
Elisabetta Sgarbi . Publisher
Mariana Mazzucato, economista
Irene Tinagli, economista
Lucrezia Reichlin, economista
Elisa Serafini, economista
I numeri
Sono 46.6 milioni gli aventi diritto al voto in Italia.
Il 73% ha votato alle ultime elezioni e sono 34.00 milioni, restano 12,6 milioni di aventi diritto che non hanno votato.
Supponiamo che 5 milioni continuino comunque a non votare, restano 7.6 milioni di elettori che alle prossime elezioni potrebbero votare e se si suddivideranno nelle stesse percentuali nelle quali si sono suddivisi quelli che hanno votato sono 1.71 milioni di voti per un’ipotetica area di sinistra progressista. Liberal socialdemocratica.
C’è però un’altra riserva di voti disponibili: di quelli che hanno votato 5Stelle e si sono pentiti e quelli che hanno votato Lega e si sono pentiti.
Dal famoso 40% delle Europee vinte da Renzi ad oggi sono circa 5.95 i milioni i voti persi dal PD, di questi 1,3 milioni sono andati a LeU, pochissimi sono andati alla Lega, propongo 200 mila voti in linea molto ottimistica. Sono circa 1,5 milioni di compagni che sono andati a Lega e LeU, in linea di ipotesi, restano 4.45 milioni di voti ex PD che sono andati ai 5Stelle+Lega e che potrebbero tornare a un ipotetico cartello progressista per l’Italia in una nuova Europa.
Dò per costanti le percentuali alle ultime elezioni di PD, LeU e Bonino del 22.5% complessivo. Quindi:
Quota parte di assenteisti che voterebbero a sinistra 22.5% di 7.6 milioni 1.71 milioni
Voti fluidi progressisti dei pentiti PD che hanno votato 5 Stelle milioni. 4.45 milioni
Voti di +Europa (Bonino) 2.5% (su 41.6 milioni di votanti) 1.04 milioni
Percentuale di compagni PD + LeU 20% (su 41.6 milioni di votanti) 8.32 milioni
Totale cartello progressista-liberal ipotetico milioni di elettori
15.52 milioni
Nota: uso il termine “compagni” come lo usava Pannella e come lo usavamo nel Partito Radicale quando c’era Pannella: molto più affettuoso di come lo usava lo zoccolo duro del PCI e di come lo usa il vigneron Dalema e varrebbe la pena recuperarlo quel senso…c’è una storia vera il quel senso.
Siccome con il ritorno degli assenteisti gli elettori effettivi (forse) saranno 41.6 milioni saranno elezioni combattute all’ultimo voto. Ma con le ipotesi fatte il cartello progressista è solo al 37.3% dei votanti mentre la Lega e i 5Stelle decurtati sarebbero sempre al 38.7%. Sono difficili da valutare i potenziali elettori di Forza Italia che abbandoneranno Berlusconi: potrebbero essercene o no e quindi non li conto. Una delle tante incognite. I voti per Berlusconi erano una decina di milioni anni fa ma oggi sono solo 3 milioni e sono chiaramente “senza babbi” perché Berlusconi, si è capito con l’accordo che ha fatto con Salvini, è preoccupato solo per Mediaset. Non sarà facile trovare una narrativa che affascini gli ex berlusconiani anche se in fondo la loro filosofia di base era progressista. Se il ticket progressista liberal socialdemocratico riuscirà a catturarli potrebbe essere il colpo vincente…ovviamente non bisogna perdere l’ala sinistra del ticket. L’eterno problema italiano.
Discussione
“La notte delle vacche nere…”diceva il mio prozio Friedrich Hegel commentando il concetto di assoluto di Schelling come “identità fra idea e natura”.
Oggi ogni previsione è veramente campata per aria. Questo non vuol dire che non si debbano fare previsioni e che non si debbano proporre macchinette concettuali per farle. Le previsioni, anche temerarie e azzardate servono …per fare altre previsioni, magari più esatte, e per valutare il presente. Il presente visto dal futuro descritto dalle previsioni rivela sempre qualcosa in più.
I numeri di quelli che forse torneranno a votare sono molto labili: per questi soggetti ci vuole un messaggio forte e di grande passione: è il numero che può cambiare tutto.
La volatilità del voto nelle ultime elezioni italiane ha fatto scatti epocali rispetto alle percentuali da prefisso telefonico degli anni ‘60-‘80. Si possono prevedere cambiamenti dal 12% al 25% e, nel caso di gravi errori degli schieramenti, possono avvenire anche azzeramenti di forze politiche fino a ieri significative se non determinanti.
