8 Settembre 1943, forse è molto opportuno ricordare.

Le-eccessive-dichiarazioni-del-leader-della-Lega-Nord-Matteo-Salvini

 

 

27394 giorni, 75 anni fa il Generale Pietro Badoglio Capo del Governo Italiano alle 19.30 circa dell’8 settembre del 1943 dai microfoni dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) lesse  questo comunicato:

“Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente ogni atto di ostilità contro le forze
anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi di qualsiasi altra provenienza

 L’Armistizio di Cassibile (Siracusa) era stato firmato cinque giorni prima, segretamente, con gli americani del generale Ike Eisenhower. Nessuno era stato informato né lo Stato Maggiore dell’Esercito, né i Prefetti, né i Questori del Regno. Né tantomeno i giornali.

I tedeschi, fino a quell’ora alleati, divennero di fatto i nemici. L’Italia nel caos. L’inizio della Guerra Civile per una parte del Paese, della Resistenza per un’altra parte del Paese.

La Storia dettagliata degli anni tra il Settembre del 1943 e il Maggio del 1946 è raccontata nel libro di Indro Montanelli e Mario Cervi “L’Italia della Guerra Civile” (BUR Rizzoli, 2011), e nei libri di Giampaolo Pansa “Il sangue dei vinti” e seguenti (Rizzoli Editore). Una interessante cronaca delle condizioni “preliminari” si trova nell’opera di Curzio Malaparte, “Kaputt” (1944 Napoli) (1948 Edizioni Daria Guarnati) ristampato da Adelphi Edizioni, Milano 2009.

La Stampa dell’8 Settembre 2018 dedica due pagine nell’inserto TM Tempi ModerniCultura alla rievocazione dell’8settembre 1943 con un articolo su uno specifico episodio (I nostri eroi del Montenegro, militari italiani dopo l’8 settembre si unirono ai partigiani di Tito, Eric Gobetti). Nella stessa pagina un articolo di Andrea Parodi inizia con queste parole: “Da 75 anni l’8 settembre è il simbolo del tradimento.  Del re verso il Regio Esercito, lasciato senza direttive all’annuncio dell’armistizio; del re verso l’Italia e gli italiani, fuggendo verso Pescara nella notte romana, mentre a Porta San Paolo si compivano i primi atti di resistenza.”

Dopo 75 anni, l’Italia non ha superato il trauma di quel “tradimento”, la resistenza e la guerra civile sono continuate come la brace sotto la cenere di una Democrazia vissuta e praticata male in una Repubblica che ancora oggi risente della ferita. Ma non lo sa e se lo sa  non lo vuole ammettere, e non si supera quello che non si vuole ammettere.

Badoglio e il re fecero la cosa giusta nel modo peggiore: era giusto uscire da una guerra sbagliata, era giusto abbandonare un alleato che si era rivelato mostruoso. Sarebbe stato molto più giusto denunciare la guerra e l’alleato molto prima e non condividerne la pesante, incancellabile, responsabilità storica.

La domanda di come sia stato possibile entrare nel tunnel ideologico del fascismo e del nazional-socialismo ha risposte complesse: nessuna alla fine esaltante o dignitosa. Come abbiano fatto i nostri padri e nonni, sicuramente onesti lavoratori e probi cittadini, a lasciarsi travolgere da quegli incubi travestiti da ideali gloriosi, è ancora oggi un problema che impegna storici, critici, filosofi e chiunque sia attento alla storia di ieri e alla cronaca di oggi. L’ordine apparente del regime fascista, la bellezza delle opere del regime, le bonifiche, le strade, i ludi littoriali della cultura fascista, i treni in orario (sic!) erano lo smalto lucido e brillante che copriva una orrenda malattia. Pochi se ne rendevano conto, pochissimi denunciavano…e venivano ridotti al silenzio, esiliati, confinati, eliminati fisicamente. La massa, entusiasta applaudiva, partecipava convinta.

Oggi guardiamo i filmati di allora, le manifestazioni oceaniche, la retorica pomposa e arrogante, la cultura di regime, le prove di ardimento dei balilla e dei gerarchi: grottesco, ridicolo, terribile. Incomprensibile e incredibile. Ma drammaticamente vero: la descrizione precisa di come gli italiani, senza rendersene conto, imboccarono la strada che li avrebbe portati nell’orrore della guerra Mondiale prima e Civile poi e nella vergogna del “tradimento” dell’8 settembre.

Una strada all’inizio in apparenza gloriosa e positiva e alla fine orrenda. Una ferita che dopo 75 anni sanguina ancora.

Nel suo articolo sullaRepubblicadi ieri (7 settembre 2018) Massimo Giannini (Una dottrina contro la democrazia) ricorda una battuta di Mussolini: “Io non ho creato il fascismo, l’ho tratto dal subconscio degli italiani”. …e se nel nostro subconscio il  verme ci fosse rimasto?

Ecco il gesto che ha provocato la riflessione di Giannini:

Io sono stato eletto, i giudici no”.

 Eccola, dunque, la “dottrina Salvini”. Semplice, cristallina, tecnicamente golpista. A metà strada tra Robespierre e il Marchese del Grillo. La diretta Facebook con la quale il capo della Lega ha lanciato la sua sfida finale ai magistrati segna un punto di non ritorno, nell’autunno della Repubblica che è già cominciato.

Guardiamo le piazze che accolgono con entusiasmo l’attuale Ministro degli Interni, guardiamo le folle oceaniche che negli anni 1930 accoglievano con entusiasmo il Duce del Fascismo e forse possiamo trovare una risposta alla domanda che ho posto all’inizio: “Come è potuto succedere?”

Forse è molto opportuno ricordare.

(lorenzo matteoli)

 

Post scritto: Il nostri Presidente del Consiglio dei Ministri ha dichiarato  “Con l’8 settembre, inizia un periodo di ricostruzione prima morale e poi materiale del nostro Paese. Un periodo che è stato chiamato, con la giusta enfasi, miracolo economico”,

Forse pensava ad altre date. Con l’8 Settembre 1943 inizia uno dei periodi più cupi della storia italiana. Tradimenti, vendette personali, stragi, guerra civile, resistenza. La ricostruzione morale e materiale, se mai è iniziata, è iniziata molto dopo. D’altra parte il Presidente del Consiglio dei Ministri è professore di Diritto e non di Storia. Ma la data dell’8 Settembre si dovrebbe imparare al liceo. Il ‘miracolo economico’ forse si può datare negli ultimi anni del decennio 1950 e più sicuramente negli anni ’60.
(lm)

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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3 risposte a 8 Settembre 1943, forse è molto opportuno ricordare.

  1. Adriano La Regina ha detto:

    Lorenzo, sei sempre bravo. Mi piacerebbe sapere quanti sono i tuoi lettori. Un abbraccio Adriano

    Inviato da iPhone Adriano La Regina

    >

  2. Antonio Casella ha detto:

    Un altro blog che fa riflettere, ben scritto e ben servito da una memoria lunga. Comunque non sarei tanto pessimista. Per fortuna Salvini non e’ il Duce e gl’Italiani di oggi non sono quelli di ottant’anni fa. Almeno lo spero. Un caro saluto, Lorenzo.

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