Marco Ponti: elasticità accademica
Leggete questa interessante storia: Marco Ponti l’autore del taroccatissimo studio Costi Benefici sulla TAV, partecipa con la direttrice della sua società di Consulenza a uno studio finanziato dall’Europa nel quale la TAV viene qualificata come fondamentale infrastruttura per l’economia Europea .
Non ho mai avuto dubbi sulla credibilità zero dello studio condotto a Marco Ponti e questa notizia conferma tutti i miei dubbi.
Il prof. Ponti si esprime a livello Europeo come sostenitore sicurissimo dei vantaggio della TAV, ma come consulente del Governo Italiano in conto 5Stelle firma lo studio CB che boccia la TAV.
Il tanto decantato studio Costi Benefici, le sue conclusioni, i suoi dati, le sue ipotesi non valgono la carta sulla quale sono scritti.
Quando si comprano i consulenti si ottengono i pareri che si vogliono.
(Lorenzo Matteoli)
Treno Alta Velocità Torino Lione
Paolo Bertalotti
Fino alla prima metà del Novecento le Alpi tra Italia e Francia non costituivano un problema per la comunicazione e lo scambio delle merci. La lingua parlata dalle due parti era l’Occitano, l’economia si basava sull’agricoltura e gli spostamenti avvenivano a piedi.
Vi era pertanto una cultura comune alle popolazioni italiane e francesi.
La gente che vive in montagna, ha mantenuto, in parte, la cultura e il rapporto di collaborazione transfrontaliero. La gente che abita in città si reca in montagna anche perché qui ritrova questo ambiente umano fatto di storia, cultura, tradizioni e di amore per la natura.
Le Comunità Montane hanno fatto costanti iniziative e investimenti per garantire la vivibilità delle montagne. Ma occorre continuare a difendere la cultura delle montagne per mantenere questa realtà.
Ma per difendere la montagna occorre migliorare le condizioni di vita di chi vive in montagna e, contemporaneamente, i rapporti, la produzione e la viabilità nelle città e nel territorio.
Nel Secolo passato e in quello in cui stiamo vivendo abbiamo assistito a notevoli cambiamenti (aumento della popolazione, aumento degli scambi, industrializzazione, automazione…). Questi fenomeni hanno indotto un adeguamento delle strutture e dei servizi per consentire la produzione e lo scambio delle merci.
Non è necessario fare una scelta tra un nostalgico ritorno al passato (per ritrovare un modello di vita naturale) e un balzo in avanti (per prefigurare e costruire il mondo futuro).
Occorre accettare entrambi gli scenari e progettare ad entrambi i livelli.
Anche se bisogna superare non pochi problemi.
Ad esempio, quando si amplia una strada perché non è più adeguata ai livelli di traffico si fa il progetto, si eseguono i lavori, ma il più delle volte i tempi di realizzazione sono lunghi e la nuova strada non risulta adeguata alle nuove condizioni e non risolve i problemi.
La tangenziale Nord di Torino, ad esempio, è stata progettata e realizzata per un traffico futuro.
Anche in questo caso ci sono stati dei problemi. Molti cittadini (che adesso pensano di aver diritto di interloquire su tutto) stanno dicendo al progettista di aver fatto la tangenziale troppo piccola.
Il progettista ha risposto: “Per dieci anni mi hanno accusato di aver progettato la tangenziale troppo grande e per altri dieci anni mi hanno accusato di aver fatto la tangenziale troppo piccola”.
Penso che il problema principale sia quello di considerare ogni aspetto a se stante, senza metterlo in relazione con tutti gli altri aspetti che intervengono nel problema.
Oggi le cose non vengono fatte per il comune interesse (“Se è comune non è interesse” diceva Gilberto Govi). Ma sembra che ci sia un rapporto conflittuale tra i vari settori. I poteri che gestiscono il trasporto su gomma non vogliono lo sviluppo delle ferrovie, delle metropolitane e neanche il trasporto delle merci su chiatte fluviali. Viceversa: chi progetta le linee delle metropolitane non pensa di arrivare fino agli aeroporti né di servire delle grandi aree di parcheggio in cui lasciare l’auto per imbarcarsi in metropolitana e realizzare pertanto un interscambio tra i diversi mezzi di trasporto.
Invece di una integrazione dei mezzi di trasporto si assiste alla realizzazione di diversi interventi indipendenti e conflittuali tra loro.
Mi pare allora che occorra lavorare per integrare e armonizzare le opere esistenti, terminare le opere iniziate e avviare i vari interventi progettuali con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita (nella montagna, nelle città, nei trasporti e nei servizi).
Quando sono comparsi i primi telefoni cellulari ho pensato che quella tecnologia non avrebbe avuto alcuna espansione nel futuro.
È vero che io non amavo il telefono e preferivo il contatto diretto con le persone, pensavo che al telefono si dovessero scambiare solo le informazioni essenziali e non aria fritta e pettegolezzi.
Da una analisi costi benefici mi sembrò evidente che non era conveniente investire soldi nello sviluppo della telefonia mobile.
Adesso, considerata l’evoluzione del cellulare, considerato il grandissimo numero di campi di applicazione del telefonino, la grande utilità e la quantità di operazioni che sono diventate possibili, devo riconoscere di aver commesso un errore grossolano nella valutazione dei benefici che sarebbero potuti derivare dall’introduzione di telefoni mobili.
Oggi la maggioranza delle persone ha il telefonino cellulare e io … ho la libertà di continuare a non usare il cellulare.
Penso che la stessa cosa stia capitando nella valutazione dell’alta velocità.
Non siamo capaci di prevedere quali saranno gli sviluppi e i benefici provenienti dalla realizzazione della ferrovia ad alta velocità che dovrà collegare Torino a Lione.
Ma alcuni sono sicuri di dire NO! Senza ombra di dubbio.
Noi invece siamo sicuri che chi oggi dice NO alla TAV fruirà dei benefici che deriveranno.
Personalmente diffido di quelle persone che sanno solo dire NO per contestare la realizzazione delle opere iniziate dalle altre parti politiche.
Credo altresì che chi non è capace di concludere un’opera iniziata non sappia fare nessuna altra opera e nessun altro intervento.
Forse … sarà in grado di fare … solo delle proposte per accontentare il suo elettorato.
Solo un ventaglio di proposte che investono tutti i settori, con la previsione di una rigorosa integrazione tra i diversi interventi, potrà migliorare la situazione italiana. Solo chi saprà individuare gli obiettivi che soddisfino l’intera nazione e saprà fare delle proposte ad ampio raggio individuando le strategie per raggiungerli, potrà pensare di incidere sulla evoluzione italiana.
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