Quando il silenzio è d’obbligo

 

Di ciò che non si sa è meglio tacere. (Wittgenstein)

Capisco l’imbarazzo di un comico in una occasione tragica come quella della trasmissione dopo il massacro di Bruxelles, ma ci sono situazioni nelle quali il silenzio del comico è obbligatorio. Paragoni fra terrorismo e guerre, l’ipotesi del terrorismo come risposta al colonialismo o allo sfruttamento terzomondiale, si possono fare, se mai, in sede di valutazioni storiche più ampie e approfondite e con molte riserve, ma sono penose in cinque minuti di cabaret televisivo.

I valori nei diversi secoli e nelle diverse geografie sono difficilmente misurabili con il metro del presente e farlo comporta sempre falsificazione o, peggio, vergogna.

Crozza probabilmente per debito contrattuale non aveva scelta e ha dovuto comunque imbastire i suoi cinque minuti, dominato dalla paura di non essere sufficientemente “de sinistra”, ha toppato per miseria culturale e banale conformismo.

 

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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Una risposta a Quando il silenzio è d’obbligo

  1. giuseppe bognetti ha detto:

    Caro Lorenzo
    il tuo commento è perfetto
    Congratulazioni
    Beppe

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