30% dei risparmi investiti in riduzione del carico fiscale, indicizzazione spese sanitarie regionali (base indici Regione Trentino Alto Adige). Commissariamento Sanità Regionali inadempienti. Finanziamento innovazione tecnologica, progetto quinquennale di rilancio del manifatturiero italiano, divieto di esportazione di processi produttivi industriali, incentivazione rientro processo esportati. Blocco dell’immigrazione, deportazione migranti economici, controllo severo di infiltrazioni terroristiche. Taglio del 50% delle indennità ai parlamentari italiani in Europa, taglio del 50% indennità ai parlamentari italiani, revisione severa dei rimborsi spese ai parlamentari in Italia e in Europa.

More of the same
Controllo della spesa pubblica finto, Spending Review continuamente rinviata. Sprechi di sistema incontrollati. Corruzione endemica. Sprechi delle Regioni e degli Enti locali incontrollati. Immigrazione incontrollata. Privilegi delle pensioni d’oro intatti, sistematiche liquidazioni milionarie di manager decotti. Disoccupazione giovanile drammatica. Disoccupazione lavoratori maturi tragica. Amministrazioni Regionali alla bancarotta, sistema Giudiziario incontrollato, protagonismo di magistrati arroganti tollerato, tasse sempre più pesanti, drastici interventi di commissariamento della Unione Europea. Il Governo controllato dalla Troika: Banca Mondiale, FMI, Banca Europea. Il popolo in piazza, l’ordine pubblico garantito dall’esercito.

Sulla base degli scenari schematicamente illustrati si possono identificare le probabili maggioranze di governo e i probabili programmi.

Coalizione Lega – M5S
Coaliziione PD – M5S
Coalizione Centro – Destra – Lega
PD con appoggio esterno M5S
PD con appoggio esterno Lega
Monocolore PD

…e tutte le altre impossibili varianti

 

[1] Collective attention in the age of (mis)information

Delia Mocanu1, Luca Rossi1, Qian Zhang1, M_arton Karsai1;2 Walter Quattrociocchi1;3_
1 Laboratory for the Modeling of Biological and Socio-technical Systems, Northeastern
University, Boston, MA 02115 USA
2 Laboratoire de l’Informatique du Parall_elisme, INRIA-UMR 5668, IXXI, ENS de Lyon
69364 Lyon, France
3 Laboratory of Computational Social Science, IMT Alti Studi Lucca, 55100 Lucca, Italy
_ Corresponding Author E-mail: walter.quattrociocchi@imtlucca.it

 

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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