La paura e la rabbia

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Le manifestazioni di Roma con i diecimila e oltre cittadini romani sulla piazza Michelangiolesca del Campidoglio  e di Torino con i 30 mila e oltre in Piazza Castello stanno sconvolgendo la compattezza dei 5 Stelle. Una sottile paura avvelena il sonno dei capi che reagiscono  proprio come chi ha paura: rabbiosamente. Approfittando della diagonale sentenza di assoluzione di Virginia Raggi, Dimaio insulta in modo volgare i giornalisti assistito dal Dibba Honduregno ancora più velenoso e volgare. Il linguaggio usato e le minacce non lasciano dubbi: si chiama paura. Fottuta paura.

In realtà quella di Virginia non è una assoluzione da festeggiare e della quale vantarsi, ma è un certificato penoso della incompetenza e dabbenaggine di Virginia, firmato con l’autorevolezza di un magistrato.

Le reazioni di Dibba e Dimaio sono però molto interessanti per leggere nel cuore del Movimento e la più interessante è quella del vero “capo”, Beppe Grillo, che a mio avviso perde il controllo e “toppa” in maniera pericolosa a se e agli altri. Grillo infatti attacca la “borghesia” che ritiene attrice fondamentale delle solide, fondate denunce politiche e di costume di Roma e Torino. Insulta e minaccia con una linea dialettica che giustamente il notista de la Stampa di Torino oggi qualifica come “Stalinista, Polpottiana, Hitleriana, Mussoliniana” e ci mette  per il buon peso anche Göring.  Tutti autori di battute (ben documentate su La Stampa) sulla borghesia pericolosamente uguali a quelle di Grillo. Da notare  che tutti sono rappresentanti di orrendi delitti storici, massacri, eccidi, etnocidi, camere a gas, gulag e tutti, dico  tutti, sono stati sconfitti dalla storia dopo aver fatto pagare alla gente e al mondo prezzi mostruosi per i loro delitti. Beppe Grillo si metta in lista di attesa.

Forse è bene avvertire Grillo che la Borghesia, che lui svillaneggia, disprezza e deride goffamente, da migliaia di anni a questa parte ha fatto, organizzato, gestito, vinto e perso tutte le rivoluzioni che la storia ha narrato e registrato. Tutte.

Quelle che non ha fatto non erano rivoluzioni, ma rigurgiti di buffoni, incompetenti, comunque al prezzo di migliaia di morti ammazzati. E questo è un particolare sul quale pensare.

La Borghesia, il grande Ceto Medio, la classe massiccia che va dal proletariato alla grande imprenditoria e finanza, con radici storiche profonde, lontane. Gente che lavora da sempre, che sa, che realizza, costruisce, porta a termine imprese, che è competente che si occupa malvolentieri di politica, ma quando se ne occupa lo fa sul serio. Gente che alla fine vince, sempre.

Chi aggredisce la Borghesia perde per dettato storico. E così sarà anche con Grillo e il suo bambolone Dimaio e il suo boy scout Dibba.
Mene, mene,  tekel, upharsin. La biblica scritta sul muro.

Hanno perso, Pol Pot, Stalin, Hitler, Göring, Mussolini e più di recente  da noi le BR e in Germania la RAF (Baader, Meinhof). Grillo deve solo scegliere il suo percorso per la sconfitta, o meglio la strada che farà percorrere a Dimaio e Dibba.

Salvini e Dimaio oramai non possono più nascondere il loro disegno assurdo e tragico: creare le condizioni per cui l’Italia sarà buttata fuori dall’Euro. L’uscita non è nel buffo contratto di governo perché era troppo pericoloso mettercela (ci avevano provato…), ma il progetto è rimasto e lo stanno portando a termine.

Adesso  le misure di Bruxelles serviranno a Salvini e Dimaio per impostare una fantastica campagna elettorale: noi volevamo “cambiare”,  ma Bruxelles e i “poteri forti” dei banchieri borghesi ce lo hanno impedito. Viva!

Mai campagna elettorale ha pagato i suoi slogan le cifre iperboliche che pagheranno tutti gli Italiani per consentire a Salvini di smargiassare irresponsabilmente su quel tema.

Il problema è se gli Italiani gli crederanno e se ci sarà qualcuno capace di smascherare e denunciare il furto immane, la immane stupidità e l’orrendo prezzo che pagheremo.

L’altro interessante problema è vedere come Dimaio subirà la nuova linea Polpottiana dettata da Grillo e il suo goffo manifesto di  comunismo, fuori luogo, fuori tempo… livido, feroce e vecchio: la storia insegna che il sistema si cambia dal di dentro, negoziando e trattando. Con competenza. Ogni altra strategia è stata tragicamente provata e sconfitta.  Joseph Stalin, Lavrentij Beria, Andrey Vyshinsky, Leonid Brezhnev, Pol Pot (nato Saloth Sar) ci hanno provato.
Grillo Beppe con Dimaio Luigi ci riusciranno? A quali massacri e sacrifici ci condanneranno? A quali miserie? Come farà Dimaio a convincere al suicidio un solido borghese come Salvini & C.? Come organizzerà il Grande Terrore a Pomigliano? E quanti 5 Stelle lo seguiranno? E Salvini che farà? Novello Lev Trockij?

Auguri a noi.

(lorenzo matteoli)

 

 

 

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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