Una breve risposta a Luca Ricolfi
https://www.ilmessaggero.it/editoriali/luca_ricolfi/editoriali_luca_ricolfi-4066339.html
Giuste e severe le considerazioni di Luca Ricolfi sul Messaggero. Ma il ritorno dello Stato non sia la cultura di Salvini, e c’è quel rischio ed è proprio per questo che Salvini raccoglie consenso: per l’assenza dello Stato che qualche volta quando è presente sarebbe meglio non ci fosse (cfr carabinieri del Gruppo Roma, e le loro superiori gerarchie).
Però a mali estremi, estremi siano i rimedi e più si va avanti con questa linea solo in apparenza civile, nobile e buona, ma in realtà devastante e massacratrice di povera onesta gente, peggiori saranno i mali e terrificanti dovranno essere i rimedi.
Allora, sotto il controllo di enti internazionali e della Croce Rossa, istituire campi di lavoro dove gli immigrati criminali a piede libero vengano raccolti, rieducati e fatti lavorare. Organizzati civilmente e nel rispetto dovuto e nei suoi limiti.
Strilleranno i buoni italiani: sono lager, sono colonie penali…orrore, orrore…ma quale è l’alternativa?
Che le nostre città o loro grandi quartieri diventino dei lager di criminalità incontrastata, di signori della guerra e bande assassine (Torino San Salvario, Roma San Lorenzo …)
Luca Ricolfi, uno dei nostri più intelligenti e colti commentatori, non vuole arrivare alla ineludibile conclusione…ideologicamente e professionalmente pericolosa. L’ha fatta Nicola Gratteri procuratore aggiunto a Reggio Calabria per i mafiosi del 41bis. Ma la faccio anch’io.
When good men do nothing bad things happen.
(lorenzo matteoli)
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