Quando il Caos colpisce il Quotidiano

 

L’Europa divisa, anzi più che divisa, squassata da conflitti interni tra Nord e Sud tra Est e Ovest dove Visegrad, Scandinavia, Mediterraneo, Francia, Spagna, Inghilterra, Germania e Italia non riescono a trovare un terreno comune economico, sociale, politico. Il tessuto storico matrice originaria dell’Unione Europea che aveva ispirato Adenauer, Monnet, Spaak, Spinelli, Degasperi, Schumann, sfibrato da 60 anni di gestione burocratica e grammaticale di Bruxelles e da una moneta comune avvitata in una spirale macroeconomica perversa e non gestita. L’America che rivela con Donald Trump la minima dimensione autarchica, insulare della sua cultura politica. La Russia affascinata dalla restaurazione della grandezza zarista, senza i mezzi per realizzarla. L’Asia dominata dal nuovo Celeste Impero di Xi che lentamente attraversa il guado tra Maoismo e Capitalismo di Stato, accumula potere finanziario e coloniale, costruisce una nuova Grande Muraglia con le isole fortificate nel Mare della Cina e prepara la sua invasione commerciale del mondo con un a Nuova Via Della Seta transcontinentale. La Turchia sogna l’Impero Ottomano, pratica indisturbata un segreto genocidio dei Curdi e prepara lager per giornalisti e leader di opposizione. Il mondo arabo/islamico diviso da tentativi di supremazia petrolifera Saudita e jihadista e avvelenato in modo pervasivo diagonale dalla eterna faida tra Suni e Sciiti manovrata dalla teocrazia di Teheran.

Un quadro di caos mai visto in Europa e nel mondo dopo il grande bollito medievale, rispetto al quale impallidisce anche quello immediatamente precedente la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.

Tutto sommato un quadro ben sintetizzato in Italia da un governo che si basa su un ‘contratto’ pieno di contraddizioni ed economicamente surreale guidato da un primo ministro privo di delega effettiva, interdetto dai due mandanti firmatari.

Manca visione di futuro, manca progetto, manca leadership mentre fenomeni globali di portata ed efficacia catastrofica predispongono condizioni da Giudizio Universale: cambiamenti climatici, morte biologica degli oceani provocata dalla plastica, territori urbani ingestibili, esaurimento sistematico delle aree coltivabili nel mondo, centinaia di milioni di abitanti del Pianeta senza l’acqua necessaria allo standard minimo di civile sopravvivenza.

I governi democratici sono eletti con procedure avvelenate da media strumentali, elettorati disinformati e rappresentanti eletti incompetenti e in gran parte controllati da corruzione endemica. Decisioni che compromettono il futuro di centinaia di milioni di persone prese a colpi di tweet sui social media o peggio in modo oscuro, ambiguo, personale da burocrazie irresponsabili.

Quello che sorprende è come in questo quadro si possa ancora svolgere il “quotidiano”, lavorare, studiare, produrre, comprare, vendere, invecchiare, ammalarsi, nascere e morire: come se ci fossero due mondi distanti, diversi, indipendenti. Uno dominato dalla totale caotica incertezza e irresponsabilità, l’altro regolato in modo disciplinato e preciso dalla vita di tutti i giorni e dalle sue scadenze. Che è poi, per l’enorme maggioranza degli abitanti del Pianeta, la vera vita. Life is everyday life. (©Aneurin Hughes).

C’è però una dinamica difficile da percepire nei tempi congiunturali della quotidianità, ma che è assoluta e ineludibile: i due modelli quello caotico e quello ordinato quotidiano convergono. Senza che ce ne accorgiamo il nostro vivere quotidiano, disciplinato e ordinato viene assorbito o inquinato dal modello caotico assurdo. Come questo avvenga e con quali manifestazioni conseguenti è difficile da spiegare, ma se analizzate le vostre decisioni e le vostre scelte quotidiane,  degli ultimi dieci, quindici, venti anni, e le scelte quotidiane del contesto nel quale vivete, forse sarete in grado di individuare la loro lenta conversione verso il modello indecifrabile tipico del caos.

In questo contesto, doppio e convergente, di caos e normalità, Eugenio Scalfari, nella sua riflessione di ieri, ci invita a “svegliarci”. Lui dice per salvare il Paese dal razzismo. Io direi che il Paese va salvato da un destino catastrofico molto peggiore del razzismo che lo sta comunque avvelenando.

Il dramma è che quelli che leggono Scalfari sono già svegli da tempo e sono assolutamente impotenti. Quelli che si dovrebbero svegliare non leggono Scalfari, dormono ma credono di essere sveglissimi.

(l.matteoli)

 

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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