Riflessioni di Paolo Bertalotti sulla Sciagura di Rigopiano

30 Gennaio 2017

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Continua a essere sempre vivo il sentimento di commozione per le vittime dei tragici eventi degli ultimi giorni. Desidero far pervenire a tutti, parenti, amici e persone solidali, le mie più sentite condoglianze.

È altresì grande il senso di solidarietà per tutti quelli che hanno prestato, continuano a prestare soccorso e contribuiscono per consentire di recuperare una vita dignitosa a tutti quelli che sono sopravvissuti.

Ma al di là dei sentimenti è doveroso fare alcune riflessioni su alcuni aspetti fondamentali:

1 – L’ingordigia

La perdita di ogni valore morale e il culto del Dio Denaro porta ad una sempre maggior ingordigia. Chi governa lo stato è il capitale, che paga politici e partiti per consentire una crescita smisurata dei ricchi, a danno della classi più basse. I politici che obbediscono al Dio denaro fanno apparire lo stato come la controparte della popolazione.

2 – Territorio

Una diretta conseguenza dell’ingordigia è l’aggressione al territorio. L’obiettivo di chi specula è costruire, dove si vuole, senza alcun rispetto delle esigenze della natura e senza conoscerne le dinamiche. Ci sono costruzioni dappertutto, nei parchi ambientali, nei parchi archeologici, nei parchi fluviali; non vengono rispettati gli alvei dei corsi d’acqua, le esigenze di ampliamento delle strade, di costruzione degli edifici pubblici e dei servizi.

Se non siamo capaci di proporre regole per rendere conveniente per i cittadini la rottamazione delle costruzioni fuori legge, di quelle non sicure, di quelle che sprecano energia e più in generale di quelle senza valore artistico, culturale e ambientale, ci penserà fatalmente la natura a ripulire il territorio.

3 – Burocrazia

Attualmente la burocrazia è composta da in numero enorme di enti e persone che ritardano e fanno perdere tempo utile per gli interventi positivi. (Al TG1 hanno detto che, nel caso della valanga che ha distrutto l’albergo, gli elicotteri non si sono alzati in volo per problemi burocratici).

4 – Interventi

Forse è il caso di riconoscere che potrebbe essere utile guardarci intorno per scoprire gli interventi adottati dalle altre Comunità, dagli altri Comuni, altre Regioni e altri Stati per migliorare la prevenzione, la gestione del territorio e la sicurezza della popolazione che lo abita.

Alcune idee non costano quasi nulla e potrebbero salvare molte vite.

I media dovrebbero aprire uno spazio in cui raccogliere idee e proposte che potrebbero essere valutate positivamente e contribuire alla elaborazione di proposte e progetti adottabili.

Alcune proposte

1 – L’ingordigia

Non occorre indignarsi se le persone con lavoro organizzativo, decisionale e con alta responsabilità guadagnano alti stipendi.

Non devono però aumentare gli stipendi con denari illeciti (furti, tangenti, rimborsi illeciti, fatture false …)

E soprattutto non devono mantenere alti guadagni a scapito della maggioranza della popolazione.

“L’Italia è una nazione fondata sul lavoro” recita la costituzione.

Allora tutti dovrebbero avere non solo il diritto a lavorare (o fare attività riconosciute e approvate), ma dovrebbero avere il dovere di lavorare.

Il reddito prodotto dal lavoro dovrebbe pertanto garantire, come prima cosa, un lavoro a tutti oltre … al giusto guadagno di chi investe i capitali nelle imprese.

Se non c’è una solidarietà e uno stipendio dignitoso per tutte le fasce più deboli della società, ci si chiede: “Perché (o a chi) pagare le tasse?”

Sarebbe meglio diminuire le imposte e recuperare denaro dove ce n’è troppo. Una persona inesperta potrebbe proporre, ad esempio di tassare la rendita da capitale, e i guadagni derivanti dal gioco in borsa (speculazioni che sottraggono denaro alle imprese e rendono instabile il mercato).

Ma prima di tutto si dovrebbero eliminare gli sprechi di denaro pubblico, diminuire le spese correnti e aumentare le spese in conto capitale, diminuire gli stipendi dei politici, diminuire i costi della politica, eliminare i finanziamenti ai piccoli partiti.

2 – Territorio

Pensiamo un momento a cosa sarebbe successo se non ci fosse stata la proposta di rottamare le auto vecchie (inquinanti, non sicure, pericolose per i passeggeri interni e per le altre auto).

Le nostre strade sarebbero piene di auto pericolose e inquinanti, i posteggi sarebbero occupati da auto ferme, che non possono circolare e rimangono in attesa di un improbabile acquirente.

Il territorio è sempre stato pensato come luogo da conquistare e come supporto per la costruzione. Ma …

Non si comanda alla natura che obbedendole”  (Claude Bernard)

Immaginiamo adesso di invertire il modello di comportamento. Pensiamo di restituire terreno fertile alla natura, restituire terreno agli alvei dei fiumi e riqualificare gli spazi abitabili.

