Andiamo dunque sulla luna.
….come per l’esame teorico per avere la patente.
Una scheda con 20 domande e una sola valida risposta per domanda. Proposte 6 opzioni di risposta, una sola giusta.
Si va in comune, in banca, a scuola, nelle sedi universitarie, previa identificazione, si entra in un locale apposito con pochi banchi, si prende la scheda, si compila e si consegna. La scheda viene immediatamente scannerizzata da un lettore elettronico e il computer darà immediatamente la risposta SI o NO, rilasciando, previa identificazione, una tesserina di plastica che contiene un chip non manipolabile (identità del latore della tessera, data del test, etc.). La tesserina sarà documento indispensabile per accedere al seggio elettorale.
Questo lo schema, ovviamente vanno risolti un po’ di problemi: chi prepara le domande, variabilità e numero di schede disponibili, rinnovo periodico o continuo della scheda per evitare imbrogli. Ripetibilità del test etc. per i bocciati. Chi viene bocciato può ripetere la prova solo dopo un periodo di tempo (un anno ?).
I costi dell’operazione potranno essere coperti dalla pubblicità sulle schede del test e sulle tesserine di abilitazione.
Le domande saranno scelte random da un repertorio di dati ( data base) formata da migliaia di domande proposte da partiti, università. industrie, cittadini privati, burocrazia ministeriale, ambiti universitari di Scienze politiche, Economia, Sociologia, Storia, Lettere e saranno vagliate da commissioni di consulenza.
La lingua impiegata per le domande sarà l’italiano in forma semplice, ogni domanda espressa in un massimo di dieci parole.
Altro? Bugs? Semplificazioni possibili?
Problema fondamentale: Nessun partito presenterà mai la legge per l’istituzione di questo sistema di qualificazione della base elettorale italiana, perché tutti i partiti preferiscono un elettorato disinformato e incompetente. Ma è un problema che si può risolvere.
(l.matteoli)
Perfetto ….. mi toccherà studiare !
Carissimo Lorenzo,
ti ringrazio dei tuoi pensierini (sempre interessanti) e provo ad esprimere alcune considerazioni
Suffragio universale o qualificato
1. La prima considerazione potrebbe essere:
Chi è che detiene il potere e condiziona le scelte politiche, economiche, sociali, culturali … ?
Ritengo che il denaro abbia il potere e condizioni lo sviluppo della nazione. Forse il parlamento è solo il teatrino in cui si recita la farsa per confondere le idee e far passare le richieste del potere.
Come prima cosa forse bisognerebbe valutare come utilizzare la ricchezza prodotta dall’iniziativa privata e dal lavoro per far partecipare tutti alla vita e alla crescita della nazione.
Ciò detto possiamo anche valutare il modo con cui si vota e si eleggono i rappresentanti
Il voto deve essere esercitato da tutti i cittadini che rispettano le leggi dello stato:
Faccio solo alcuni esempi:
– La costituzione dice: “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro …”
Da qui deriva che tutti dovrebbero avere l’obbligo di lavorare (o di avere una attività riconosciuta come lecita e onesta). Chi lavora ha diritto di votare! Chi non lavora no!
– In Italia la scuola è obbligatoria (sarebbe opportuno che lo fosse fino a 18 anni).
Chi ha frequentato la scuola e ha conseguito un titolo di studio ha diritto di votare.
– Chi commette reati contro le persone, contro lo stato, contro il patrimonio, chi infrange le regole e mette a repentaglio persone e cose, non dovrebbe avere diritto di votare.
– Chi si colloca fuori dalle regole dello stato non dovrebbe avere diritto di votare.
Oggi, in attesa di ipotesi migliori, potremmo selezionare i votanti sulla base delle leggi esistenti!
Non mi piace l’idea di un test che verifichi la preparazione intellettuale a abiliti a votare.
Se lo desideri ti posso inviare le considerazioni che ho scritto il occasione dei test per limitare le iscrizioni alla facoltà di architettura (anni 1991, 92, 93).
Per selezionare chi è abile a votare, dovremmo introdurre una nuova struttura burocratica che non garantisce affatto che le valutazioni risultino corrette, perché “La maggior parte degli insegnanti perdono tempo a fare domande che mirano a scoprire ciò che l’alunno non sa, ma la vera arte del fare domande mira a scoprire ciò che l’alunno sa o che è capace di sapere”. (A. Einstein).
Solo se tu, Lorenzo, compilassi tutte le schede per valutare la preparazione per il voto, sarei convinto di avere dei risultati soddisfacenti. Mi risulta infatti che tu, negli esami degli studenti, formulavi le domande e davi tutti gli elementi nozionistici per consentire di ragionare e rispondere.
Ringraziandoti ti invio le mie migliori espressioni di stima e affetto.
Paolo Bertalotti