Mariana Mazzucato
Il comunismo è finito storicamente, se sia stato un fallimento e per colpa di chi ce lo dirà la storia, forse, un giorno. Era una utopia molto ottimista sulla natura degli uomini, come il cristianesimo, ma a differenza di questo gli mancava la certificata promessa della felicità eterna come ricompensa del sacrificio esistenziale terreno, e la certezza dei Gulag non ha funzionato.
Il capitalismo si sta soffocando per ingordigia: il continuo arricchimento dei ricchi e il continuo inarrestabile impoverimento dei poveri o porterà all’imbarazzante situazione nella quale 50 individui ricchissimi possederanno il 90% di tutto e il 90% del resto dell’umanità possederà il 10% di tutto. E’ la fine, o qualcosa di diverso nascerà con qualche vigorosa riforma di “capitalismo” socialmente corretto e umanamente decente.
Può anche darsi a medio termine una ipotesi di crisi ambientale assoluta che risolverà ogni controversia.
La malattia finanziaria del capitalismo nasce quando il capitale invece di essere investito in imprese per la produzione di servizi, edifici, infrastrutture o di oggetti viene investito in presunzione di andamenti o tendenze macroeconomiche, oppure in acquisti allo scoperto di miliardi di dollari o euro che vengono rivenduti nel giro di qualche secondo per guadagnare uno o due centesimi sulla differenza (arbitrage) fra New York e Tokyo.
Il primo investimento implica progetto, lavoro, occupazione, trasformazioni industriali, commercio, trasporti, salari, stipendi e remunerazione del capitale investito, profitto.
Il secondo investimento (virtuale) produce direttamente profitto e le uniche spese sono il costo degli algoritmi di guida del computer e l’energia per suo funzionamento e per la trasmissione di dati.
Ma siccome quando qualcuno guadagna c’è qualcuno che paga (o perde) ci si chiede chi paga o chi perde quando il capitale viene investito in operazioni meta-finanziarie e speculazioni virtuali su titoli o valute. Una domanda molto generica alla quale non è facile dare risposte se non altrettanto generiche: quando guadagna la speculazione finanziaria o sulle valute tutto il resto del mercato perde o paga.
Ovvero l’arricchimento di uno viene pagato da una infinità di soggetti in aliquote minime che però sono milioni o miliardi per il singolo speculatore. Uno si arricchisce e spesso per cifre incredibili e il resto del mondo si impoverisce.
Una spiegazione molto da “bar sport”, ma abbastanza vera nella sua semplicità. Mariana vi spiega il resto….
Questa è la malattia finanziaria del capitalismo.
(lorenzo matteoli)