UN PROBLEMA SERIO SUL QUALE NON C’E’ NULLA DA RIDERE

clickculture

 

Tempo fa avevo scritto un breve componimento sul degrado della democrazia parlamentare provocato dal suffragio universale. L’informazione dell’elettore medio è minima (dell’intelligenza non discuto)  e la sua capacità di scegliere con competenza e cognizione di causa è marginale e in molti casi si avvicina allo zero kelvin. La conseguenza banale e diretta  è che da elettori ignoranti  vengono eletti rappresentanti ignoranti e incompetenti. Si aggiunga la facilità con la quale una informazione avvelenata può manipolare elettori poco informati e poco critici e si capisce come mai la democrazia rappresentativa attraverso la delega agli “eletti” sia oggi in grave crisi. Non è solo dequalificata è diventata oggettivamente pericolosa. Basta guardarsi  intorno per rendersene conto. Non solo in Italia.

Vorrei aggiungere a questa tristissima riflessione un’altra considerazione forse ancora più agghiacciante.

Molte ricerche  svolte nel campo della neurologia e delle dinamiche che caratterizzano il funzionamento del nostro cervello: acquisizione informazioni, processamento informazioni, valutazione critica delle informazioni, capacità di sintesi, memoria, memoria comparativa, comunicazione, efficacia della comunicazione etc. hanno dimostrato in modo solidamente documentato una perversa correlazione diretta tra le ore che i soggetti passano davanti allo schermo dello smartphone, chattando, clikkando, giocando e il degrado catastrofico di tutte le funzioni caratteristiche del cervello sopra elencate.

La “click culturesta massacrando i nostri neuroni, il loro numero, la loro velocità la loro capacità interattiva. Settori interi della nostra pappetta grigia si stanno atrofizzando, il complesso reticolo neurale si sta irrigidendo in una specie di tecno-Alzheimer indotto da abuso di smartphone. Sindrome Clickopatologica Indotta (S.C.I. ©).

Migliaia di soggetti esaminati sistematicamente hanno dimostrato le drammatiche  evidenti conseguenze dell’S.C.I (Sindrome Clickopatologica Indotta ©):

 

  1. Perdono l’80’% della capacità di leggere test scritti
  2. Perdono il 90% della capacità di comprendere il contenuto di testi scritti
  3. Perdono l’80% della capacità di riferire sinteticamente il messaggio che hanno letto
  4. Perdono il 90% della capacità di ricordare il messaggio dei testi che leggono
  5. Perdono l’80% della capacità di scrivere un loro semplice pensiero
  6. Perdono il 100% della capacità di comprendere la logica di una frase composta da due proposizioni coordinate.

 

I soggetti si esprimono faticosamente, balbettando frasi sconclusionate, ripetendo parole delle quali in genere non conoscono il significato.

La loro capacità di attenzione non supera i 10 secondi e si avvicina a quella di un pesce rosso (8.5 secondi).
Ricordano solo slogan e frasi molto  semplici tipo:

  • Me ne frego
  • Lo spread non conta un cazzo
  • Non molleremo
  • Il ministro ubbidisca
  • Io sono stato eletto
  • Loro no
  • Vaffa
  • Il popolo ha sempre ragione
  • La politica viene prima della scienza
  • La competenza è uno strumento elitario
  • La conoscenza è uno strumento dei poteri forti
  • L’Europa sarà spazzata via
  • La cultura è l’oppio dei popoli
  • Credere, obbedire, combattere
  • Meglio vivere un giorno da Leoni…
  • L’aratro traccia il solco
  • …. Etc.

delle quali peraltro ignorano qualunque, diretta e banale  implicazione (affettiva, logica, economica, sociale, matematica, storica …). Politica meno che meno.
Non vorrei che la piega solo apparentemente paradossale del mio scritto induca una sottovalutazione del fenomeno e rimando alla bibliografia in calce perché i miei 28 lettori si rendano conto di quanto serio sia il problema.
Infatti, il fenomeno è talmente consolidato nel costume corrente da essere assolutamente irreversibile. La “click culture” e la Sindrome Clickopatologica Indotta(S.C.I. ©) sono caratteristiche oramai strutturali della attuale società. Sono qui per restarci e consolidarsi sempre di più. In tutte le scuole non si fanno più esami basati su colloquio verbale tra docente e studente: una pratica considerata scandalosa e oscena (alla stregua dell’autoerotismo). Solo test su supporto elettronico con scelta  di risposta  limitata a tre possibili opzioni (esempio: le principali caratteristiche della merda sono. A) edibile;  B) ruvida;  B) puzza. Percentuale risposte corrette 18.5%)

