Apprendisti…o non proprio?

 

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È vero che 60 anni di governi DC, PCI, Prodi, Berlusconi, D’Alema, Monti, Letta, Renzi hanno disgustato la generazione dei 20-30enni e magari anche molte di quelle precedenti. In particolare quelli che sono nati negli anni  ’80 e ’90 hanno vissuto solo corruzione, clientele, mani pulite, tangentopoli, collusioni mafiose… e perché dovrebbero credere alla Politica come luogo del nobile incontro tra Storia e Filosofia? Hanno visto solo ladri, furbi e spreco e cosa altro devono pensare?

Ma sui giornali e sulle cronache sono usciti solo i ladri e i disonesti. Molti dei quali sono anche finiti in galera. Alcuni anche che non c’entravano proprio. Le centinaia di migliaia di amministratori e di politici onesti, che hanno fatto funzionare il Paese  nonostante  corruzione, mafia, furti, clientele e mala-spesa, non hanno mai avuto il favore della stampa e lo spazio nella informazione quotidiana. È vero quindi che sfiducia e scoraggiamento sono  comprensibili, ma non del tutto giustificati. È  vero invece che le responsabilità delle generazioni politiche che si sono succedute al potere negli ultimi 60 anni sono pesanti. Nessun partito escluso.

È anche vero che la moneta unica europea è nata su norme sbagliate, che le regole di Maastricht e la loro gestione/applicazione/interpretazione da parte di Bruxelles e di Ecofin stanno portando l’economia del Sud Europa in una palude di recessione, mentre il Nord cresce, è vero che queste regole vanno cambiate, ma come farlo è un problema che non si può semplificare. È stato costruito un sistema monetario che non consente uscita senza catastrofe. Il sistema va cambiato dall’interno. Come va cambiato il ‘capitalismo finanziario’ da rapina che sta avvelenando la cultura sociale ‘liberal’ progressista e socialdemocratica in tutto il Pianeta.

È vero infine che ci vuole un “cambiamento” sia della politica di governo che della macroeconomia europea e globale.  Ma quale cambiamento? E come farlo? Ci si chiede.

Un cambiamento verso rigore, responsabilità e competenza, verso programmi di seri investimenti per crescita, rispetto ambientale, occupazione e sviluppo sostenibile. Verso una società più eguale e più giusta. Un cambiamento che richiederà negoziati seri, riforme complesse. Negoziatori credibili e competenti, attenti al rispetto reciproco, senza smargiassate, pugni sul tavolo, offese, furbizie, bugie, imbrogli demagogici e ricatti. Tempi lunghi, o, quantomeno, adeguati.

Non si vede nulla di questo scenario nell’attuale governo lega/5stelle.  Si vede piuttosto il suo contrario (cioè smargiassate, pugni sul tavolo, offese, furbizie, bugie, imbrogli demagogici e ricatti.) Un Ministro dell’economia travolto e umiliato dalla demagogia assurda dei suoi colleghi, consulenti del governo che non si rendono conto dell’impatto costoso delle loro dichiarazioni sventate o volutamente provocatorie, un ministro dei rapporti con l’Europa che non nasconde i suoi sentimenti di avversione settaria per l’Europa e il suo affetto per non descritti Piani B del tutto contrari alle continue dichiarazioni degli altri ministri…come se si recitasse una strana commedia delle parti: uno dice una cosa e l’altro lascia comprendere il suo contrario. Il governo del “contratto” non si mette d’accordo su nulla, gli interventi urgentemente drammatici per Genova sono bloccati dal litigio, la progettazione del bilancio del “cambiamento” nella palude di nuove clientele grilline/leghiste e di sbarramenti ricattuali, la vittoria sulla povertà una grottesca farsa, la manovra del popolo una truffa vergognosa. E così vanno allo scontro con l’Europa, verso la catastrofe con la precisa volontà di violare le regole sottoscritte dal Paese che, finché non saranno cambiate, vanno rispettate. Lo slogan impudicamente puerile urlato, onestà, onestà, copre, incompetenza, moralismo bigotto, totale immobilità operativa.

La sensazione è che si manovri in modo sfrontato per farsi “buttar fuori dall’Europa e dall’Euro” per poi giocare il ruolo delle vittime senza responsabilità e farsi rieleggere da elettori disgustati, ma anche creduloni e ingenui.

Infatti, Salvini insulta in modo volgare e volutamente provocatorio (…parlo solo con quelli sobri…dell’Europa me ne frego … lo spread me lo mangio a colazione …) e le dichiarazioni di Dimaio sono di premeditata arroganza (…non arretreremo di un millimetro …se l’Europa ci boccia andremo avanti lo stesso …), sono comportamenti di chi vuole e ha progettato la rottura.

