Tot sententiae tot capita

 22 Aprile 2018

Tot capita tot sentetntiae, ma in Italia anche tot sententiae tot capita. Nel senso che ci si adegua sempre all’ultima sentenza n’importe quoi. Sulla trattativa tra Stato e mafia sono stati usati fiumi d’inchiostro e le sentenze sul caso sono numerose e di tutti i segni. Tanto che trarre conclusioni su una o sull’altra è difficile e rischioso. Vale l’opinione dei siciliani DOC che quando i ‘cunnuti cuntinentali’parlano di ‘mafia’ sono drastici: ‘Voi di mafia non capite una mazza’. E così sia. Ma è anche rischioso non trarre conclusioni e adeguarsi al ‘tot sententiae tot capita’accettando senza riserve l’ultima…in attesa del prossimo appello, pronti di nuovo ad adeguarsi. La gestione magistrale del processo sulla trattativa stato/mafia è stata luogo di incertezze, dubbi, contrasti e lotte di sette e di parrocchie. Solo in modo provvisorio l’ultima sentenza di condanna di Mori, Dell’Utri et al chiude il dibattito. Chiude solo una fase, l’ennesima, e apre alla prossima.

Una cosa vale la pena sottolineare, anche se mi rendo conto che nell’attuale clima la sottolineatura è rischiosissima, ma honny soit qui mal y pense… La sentenza di ieri si cala in un momento unico: nel dibattito in corso per la formazione di un governo era cruciale la disponibilità di una sentenza di tribunale che consentisse di eliminare Berlusconi da tutte le ipotesi e di liberare Salvini per consentigli l’accesso all’abbraccio di Di Maio. Sarà interessante vedere cosa succederà. Ci saranno altre sentenze, ci saranno altri giri di valzer, ci saranno altri trionfi della giustizia che tutti festeggeranno.

Il rischio di venire accusato di partigianeria berlusconiana è scontato e banale: ma ci sarebbero state molte altre e molto più valide ragioni per escludere il logoro caimano e la sua strana congrega dal quadro ipotetico di un improbabile governo. Il motivo della sentenza di ieri, non passa quello che gli inglesi chiamano lo smell test. Per dire che è maleodorante. Anche se Di Maio non mi piace la sua intransigenza su Berlusconi aveva senso ed era coerente. Infatti l’unica cosa coerente nella minestra delle trattative. (l.matteoli)

 

Dopo  aver postato questa riflessione mi è stato fatto osservare che per criticare le sentenze è bene aspettarne le motivazioni e che il calendario del Tribunale di Palermo è fissato da mesi e non è flessibile, quindi non poteva tenere conto di ciò che sarebbe successo a Roma.

Giusto! ma …

…vero che bisogna aspettare le motivazioni, ma erano tutte motivate le altre sentenze di vario segno, o dobbiamo pensare che tutto il tribunale di Palermo è venduto e comperato? Erano tutte ‘giuste’ secondo il modello di pensierodi quei giudici.

Quando dico che i siciliani non ci ritengono capaci di capire il fenomeno vuol dire che lo stesso ha un elevato grado di sicilianità (ambiguità, complessità, storia e contraddizioni). Per essere molto chiari ed espliciti, per la cultura siciliana (modello di pensiero) il negoziato con la mafia è stato da sempre una prassi corrente e perfettamente accettata, come noi riteniamo corrente e accettabile discutere con il ragioniere del condominio.

Anni fa chiedevo a un amico importante, onestissimo e rigoroso, alto funzionario di una grossa agenzia della Regione Sicilia se nella sua qualità e ruolo aveva mai dovuto trattare con la mafia …mi chiese che tempo faceva a Perth

Dell’Utri, siciliano DOC,  mediava tra questa cultura e quella di Berlusconi come se la mediazione fosse per lui cosa ovvia. Il modello di pensiero siciliano sulla giustizia è diverso da quello dei cunnuti cuntinentali. La Sharia è diversa dallo jus romano…ma è ineccepibile a Daharan.

Vero anche che i calendari del tribunale palermitano sono fissati da tempo e sono scarsamente flessibilii, ma la significativa  evidente coincidenza poteva essere evitata per tenere conto degli eventi romani e delle implicazioni che avrebbe avuto: si chiama opportunità politica.

Nel complesso tutta la vicenda non passa il famoso smell test anche se si può sostenere la sua rigorosa ineccepibilità. .. e Berlusconi come impossibile personaggio in un quadro politico decente doveva essere scartato per motivi molto più chiari e meno sospettabili. L’unica posizione apprezzabile dell’indigeribile Di Maio.

D’altra parte non è la prima volta che in Italia eventi ineccepibili hanno un cattivo odore…o no? …cioè, non contesto la sentenza dell’altro ieri come non contesto le altre di vario segno e senso precedenti in questa vicenda, quello che trovo inopportuno è il ‘tempo’:  oggi la sentenza di Palermo interferisce con il processo in corso per la formazione di un governo dopo il voto del 4 marzo ed esclude Berlusconi  con una motivazione giudiziaria, mentre Berlusconi deve essere escluso con motivazione politica. La politique d’abord…

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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