le folle oceaniche
Va detto in primo luogo che le analisi costi benefici si fanno per iniziative in contesti socioeconomici noti e strutturati. Modellabili per archi di tempo limitati in modo relativamente affidabile. Per poter modellare in modo altrettanto affidabile le ricadute socioeconomiche degli interventi oggetto di studio e trarne plausibili conclusioni. La letteratura sul tema è immane e non vale la pena insistere su una conclusione che è ovvia e banale: l’analisi costi benefici su infrastrutture secolari non ha alcun senso, è un esercizio pseudoscientifico che si presta ad ogni sorta di truffa, manipolazione, imbroglio.
È disarmante la fiducia feticista nell’analisi svolta per la TAV di una classe politica che definire scientificamente sprovveduta è una ingenua cortesia. Ma più che altro fa paura.
Il collegamento ferroviario veloce Veneto, Lombardia, Piemonte, Hautes Alpes, Savoia, Dauphiné sarà l’infrastruttura determinantedi una delle più potenti macroregioni europee: per economia, industria, agricoltura, tecnologia e finanza. Una realtà geografica paragonabile, probabilmente vincente, rispetto alla macroregione attualmente dominante quella del Centro Europa.
Quali saranno le condizioni eco-geografiche di questa nuova realtà territoriale nel 2080-90 è oggi pensabile in termini di visione politica, ma non modellabili in termini di macroeconomia.
Per questo le decisioni su infrastrutture territoriali di portata geografica su archi di tempo emisecolari o secolari si possono fare solo in un quadro di filosofia politica.
Detto questo ci si chiede come mai lo studio svolto sui costi e sui benefici della TAV che, ripeto, non ha alcun fondamento credibile sul piano scientifico perché tutte le ipotesi sulle quali si basa sono impugnabili se non esplicitamente vuote di senso comune e di obbiettivo valore, come mai dicevo, questo esercizio sia considerato alla stregua di una “verità rivelata”.
Il motivo va detto senza timidezza: lo studio, vuoto e ingannatore, ha la stessa matrice di vuoto inganno che connota l’attuale classe di governo e i partiti che la sostengono. E che siano una maggioranza numerica non ha alcun valore. Quasi sempre nella storia, anche recente, le “maggioranze” (magari oceaniche) ci hanno condotta alla sciagura. Con buona pace della democrazia che non sarà mai figlia di piazze incazzate. E non lo è mai stata.
Ci sarebbero molte altre cose da dire, ma una in particolare mi preme denunciare: la vergogna del Politecnico di Milano che non denuncia questo suo prodotto e se ne rende responsabile: una vera offesa nei confronti della solida tradizione dell’Ingegneria italiana della quale l’Ateneo Milanese è sempre stato illuminato rappresentante fin dalla sua fondazione nel 1863.
Appena sarà disponibile il documento e sarà possibile analizzarlo seriamente né farò una analisi precisa, e non dubito che con me ci saranno molti altri, per denunciare in modo documentato una cosa che oggi è già peraltro evidente in linea di principio fondamentale: la sua infondatezza e l’inganno che produce.
(lorenzo matteoli)
Le considerazioni del prof. Matteoli sono più che condivisibili. Speriamo che sulla scorta di questi ragionamenti inoppugnabili si capisca l’assurdità della ANC del prof. Ponti e soci. Eugenio Muzio
Ho letto le sue interessanti considerazioni sull’analisi costi/benefici della TAV e faccio qualche commento, non dal punto di vista politico, ma da uno più “tecnico” in quanto ho fatto anch’io in passato alcune analisi costi-benefici in ambito industriale, anche se non al livello di committenza e di complessità di quella in questione:
a) Condivisibili sia l’incipit che le conclusioni, anche se forse queste ultime possono prestare il fianco alla facile critica che, essendo già precostituito l’obiettivo della sua verifica, ossia documentare l’infondatezza e il risultante inganno dell’analisi costi-benefici, la neutralità delle conclusioni ne risulta irrimediabilmente compromessa.
Mi sembra più coerente con l’insensatezza di un’analisi costi-benefici su infrastrutture secolari (fatta per giunta con un’orizzonte al massimo ventennale) che la verifica che lei potrà condurre quando avrà il documento ufficiale verterà sull’esistenza degli errori di metodo che lei ritiene siano presenti, documentandoli in modo inoppugnabile, insieme con l’utilizzo strumentale se non addirittura la manipolazione dei dati utilizzati, con la conseguente inattendibilità dell’esito di quali siano prevalenti fra costi e benefici. Questa conclusione, qualora lei potesse dimostrare che è ben fondata, si presterebbe di meno all’inevitabile replica “lo dice lei che l’esito è sbagliato, per noi è giusto” tipica di un certo movimento politico, in quanto sosterrebbe che è puramente demenziale dare credito all’esito, indipendentemente da quale sia…
b) Ho visto che lei non ha citato la composizione della commissione che però, così com’è, rende quest’analisi poco più di una farsa: è come se il presidente di un tribunale che deve emettere una sentenza su una causa avesse incaricato di una perizia tecnica una commissione composta da membri indicati per la quasi totalità da una delle parti in causa e al cui esito avesse dichiarato che la sentenza si sarebbe attenuta! A me sembra una scelta fatta da sprovveduti o arroganti (l’una cosa non esclude l’altra…) anche perché rischia di essere un clamoroso autogol portando questa composizione a conoscenza del grande pubblico ed evidenziando la malafede che la sottende…
c) La condotta del Politecnico di Milano può essere tutto sommato censurabile, ma cosa dire di quella del Poli di Torino (nel quale io mi sono laureato in Ingegneria) con l’organizzazione del Convegno Scientifico del 2012 sulla Torino-Lione?
In relazione a TAV e “Torino va avanti” la pregherei di verificare una comunicazione su Messenger o, in alternativa, dare un riscontro mail. Grazie.