Per fare questo si potrebbe proporre la rottamazione dell’edilizia fuori legge, pericolosa, che non è in grado di resistere a un terremoto, inquinante, che spreca troppa energia e non ha alcun valore storico, culturale e ambientale e proporre la costruzione di architettura per ricucire e riqualificare le aree compromesse.

In questo modo si darebbe un impulso al settore dell’edilizia aumentando l’occupazione e il prodotto interno.

Si otterrebbero altresì notevoli spazi per il verde naturale, per parchi urbani, per percorsi pedonali, per servizi pubblici, sociali, culturali, sportivi ….

Lo straripamento dei fiumi.

Per progettare gli alvei dei fiumi occorre conoscere la superficie dei bacini imbriferi e conoscere la quantità di acqua che cade con la pioggia. Non potendo conoscere in anticipo la quantità di acqua che cade in tutto il periodo di pioggia, la si deve prevedere ricorrendo al metodo statistico.

Ci sono eventi con una grande quantità di precipitazioni che si possono ripetere ogni 10 anni,

altri (con maggiore quantità) ogni 50 anni

altri ancora (con una quantità ancora maggiore) ogni 100 anni

e poi ancora ogni 200, 300, 500 o 1000 anni.

I progetti delle arginature sono fatti per eventi che possono capitare ogni 100 o 200 anni  (per non occupare troppo territorio, ridurre i costi delle arginature e lasciare terreno per costruire).

In questo periodo in cui sta aumentando il livello dei mari e sta aumentando il volume di acqua che cade con le piogge, occorre valutare nuovamente la quantità di precipitazioni e ricalcolare la dimensione dei letti dei fiumi.

È appena il caso di ricordare che è indispensabile prevedere le difese dei borghi antichi, dei centri storici, senza pensare alla demolizione di case e costruzioni storiche.

Il letto dei torrenti e dei fiumi, invece, potrebbe essere ampliato grazie alla rottamazione delle case costruite negli alvei naturali dei torrenti stessi.

L’arch. Vaudetti, professore di estimo (negli anni 60) nella facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, diceva che gli americani consideravano che, dal punto di vista puramente economico era più conveniente demolire una costruzione dopo 25 anni di vita e ricostruirne un’altra.

3 – Burocrazia

Nel 1977 proposi (in qualità di assessore all’urbanistica e alla cultura) alla Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca di redigere un PRGI (Piano Regolatore Generale Intercomunale).

Conoscevo le difficoltà che si incontrano per approvare un PRGI (interessi contrastanti dei comuni e lungaggini burocratiche per l’approvazione).

Conoscevo la disponibilità della maggioranza dei comuni delle valli.

Sapevo che la comunità montana stava accollandosi tutte le pratiche burocratiche degli agricoltori per far loro ottenere rapidamente i finanziamenti europei.

Occorreva aggirare la burocrazia! Proposi pertanto di fare un Piano Regolatore Generali in ottica Intercomunale (un Piano Intercomunale, ma con procedura di adozione comunale).

Abbiamo pertanto assunto (come incaricati del progetto di massima) quattro urbanisti graditi ai comuni (uno per la bassa valle, uno per la media valle, uno per la val Chisone e uno per la val Germanasca) per le legittime esigenze dei comuni, e abbiamo costituito un Ufficio di Piano per la redazione e la gestione del Piano urbanistico, che tenesse in considerazione le esigenze intercomunali.

L’adozione dei piani dei singoli comuni fu rapida e senza problemi.

Perché non trovare meccanismi che aggirano le pastoie burocratiche?

Immaginiamo una legge che dica:

“- I cittadini che richiedono documenti, servizi o risposte dallo stato devono presentare istanza, ma non devono fare niente di quello che è richiesto dalla burocrazia.

– È la burocrazia che deve risolvere, entro tempi brevi, salvo la regola del silenzio assenso, tutte le pratiche previste dalla burocrazia stessa.

– Viene data delega alla burocrazia di proporre tutte le semplificazioni necessarie per snellire e semplificare il lavoro.”

Pensiamo che in questo caso diventi interesse prioritario dei burocrati snellire e facilitare il lavoro.

Per fare un paragone proponiamo di considerare una industria costruita vicino ad un torrente dal quale prende l’acqua per tutte le sue lavorazioni. Normalmente l’acqua pulita viene captata a monte e dopo essere usata nelle lavorazioni viene scaricata a valle. Non sempre l’industria si ricorda di pulire l’acqua che scarica. Questo sistema comporta controlli, verifiche, analisi delle acque di scarico, multe e pratiche lunghe e delicate per risolvere la situazione di inquinamento.

Se le fabbriche fossero obbligate a captare l’acqua a valle e gettarla, dopo l’uso a monte, senza la necessaria opera di depurazione, lavorerebbero  sempre con acqua sporca e inquinata. Sarebbe pertanto interesse primario delle fabbriche trattare le acque per lavorare sempre con acqua pulita.

4 – Interventi

Guardiamoci intorno per scoprire alcuni esempi di interventi positivi.

