Il bambolotto
Per quanto sia complicato oggi il Pianeta, e per quanto articolata e complessa sia la massa oceanica di informazioni che ci travolgono ogni minuto, e per quanto rapidi siano gli avvenimenti e i cambiamenti dell’ambiente, della società, dell’economia, della politica, per quanto assurde siano le contraddizioni che dobbiamo subire, capire, gestire…resta comunque solidamente vero che nulla avviene per caso. Non ci sono accidenti, strampalati, non esiste la casuale coincidenza, la fortuna o la sfiga stocastica.
Tutto quello che avviene e che avverrà, ha radici e nasce da quello che è avvenuto prima.
Questo non vuol dire che sia prevedibile, predeterminato e nemmeno progettato o voluto: nel caos congiunturale ogni volontà è travolta, annullata, assorbita, impastata, ma conseguente.
Come i granelli di sabbia in un fiume immane e violento finiscono in mare e nei millenni diventano isole, continenti, spiagge o si fermano sul fondo degli oceani per altri milioni di anni.
Quando i granelli di sabbia sono nei vortici del fiume prevedere il disegno delle isole e dei continenti futuri è impossibile. Quando invece le isole e i continenti si sono formati, dopo milioni di anni, guardando bene la forma e la geologia delle isole e dei continenti, qualcosa si può capire dei granelli di sabbia: da dove e come sono arrivati.
Il futuro non si può prevedere, ma il passato si può ricostruire.
Ci saranno tracce nel passato del killer-cretino suprematista bianco che uccide 50 musulmani a Christchurch e del senegalese frustrato che a Rozzano, se due eccezionali ragazzini non fossero riusciti ad avvertire i carabinieri del 112, avrebbe ucciso bruciandoli vivi 51 scolari della Scuola Media Vailati di Crema. Ci saranno storie antiche che spingono le centinaia di migliaia di africani a rischiare di affogare nel Canale di Sicilia per cercare di arrivare in Svezia, nonostante i Salvini feroci e gli inutili bambolotti Dimaio? Per non parlare delle connivenze di Renzi et al. e dell’assalto ai contributi del governo delle cooperative bene organizzate e ben connesse politicamente. Tutti assatanati sull’arrembaggio giorno per giorno, senza progetto, senza visione, senza strategia. Sfruttando i migranti scaraventati nella qualunque, provocando incazzatura e rifiuto nella gente che li deve subire. E ci saranno tracce in Egitto per ricostruire la storia di Khalid padre di Rami che le caotiche vicende degli ultimi 20 anni hanno portato in Italia a far nascere Rami.
Ci saranno di sicuro le tracce di tutte le storie, oggi le potremmo ricostruire, ma prima che si svolgessero la storia futura non si poteva né pensare né scrivere.
Il futuro radicato nel presente è imprevedibile perché il presente è troppo complicato ed è obbiettivamente inconoscibile nella sua immane dimensione e complessità. Ma studiando granelli di presente qualche ipotesi sul loro passato si può tentare, e il tentativo è un utile esercizio.
Tutto questo per inquadrare la domanda: “Come siamo finiti con Dimaio?”
Come ha fatto questo paese che per 60 anni ha votato le varie minestre PCI, DC, PSI, PLI, PRI, PdS, DS, PD, + 20 anni di Berlusconi a mandare al governo con il 32% abbondante dei suoi elettori (in realtà il 15% circa del corpo elettorale complessivo grazie agli assenti) un “movimento” come quello che oggi è guidato, si fa per dire, da Dimaio.
La domanda è contenuta in un altro importante problema: come si forma l’opinione pubblica,o come si forma un movimento che rappresenta una riconoscibile minoranza dell’opinione pubblica e che l’assenteismo elettorale trasforma in una forza politica capace di andare al governo, diagonalmente alleata con altri ideologicamente molto diversi. E pericolosi.
Come le tracce sull’isola… i granellini di sabbia, le premesse embrionali di quell’opinione esistevano da tempo in Italia, si tratta di capire dove si trovavano e quale percorso le ha portate al governo.
Le tracce di opinione pubblica che si sono poi coagulate nel M5S erano evidenti nella insoddisfazione per i vari governi di centro, di centro-sinistra …dell’area moderata e di centro-sinistra: le varie minestre PCI, DC, PSI, PLI, PRI, PdS, DS, PD. Insoddisfazione che si è confermata con i governi di Berlusconi e ha investito anche la destra di governo. Insoddisfazione che è poi diventata, irritazione, frustrazione e quindi radicale incazzatura.
Dalla insoddisfazione nasce il disinteresse, l’assenteismo alle elezioni, che culmina poi con l’indignazione e il disgusto. Un terreno sul quale Beppe Grillo ha seminato il germe del populismo qualunquista nichilista e anarchico che è alla fine si è depositato nel M5S.
Un movimento senza un collante definibile politicamente o ideologicamente, incentrato sulla insofferenza/disprezzo per la classe politica in generale (tutti ladri, tutti a casa!),e particolarmente feroce nei confronti della sinistra di governo PD.