Salvini e Dimaio, incoraggiati da Paolo Savona, sono convinti che i mercati finanziari compreranno avidamente le neo-lire e vogliono ignorare che sarà la Banca d’Italia a doverle disperatamente vendere al cambio più disastroso. Se mai qualcuno le vorrà comperare senza solide  garanzie collaterali (industrie, ferrovie, porti, autostrade…) e associate a interessi impossibili..

Esiste una interpretazione particolare  dei comportamenti avventurosi e arroganti di Salvini, Dimaio, Savona: sanno qualcosa che noi non sappiamo e che forse non sanno nemmeno gli gnomi di Francoforte e di Bruxelles. La risposta dei ministri di Ecofin rivelerà l’arcano: bluff o colpo di mano vincente? Forse vogliono sfidare Bruxelles sull’assunto del “too big to fail”. Può darsi che Ecofin e il Parlamento Europeo, per evitare la catastrofe dell’Euro, alla fine concedano un compromesso. Se così dovesse avvenire, il compromesso non lo accetteranno i mercati finanziari dove, per vendere il nostro debito, dovremo offrire interessi pesanti. Il debito pubblico italiano, avallato obtorto collo  dall’Europa, diventerà la vacca da mungere della speculazione internazionale: i contribuenti Italiani faranno arricchire la comunità finanziaria mondiale pagando interessi da usura. Per le prossime generazioni, e per quelli che oggi proclamano di “aver vinto la povertà”  e festeggiano felici la disastrosa vittoria pensata da Paolo Savona, bevuta e poi fatta bere al felice popolo grillino, da Dimaio/Salvini, con l’assist di Borghi/Bagnai, economisti organici.

L’ipotesi di uscita dall’Euro comporterà una violenta svalutazione dell’ipotetica moneta nazionale che dovesse venire creata, l’impossibilità di pagare il debito pubblico di 2300 miliardi di Euro e l’impossibilità di servirlo pagando interessi e quota capitale in Euro. L’export italiano verrà bloccato con la chiusura dell’accesso al mercato EU di 500 milioni di abitanti, e così la possibilità di procacciarsi Euro, per pagare il debito pubblico e  le importazioni necessarie a produrre i manufatti che poi esportiamo. L’Italia sarà poi  costretta, per fame, a vendere assetti patrimoniali nazionali (banche, infrastrutture, ferrovie, autostrade, porti, diritti di esazione fiscale…). Della sciagura Dimaio e Salvini daranno la colpa al complotto degli criminali plutocrati e i loro elettori ci crederanno.

Se non si riesce a capovolgere la situazione prima delle Europee del Maggio 2019 l’Italia è condannata alla decadenza, culturale, civile, politica ed economica per un futuro indefinito. È indispensabile trovare una proposta e un leader capace di raccogliere il voto fluido di tutti gli incerti, moderati, progressisti e degli assenteisti oggi privi di riferimento politico, di associarlo al voto dei fedelissimi del PD e delle altre liste di sinistra recuperando il voto degli elettori PD che hanno votato per i 5 Stelle, e che si sono pentiti dopo la sciagura dei primi mesi di  governo del contratto.  Se a questo “pacchetto di voti” si riuscirà ad aggiungere i voti di coloro moderati/progressisti che sono stati traditi da Berlusconi forse si riuscirà a bloccare la marea verdegiallonera e a impostare il vero cambiamento urgente e necessario.

Se non si riuscirà in questa impresa, quasi impossibile, la attuale sinistra fantasma si sgretolerà in decine di partitini e gruppetti social progressisti che verranno di nuovo travolti dalla marea incompetente degli apprendisti stregoni e dei dilettanti, inutilmente onesti, ma irresponsabili, gialli, verdi, neri.

Abbiamo urgente bisogno di un messaggio convincente, saggio e forte.

(lorenzo matteoli)

vedi:

https://www.corriere.it/opinioni/18_ottobre_05/illusione-crescere-decreto-ab7fe5f2-c8d5-11e8-81ab-863c582a99f0.shtml

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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3 risposte a Apprendisti…o non proprio?

  1. Renzo Secco ha detto:

    Caro Lorenzo sono perfettamente d’accordo con le tue considerazioni. Ho forti dubbi che si reiesca in tempi brevi a raccogliere i voti che tu invochi dei moderati/progressisti che ci sono non solo nel settore dei delusi del Berlusca, ma anche dai delusi del PD. Ci vorrà più tempo dei cinque mesi che ci separano dalle prox elezioni europee.Come la storia insegna forse sarà necessario passare attraverso la tragedia per avere quel ‘climax’ necessario per togliere di mezzo quei ‘frazionismi’ che impediscono di far prevalere l’interesse comune sui singoli egoismi. Spero di sbagliarmi e non voglio spargere pessimismo, ma temo…fortemente temo. Carissimi saluti. Renzo

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