Alla articolata complessità del rapporto fisico, culturale, ideologico, interpersonale, sguardi, tono di voce, silenzi, prossemica, gesti, sorrisi, fermezza, sicurezza, incertezza, dubbio si è sostituito un click elettronico, privo di sfumature, di intuitiva intelligenza, di affetto, di rabbia, di tensione. Senza cultura, senza tempo, … abiotico, insulso e alla fine un vero cialtrone sociale.
Alla schematicità ossea dello strumento click si è a poco a poco adeguato il nostro cervello…semplificandosi e distruggendo la ricchissima complessità neurale…una vera tragedia organica.
Le conseguenze di questa tragica situazione sono da studiare e sicuramente sconvolgenti. La prima più immediata ed evidente è la rivoluzione della dialettica politica. Massimo Cacciari e Massimo Giannini, Paolo Gentiloni, Carlo Calenda, Gianrico Carofiglio dovranno cambiare radicalmente il loro atteggiamento nei dibattiti durante i talk show. È assolutamente inutile spiegare in modo, competente e dettagliato motivi, ragioni, logiche della loro filosofia, o della consistenza economica e sociale della loro critica. Nessuno li capirà nella società della click culture. Dovranno confezionare il loro pensiero in frasi semplici, senza subordinate, non più lunghe di 60 caratteri. Niente virgole. Non sarà facile la transizione dalla attuale convulsa logorrea. Vittorio Sgarbi, un vero genio profetico anticipatore, da tempo si è adeguato quando scandisce: capra! capra! capra! capra! capra! Superato solo dall’onorevole Brunetta anche lui grande anticipatore della dialettica della click culture.

Nota conclusiva:non fatevi ingannare dalle divagazioni ludiche del mio pensierino: questo problema è serissimo e non c’è niente da ridere.

(lorenzo matteoli)

 

Bibliografia (seria)

 Barr, N., Pennycook, G., Stolz, J. A., & Fugelsang, J. A.
The brain in your pocket: Evidence that smartphones are used to supplant thinking.
Computers in Human Behavior. 2015;48:473-480. doi:10.1016/j.chb.2015.02.029.

Chang, AM, Aeschbach, D, Duffy, JF, & Czeisler, CA.
Evening use of light-emitting eReaders negatively affects sleep, circadian timing, and next-morning alertness. Proc Natl Acad Sci U S A. 2015;112(4):1232-1237. 10.1073/pnas.1418490112

Ward, AF, Duke, K, Gneezy, A, & Box, MW.
Brain drain: The mere presence of one’s own smartphone reduces available cognitive capacity. Journal of the Association for Consumer Research. 2017;2(2):140-154.

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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Una risposta a UN PROBLEMA SERIO SUL QUALE NON C’E’ NULLA DA RIDERE

  1. Guido Vacirca ha detto:

    Purtroppo, quel che lei scrive, è tutto vero! Ho scritto purtroppo, in quanto la situazione è veramente allarmante! Io non sono un fanatico dei social, ma ogni tanto, qualcosa scrivo anch’io. Per carità! Si tratta di argomentazioni molto semplici, alla portata della mia scarsa preparazione culturale (non sono nemmeno laureato) e, spesso, non ho nemmeno il tempo materiale per documentarmi ed informarmi a dovere. Pertanto, quel che scrivo, è di facile comprensione. Ma appena mi dilungo un po’ di più, al semplice scopo di spiegare un po’ meglio quel che intendo dire, i miei post…vengono “rigorosamente” ignorati! E’ inutile, ormai il “popolo del web” condivide solo: immagini, aforismi, e… frasi brevi! Il guaio, ancor più grosso, è che…hanno dimenticato anche la storia, o forse…non l’hanno mai studiata!

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