Il collante che ha strutturato il M5S è stata la posizione sistematicamente negativa di fronte a qualunque iniziativa perché “chifa ruba”, quindi basta “non fare” per evitare il furto.Una volta che la decisione preliminare è di non fare, i motivi le ragioni per non fare si trovano di riffa o di raffa come si dice. Al limite si costruiscono anche strumenti pseudo scientifici e si trovano accademici disponibili (come le analisi costi benefici drogate per esempio, oppure gli articoli pseudoscientifici sui vaccini.) Strumenti che il grande pubblico non è in grado di capire e tantomeno valutare, ma che proposti con la certificazione scientifica fasulla della classe politica demagogica e incompetente, vengono presi per buoni dalla base ignara e procurano molti voti. Una volta squalificata la classe politica PD/DC/FI, che peraltro si era già massacrata da sola, è stata squalificata per estensione tutta la classe dirigente, i giornalisti (pubblicamente qualificati come puttane vendute) e i professori (i “professoroni” metafora per Mario Monti) e in genere la intera categoria della competenza professionale. Si comprano i loro professori e pensano per analogia che tutti i professori siano disponibili. Dei “manager” è meglio non parlare come degli economisti e dei banchieri. Si salvano solo quelli che si sono adeguati e cantano la canzone della demagogia più sfrenata.
Nel deserto di competenze, distrutte tutte le credibilità è evidente che il campo resta in mano alla cialtroneria più sfrenata che può affermare tutto e il contrario di tutto senza timore di essere smentita o verificata. Non c’è campo professionale o di impresa dove questo scempio non si sia verificato. Per obbiettività bisogna anche dire che avevano già provveduto a consolidare il disastro italiano 50 anni di corruzione, mafia, clientele, l’istituto universitario devastato dalle conseguenze del ’68.
In questo quadro cercare responsabilità specifiche è difficile, ma una categoria generale può essere la seria lacuna di vero confronto dialettico fra centro destra e centro sinistra che ha caratterizzato mezzo secolo abbondante di Repubblica Italiana. Per una serie di motivi radicati nelle vicende che hanno caratterizzato la fine della Seconda Guerra Mondiale in Italia (fuori dall’ambiguità: la resistenza bacata dalla guerra civile), la sinistra in Italia ha sempre goduto di una patente di superiorità culturale, mai veramente guadagnata e mai veramente verificata. La destra, ma specialmente il centro moderato, ha sempre subito questa condizione senza riuscire a sfidarla, soffrendo di un complesso di inferiorità che ancora oggi è bene espresso, non per caso, dalle manifestazioni di patetico e vuoto revanscismo fascista, il resto non esiste.
Il pensiero liberale della grande tradizione italiana è rimasto in silenzio, vuoi per sua colpa o per il pesante contrasto di una sinistra arrogante, di potere, appiattita sul marxismo per mezzo secolo e incapace di uscire da quella obsoleta minestra. Karl Popper e tutta la critica liberal-socialista sovranamente ignorata. I compagni del PCI avevano la “verità in tasca” o perlomeno si comportavano come se l’avessero e nessuno “andava a vedere”. Con quella “verità” il grande Partito è rimasto al palo per 50 anni e quando ha cercato di uscire dalla soffocante poltiglia si è bruciato: abituato al privilegio garantito, il mondo reale lo ha disfatto, nel senso dell’etimo. Le ultime tormentate vicende del PD post 4 marzo 2018 dimostrano che della crisi del PD non si è ancora vista la fine. Con i migliori auguri a Zingaretti.
Insieme al PD e alla DC il degrado della cultura italiana è stato imposto dalla scuola elementare, media e dai licei, e dalle Università, dalla TV e da gran parte della stampa: un marasma complessivo non voluto, autogeno, che di fatto ha addormentato i cervelli, distratto, azzerato la critica, sottomesso culturalmente e ideologicamente il Paese. Davamo per scontata e normale la corruzione, le tangenti, la Fiat, l’IRI, l’Isveimer, l’ENI, le BR, gli americani, la Russia…whatever. Tutto normale: the Italian way.
Marasma non voluto, autogeno, ma sicuramente con la firma della soi disantimmobile sinistra italiana al governo e con il pesante assist di Forza Italia e della colpevole inesistenza dell’opposizione liberal-socialista.
Su questo devastato paesaggio ha preso campo il vuoto demagogico dei 5S denunciandolo per mezzo delle comparsate di Beppe Grillo: la denuncia era giusta e convincente e ha avuto successo. Ma l’equazione denuncia = competenza è un falso letale, e con quel falso il M5S è andato al governo con la spuria coalizione con la destra di Salvini.
Questa sintetica ricostruzione può servire come base per raccontare la storia e rispondere alla domanda iniziale. Il governo che ci ritroviamo è una collegiale responsabilità del “sonno della ragione” della intera società italiana negli ultimi 20-30 anni e Dimaio è il mostro che ne è stato generato.
(lorenzo matteoli)
Nicchio sei grande. Questa volta hai superato te stesso in una lucida e coltissima analisi della sfiga che ci perseguita. Noi stiamo per scendere dellâautobus ma i nostri figli e nipoti…. Sono fiero della tua amicizia
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