Spesso quando ci troviamo nel guano fino al collo, e oltre, l’orrore congiunturale e il problema immediato impediscono la serena e distaccata visione necessaria per rispondere alla domanda: fino a quando durerà questo obbrobrio? Che è invece la domanda alla quale è necessario rispondere se vogliamo in qualche modo costruire l’ipotesi di svolta. Ci sono alcune considerazioni da fare nel merito.
La prima banale e ovvia: l’attuale obbrobrio è la risposta alla stessa domanda che qualcuno si è fatto 5, 6, 7 o 10 anni fa, quando l’obbrobrio era rappresentato dal degrado della corruzione clientelare partitica degli ultimi 40 anni di pseudo democrazia italiana e di governi basati sulla spuria complicità tra PCI e DC fenomeno noto come ‘consociazione’. Una macchina di occupazione del potere concertata fra i due maggiori blocchi del teatro politico. Utilmente assistiti dai vari ‘cespugli’ (PSI, PRI, PLI)
Il rimedio predisposto in un primo tempo dalla decimazione giustizialista ha liberato il campo dalle vecchie strutture partitiche trasferendone gran parte in galera in modo più o meno sommario. Sul vuoto si sono lanciate le demagogie prima berlusconiane e poi grilline e leghiste e lo hanno occupato con successo fino alla attuale situazione che vede una strana alleanza (milazziana si sarebbe detto anni fa) fra demagogia populista di destra con la Lega e demagogia populista grillina di confuso, ineffabile segno ideologico.
La nuova inedita coalizione di governo è l’emblema del fallimento della democrazia e dei suoi strumenti italiani: una maggioranza basata su un elettorato ideologicamente spurio con frange decisamente inquinate da un pensiero fascista a destra e da un inqualificabile miscuglio di non idee tutte comunque improntate al compiacimento nei confronti dell’ignoranza e della più grossolana demagogia.
Il disastro è avvenuto come conseguenza del noto aforisma: when good men do nothing bad things happen (quando la gente decente non fa nulla succedono cose orrende), una confezione generica delle cause può essere la distanza della classe politica dirigente italiana ed europea dai problemi della gente. Distanza che è stata colmata con successo dall’attivismo grillino e leghista.
Lo strumento elettorale corrotto da manipolazione mediatica e dai messaggi brutalmente demagogici che hanno fatto breccia su una minoranza intellettualmente debole e disponibile.
Il baco orrendo del suffragio universale: i suoi sostenitori si basano su un assioma che è una pseudo verità quello definito come “miracolo dell’aggregazione”. In base a questa teoria il voto della massa elettorale è comunque giusto in quanto in linea teorica gli errori si elidono e restano portanti solo i voti non inquinati da errore casuale. Una enorme palla confezionata in modo artatamente truccato da matematica probabilistica. Per comprenderne il meccanismo e vederne la strumentale deformazione basta leggere di Steven Michels, The case against democracy, (2013), Bryan Caplan, The Myth of the Rational Voter, why democracies choose bad policies, (1971). Ma prima di loro ne avevano scritto con inconfutabile competenza Adam Smith (The Theory of Moral Sentiments, 1871)e John Stuart Mill (Considerations on Representative Government, 1861)
Tutti travolti dal facilismo demagogico ancora oggi solidamente ancorato nella generale ignoranza.
Quando l’errore dell’elettorato è sistematico la pseudo verità del ‘miracolo dell’aggregazione’ si rivela per quello che è: una ignobile demagogica cazzata.
Basta analisie vengo alla domanda: quanto deve durare questa schifezza? questa schifezza durerà fino a quando non siano disponibili alternative meno orrende. La società civile italiana è da sempre solidamente liberal, nel senso inglese del termine cioè socialdemocratica, ma ha sempre avuto difficoltà ad esprimersi in un paese dove la presenza del Vaticano e la potenza pervasiva della chiesa cattolica ha impedito una vera dialettica politica e di fatto ha posto le basi per l’antagonismo fascista prima e comunista dopo. Il prepotere genera prepotere.
Non si vedono al momento, nel devastato teatro della politica italiana, personaggi o idee capaci di svolgere il ruolo fondante di un nuovo grande partito laico, progressista. Vanno chiamati e raccolti i laici progressisti che sicuramente si trovano umiliati e silenziosi nascosti da qualche parte del deserto politico (Grillini, Lega, PD, Radicali, Socialisti) con un manifesto e con volti nuovi. Forse ci salverà la generazione dei trentenni/quarantenni.
Ma la mia generazione (80+), pesantemente responsabile dell’attuale disastro forse ha qualcosa da dire, prima di scomparire per raggiunti limiti esistenziali.
Il resto è silenzio. Come nelle ultime parole di Amleto morente, la profezia e la rinuncia:
But I do prophesy the election lights…
…The rest is silence.