Dichiarazione di voto sul Referendum
Lorenzo Matteoli 8 Ottobre 2016
Il dibattito sul referendum sta diventando politicamente ossessivo e sta deformando la sostanza delle scelte che saremo tenuti a fare il 4 dicembre.
Non sarà la riforma della Costituzione l’oggetto del voto referendario, ma la scelta dell’Italia che vorremmo.
Insisto, lo specifico dei quesiti è diventato assolutamente irrilevante: le polemiche settarie, la deformazione dei contenuti che le due fazioni hanno istruito e stanno imponendo al pubblico italiano hanno messo in primo piano due partiti politici e la loro contrapposizione.
Un confronto che non ha nulla a che vedere con la riforma proposta.
Da una parte il partito di Grillo, Brunetta, Santanchè, Bersani, Vendola, Cuperlo, Dalema, Berlusconi, Salvini, Raggi, Casaleggio Jr…una pericolosa aggregazione di populisti, nostalgici, vendicativi, frustrati con molti risvolti di ambiguità equivoci (speranza di sconfitti e trombati di tornare al potere, vendetta personale nei confronti di Renzi, facinorosità demagogica, incompetenza dilettantesca…)
Dall’altra Cacciari, Renzi, la Confindustria, le imprese, l’Italia moderata, borghese che lavora e produce, paga le tasse esose e si rende conto dei problemi strutturali del Paese.
Allo stato attuale dei numeri sembra che il NO sia in vantaggio per la facilità con la quale la demagogia fa presa sull’opinione pubblica conforme. L’attacco concertato a Renzi è diventato l’asse portante della campagna del NO.
Il dopo NO si presenta catastrofico: un governo grillino? Una coalizione di sinistra e populismo Salviniano con i reduci di Forza Italia? La Santanchè con chi? Bersani con chi?
Un pensiero agghiacciante.
Molti aspetti del SI e del Post SI sono indigeribili, ma nel complesso molto meno tossici di ogni idea del No e del Post NO.
La mia scelta?
Non voglio stare dalla parte di Grillo, Santanchè, Salvini, Brunetta, Bersani, Vendola….
Voterò SI sperando che vinca e che Renzi abbia finalmente imparato la lezione.
Sperando in una Italia dove Grillo sia ridimensionato e torni a scuola, dove Vendola sparisca, dove Salvini perda l’arroganza attuale e dove si possa ricostruire una classe politica decente e l’attuale armata Brancaleone vada finalmente a casa.
Il mio voto SI non ha nulla a che vedere con i quesiti del referendum che sono oramai diventati assolutamente irrilevanti.
Ogni argomento sullo specifico contenuto della riforma è diventato surreale e patetico. Sottili bizantine disquisizioni mentre sta arrivando uno tsunami ideologico/politico catastrofico.
Concordo: la riforma è pessima,
ma non è quello il problema.
Sto con Cacciari
nella cui posizione amara,
scettica e necessaria mi identifico totalmente.
Quindi SI
Sono pienamente d’accordo. Anch’io voterò si
Grazie!