– Nel 1977 il presidente della Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca propose di dare ad ogni comune della Comunità che ne facesse richiesta un mezzo per spazzare la neve dalle strade.

I mezzi antineve erano dotati di fresa, lama spazzaneve, draga e altri piccoli strumenti per i lavori estivi di manutenzione delle strade.

Nei paesi di montagna nevica sempre in abbondanza e i comuni intervengono sempre con la massima rapidità prima che la neve si accumuli e diventi impossibile agire.

I Comuni hanno aderito alla proposta e hanno accettato di mantenere e far funzionare i mezzi antineve.

Appena incomincia a nevicare i mezzi dei 16 Comuni di valle entrano in azione per garantire la percorribilità delle strade.

Molti anni or sono, per l’abbondante nevicata, è caduta una piccola slavina sulla strada della val Germanasca, nascondendo il tracciato della strada. Uno dei mezzi spazzaneve ha raddrizzato una curva e si è trovato fuori dalla sede stradale, correndo pericolo di cadere nel torrente che scorre decine di metri più in basso.

Adesso nei due bordi della strada, per facilitare le operazioni di fresatura della neve, si vedono lunghi bastoni verticali, dipinti a fasce nere e gialle che indicano i confini della strada.

– Il libro della legge

Ogni legge dello stato o della regione deve essere contenuta in un raccoglitore con anelli in cui ogni foglio contiene un articolo.

Quando viene modificato un articolo, viene tolto il foglio con l’articolo cancellato e viene sostituito con un foglio contenente il nuovo articolo. Il libro della legge è pertanto sempre aggiornato e completo (senza quei fastidiosi riferimenti agli articoli di leggi precedenti).

Il foglio che è stato tolto deve essere conservato in un altro raccoglitore che contiene tutti gli articoli modificati, per consentire di ricostruire l’evoluzione della legge.

– Incarichi professionali

Gli incarichi professionali non dovrebbero essere dati ai professionisti, ma all’ordine professionale.

Il committente sceglie il professionista di sua fiducia e comunica il nominativo all’ordine professionale. L’Ordine dopo il pagamento dell’anticipo dovuto, comunica l’incarico al professionista. Tutti gli elaborati tecnici vengono consegnati all’Ordine che, dopo il pagamento della parcella li consegna al committente. L’Ordine trattiene la cifra dovuta per il pagamento delle imposte e consegna al professionista la parte della parcella al netto dell’imposta.

L’Ordine si può avvalere di opportune assicurazioni per garantire sia il rimborso delle spese sia l’azione legale per riscuotere quanto dovuto.

– Passaggi a livello.

Modificare il movimento delle sbarre dei passaggi a livello! Invece di sbarre che si alzano per consentire il passaggio delle auto e si abbassano (quasi sempre) quando deve passare il treno, si propone di far ruotare le sbarre per chiudere alternativamente la strada delle auto e la strada ferrata e consentire alternativamente il passaggio dei treni e delle auto. Per consentire frenate di tutta sicurezza, appositi semafori dovrebbero inoltre segnalare lo stato dei passaggi a livello.

– Vie di fuga.

Le strade principali dovrebbero avere (possibilmente) una corsia di emergenza in terra battuta o asfaltata, utilizzabile come via di fuga, come luogo di fermata in caso di malore, per consentire il passaggio ai mezzi di soccorso e per molteplici problemi di manutenzione.

– Rotonde

In tutte le rotonde di circolazione le auto che stanno percorrendo la rotonda dovrebbero avere la precedenza assoluta eliminando ogni possibile ambiguità ed eliminando i cartelli stradali che contraddicono questo principio generale (che a volte sono poco visibili, nascosti dalla vegetazione o in una selva di cartelli di vario genere).

– Media

Uno spazio per segnalazioni, idee e proposte dovrebbe essere disponibile su tutti i media.

 

 

 

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Commento alla foto: La sciagura era scritta nel territorio. L’albergo collocato all’uscita di un imbuto  che concentra lo scarico di un a vasta conca della cresta del Gran Sasso.

Ecco i calcoli di Meteomont:

Ad analizzare il fenomeno è stato il Meteomont, servizio nazionale di previsione di neve e valanghe, lavorando sui dati raccolti direttamente sul posto. La massa di neve ha spazzato via tutto quello che incontrava sulla sua strada, arrivando sull’hotel con una forza d’urto pari a 20 tonnellate al metro quadro, una pressione insostenibile per l’edificio che non ha resistito ed è stato spostato di parecchi metri.

I numeri confermano la potenza dell’evento. La valanga aveva una massa di circa 50.000 tonnellate e uno spessore di tre metri. Nella discesa lungo il ripido canalone (inclinazione di 35 gradi) ha raggiunto la velocità massima di 100 chilometri orari. Il fronte era di 500 metri con uno spessore della neve di due metri e mezzo. Lo sviluppo totale della valanga è stato di due chilometri. La neve si era raccolta più in alto, circa 120.000 tonnellate, in una zona di accumulo lunga 800 metri e larga 100 metri, dove il manto nevoso aveva raggiunto lo spessore di quattro metri.

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Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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