Clickopatologia n. 2

 

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pappata grigia, semiliquida attraversata continuamente da velocissimi neuroni

…la plasticità cerebrale al servizio dell’apprendimento: le azioni del corpo e gli stimoli che riceve  modificano la struttura del cervello in un processo di continuo adattamento all’ambiente. Nulla è definito una volta per tutte  dalla genetica: siamo artefici  del nostro destino e della nostra felicità, che può realizzarsi con un cervello sano anche in età avanzata se coltiviamo la plasticità fin da giovani, con la giusta alimentazione, l’attività fisica e la costante immersione in ambienti stimolanti che favoriscano la socialità…

Così scrive Giulia Alice Fornaro commentando un libro di Bernard Sablonniere “Una nuova geografia del cervello” (Dedalo, Bari, 2018).

Sembrano buone notizie: se siamo bravi possiamo mantenere il nostro cervello sempre giovane e vispo.  Ma, fate attenzione a quelle parole : “…continuo adattamento all’ambiente…”  Bisogna sapere quale è l’ambiente e quale è l’interazione ambientale alla quale si adatta continuamente la nostra magica pappetta grigia, semiliquida e attraversata continuamente  da velocissimi neuroni che predispongono, governano, organizzano e gestiscono il continuo adattamento.

Se l’ambiente  è quello dettato dagli obliqui algoritmi dei nostri telefonini intelligentissimi e traditori e dei nostri computer, è molto probabile che il “processo continuo di adattamento” sia uno splendido strumento per moltiplicare la nostra potenziale capacità di apprendere, dedurre, evincere, articolare, creare, inventare…ma è anche possibile che avvenga il contrario e che il nostro cervello si adatti alla comodità e al sottile plagio che gli algoritmi poderosi ci propinano senza che noi ce ne accorgiamo.

La bivalenza degli splendidi strumenti: dal mito greco di Prometeo, il fuoco, motore primo di tutti i progressi e di tutte le civiltà è stato anche il più infernale strumento di morte…

Quindi…alcuni utenti di moderne favolose tecnologie diventano più bravi, più intelligenti, più capaci e i loro cervelli saranno molto più potenti grazie agli algoritmi memorizzati nei chips. Ogni click sarà un passo verso maggiore comprensione, maggiore sapere, maggiore potere e capacità professionale….gli alfa plus.

Per altri utenti sarà vero esattamente il contrario: il loro cervello si adatterà alla pigrizia, alla semplificazione al dettato del piccolo schermo che viene assunto come una strana divinità di un vero fittizio o voluto da altri, e lentamente si appiattirà, atrofizzato dai click e dal vero elettronico dettato da altri per scopi altrui e per altrui obbiettivi…gli epsilon minus.

Il mondo degli alfa pluse degli epsilon minusdi Aldous Huxley è già qui.
(lorenzo matteoli)

 

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Aldous  Leonard Huxley 1894-1963

 

 

 

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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2 risposte a Clickopatologia n. 2

  1. matteolilorenzo ha detto:

    Bruno Caudana mi manda questo commento:

    DiMaio è solo un epifenomeno. Il disastro è aver spappolato il cervello di intere generazioni da almeno 40 anni. Ma forse anche da più tempo, con la marxistizzazione dell’attività intellettuale.

    Ad esempio: nessuno pare riuscire più a vedere nella “concorrenza” una condizione “naturale” della attività di scambio, indipendente dal volere dei singoli o degli aggregati sociali (che sono un’altra forma di individualità in concorrenza, come ben capito da Adam Smith). Così nessuno pare più capire che il “concorrente” ricompare, qualsiasi politica di sua eliminazione uno o un gruppo faccia.

    Non a caso ricompaiono tentazioni etico-ideologiche totalizzanti (l’Islam è la forma più estrema di ciò, ma Cristianesimo, Marxismo e anche un certo liberismo inteso come “dovere morale”, tutte quante ideologie globalizzanti). Ma non funzionano, nonostante i massacri impliciti nella adozione di esse. E l’Europa continentale, centrata sul pensiero dei filosofi tedeschi, è maestra nel teorizzarle e adottarle.

    Nessuno fa più i conti sul serio con la “concorrenza”, pensando stupidamente di poterla dominare.

  2. matteolilorenzo ha detto:

    Sempre acuto Bruno Caudana detto Wittgenbstein

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