Nella mia ipotesi la figura generale è di stabilità del voto con l’eccezione del M5Stelle: sono quelli che possono perdere di più per la leggerezza della leadership, gli atteggiamenti contraddittori e le molte bugie, che raccontano i vari personaggi. Anche la Lega rischia per la rozzezza del capo, ma l’atteggiamento incolto sui migranti è apprezzato dalla cultura della fascia bassa e incazzata dell’elettorato non solo italiano. Il Movimento 5Stelle godrà di un bonus mostruoso se il bluff con l’Europa sarà vincente e lo sfondamento del famoso rapporto tra PIL e debito non sarà punito in modo letale dai mercati e dai ministri dell’ECOFIN, ammaestrati dalla tragica sequenza di errori fatti con la Grecia (cfr. Yanis Varoufakis “Adulti nella stanza” La Nave di Teseo, 2018). La vertenza si gioca in questi giorni (oggi?) con le decisioni di Giovanni Tria e, non tanto dietro le quinte, con la saggezza del Presidente Mattarella.
Molti operatori nel campo della politica e dell’avventura hanno capito che la situazione attuale propone un enorme bacino di elettori “senza babbo” ideologico, programmatico, partitico. Una riserva di circa 12 milioni di ex assenti ai quali si aggiungono almeno 5 milioni di probabili “cambiatori di idea”. Si tratta di quasi la metà dei 34 milioni di votanti delle ultime elezioni politiche. Ci si gioca il governo e la posta in gioco è affascinante.
Capire cosa ci vuole
Capire quale messaggio e quale leader li potrà affascinare (o imbrogliare) è il gioco corrente. Ci vuole un messaggio progressista, robusto ma saggio, nell’Europa è necessario rimanere per cambiarla senza smargiassate e i pugni sul tavolo irritano la cultura centroeuropea, ci vuole qualcuno che “sappia fare”, ma non sia arrogante, ci vuole competenza associata a responsabilità, (accountability termine poco traducibile in italiano e non per caso).
Ci vuole il controllo della rete. Ma, più che altro:
… Ci vuole una donna…una donna come dico io.
Eleonora d’Aquitania (1122-1204)
(lorenzo matteoli)
ANK mi manda questa sua riflessione:
Great image. She’s the woman young Chicago Eleanor is named after.
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Ciao Lorenzo,
ci vuole una donna … sono d’accordo (con qualche eccezione, tipo la Boschi o la Carfagna), un po’ meno d’accordo che ci voglia un messaggio progressista, robusto, saggio ecc.
I votanti, e tanto più i non-votanti che tu ben identifichi come LA soluzione, hanno bisogno di messaggi di pancia, che aiutino a capire che la frustrazione, il declino, l’invecchiamento, l’impoverimento, ormai diffuso a tutti i livelli, non si combatte con salti nel buio, demagogia e isolazionismo, facendosi nemici ad ogni angolo, un giorno gli africani, l’altro l’Europa, e poi quelli del Sud e poi quelli della sinistra, e poi i fascisti, e Berlusconi, e Renzi, ecc ecc.
C’è bisogno di inglobare, allentare le tensioni, far capire che la soluzione è nelle mani di ciascuno di noi e non dell’uomo della provvidenza, di destra, di sinistra, di centro, di sopra o di sotto.
Più che di una donna, forse c’è bisogno di una mamma… che riconduca tutti all’ovile, non li faccia litigare, spieghi bene che fare i furbi non premia, che in un paese pulito e ordinato si vive tutti meglio, che la felicità dipende da noi, che illustri in pratica come ci si rimbocca le maniche e che aiuta chi lo fa, tranquillizzi tutti che nessuno è schiavo ma sono tutti liberi, che gli immigrati sono qui per aiutarci ma tendono ad essere infelici, che bisogna studiare per migliorare e crescere, che bisogna conoscere per deliberare, che non si disobbedisce alle regole, che la certezza del diritto è un compito di tutti, che ciascuno è responsabile e che l’accountability è necessaria per fare sopravvivere una comunità in un periodo difficile come quello che si prospetta lo Stato è qui per aiutare ma non per mantenere, ecc ecc…
Ottima analisi! Concordo anch’io sul fatto che il prossimo leader della sinistra debba essere una donna, ma molto, molto ben preparata e dotata di talento, per esempio: una moderna…Ipazia!