Lorenzo Matteoli
5 Dicembre 2016
Ha vinto il NO.
A poco è servito il mio appello alla “maggioranza silenziosa” e gli altri appelli che hanno cercato di evidenziare la componente politica del referendum.
Bersani, Dalema, Grillo, Merloni, Berlusconi, Salvini hanno preso il 60% dei voti referendari.
Renzi, Alfano, Verdini hanno preso il 40%. Rispettivamente il 36% e il 24% degli aventi diritto al voto.
Per riflettere mettiamoci sopra qualche altro numero di dettaglio ipotetico.
Supponiamo che Berlusconi con Forza Italia abbia preso l’8% della torta, Meloni il 4%, Salvini il 18%, Bersani/Dalema e la frangia NO del PD 7%, sarebbe il 37% e il rimanente 23% sia andato a Grillo.
Questo giochino ipotetico ovviamente è senza fine perché Grillo reclamerebbe il 30%, Salvini il 25%, Bersani/Dalema e la frangia NO del PD il 15%, Meloni almeno l’8% e la somma sarebbe un impossibile 78%. Qualcuno è necessario si adatti alla matematica.
Il 40% del voto perdente invece si potrebbe analizzare in un 4% Alfano e in un 3% Verdini quote che lascerebbero a Renzi il 33% dei voti del SI. Da questa parte la matematica è meno opinabile.
La classifica finale del voto referendario disaggregato fra i diversi raggruppamenti, soggetti o “accozzaglie”, sarebbe
Renzi 33%
Grillo 23%
Salvini 18%
Berlusconi 8%
Bersani/Dalema 7%
Alfano 4%
Meloni 4%
Verdini 3%
Totale 100%
Questa analisi è comunque opinabile e si possono contestare tutte le percentuali ipotetiche, punto in più o punto in meno, ma la realtà non può essere molto lontana.
Non compare nella classifica la percentuale dei “poeti” che hanno votato con criteri costituzionali “duri e puri”. Brave e oneste persone, un po’ fuori dalla realtà italiana, che non si sono rese conto che di “jus costituzionale” nel referendum c’era rimasto poco o nulla, e quel poco è stato strozzato dalla campagna demagogica e deformante. È probabile che il voto dei costituzionali puri si sia proporzionalmente distribuito su tutto lo spettro del NO.
La frangia dissidente del PD (Bersani/Dalema): non sarebbe stata determinante, né per il SI né per il NO, se i miei numeri sono realistici.
Conclusione: il referendum è stato molto utile:
- è stata bocciata una riforma che molto probabilmente non piaceva nemmeno a chi l’aveva proposta per i fangosi compromessi che erano stati imposti dalle diverse sette parlamentari, ma che era comunque l’inizio di un cambiamento e sempre migliorabile;
- il prezzo: per molto tempo ancora ci terremo la costosa stortura del titolo 5° modificato nel 2001 con il colpo di maggioranza della sinistra, un senato parassita, il democratismo dequalificato del Parlamento, la scarsa “accountability” degli eletti, il CNEL… etc. etc.
- ha consentito di fotografare la realtà politica italiana attuale in modo molto più preciso e chiaro di qualunque elezione politica o amministrativa;
- ha registrato una enorme mobilità delle masse elettorali italiane nella zona del, centro e della sinistra, mobilità difficile da quantificare per la compensazione incrociata; ci vorranno analisi;
- Costringe a cambiare la legge elettorale (Italicum) in odore di incostituzionalità;
- Costringe a riflettere sul “senso” dell’Istituto del referendum indetto per argomenti complicati e complessi: la effettiva maturità del voto sarà analizzata a fondo e sapremo quanti hanno votato per la “costituzione”. quanti hanno votato “contro Renzi”, quanti hanno votato perché irritati dalla clausola di “supremazia”, o irritati dalla “immunità” concessa ai senatori, quanti hanno votato contro la “deriva autoritaria”, e quanti hanno votato “con la pancia”, secondo il consiglio di Grillo.
Personalmente sarei in difficoltà se dovessi sostenere che il voto è indicativo di un elettorato “maturo” e competente sulla costituzione italiana. Ma lamentarsi dei risultati elettorali è come lamentarsi del meteo. Si accettano e ci si regola di conseguenza.
Si discuterà a lungo su chi ha vinto e chi ha perso, ora si aprono molte opzioni di svolgimento, ma sarebbe importante che la lezione che questo referendum ha impartito al teatro della politica italiana venisse studiata bene e appresa.
Tutto deve ancora avvenire. Non piangerei per la sconfitta e non canterei per la vittoria. Apprezzo invece la lezione.
Bellissimo
Mi strapiace