Trenta anni della attuale abiezione governativa

Salvimaio

Non mi preoccupano Salvini, Dimaio, Conte.
Mi preoccupa il 60% degli italiani che li vota.

Mi preoccupa il PD che non riesce a esprimere una linea politica apprezzabile di fronte al vuoto di pensiero e culturale delle controparti politiche e arranca mettendo insieme una minestra improbabile di cattolici, socialisti di destra, socialisti di sinistra,’liberals’ senza fissa dimora, incerti di un nebuloso agnosticismo, ex comunisti, ex democristiani e quant’altro disponibile su piazza. Mi preoccupa una categoria di intellettuali che continua a dibattere sofismi oscuri in un linguaggio antico e intraducibile nel presente sconvolto dal qualunquismo populista e dalla reazione egoista truccata da finto buonsenso. Mi preoccupano i giovani disgustati e disinteressati ma, più che altro assolutamente disinformati e disponibili a qualunque volgare banalità demagogica.

Mi preoccupa l’Europa di Bruxelles, lontana, burocratica, assente dalla realtà quotidiana e senza nemmeno l’ombra della passione delle origini e incapace di assumere il ruolo imposto da valori sovra-nazionali di portata storica che sono invece vivi nella gente. Mi preoccupa la mafia italiana pluri-miliardaria, pervasiva, diffusa, sistemicamente collusa con le burocrazie amministrative del territorio, cresciuta scientificamente nella criminalità e gestita da raffinati criminali professionisti.

Di fronte a questo mare oscuro non si percepisce alternativa a breve termine, non si vedono embrioni di riscatto…tutto rotola verso una catarsi tragica, che inizierà dopo le elezioni europee di Maggio.

Senza un vigoroso risveglio di un’Italia che sicuramente esiste nelle incerte percentuali dei vari ambiti sociali, il Paese si avvia verso venti o trenta anni della attuale vergogna governativa.

 lorenzo matteoli

 

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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Una risposta a Trenta anni della attuale abiezione governativa

  1. Paolo Bertalotti ha detto:

    VOTAZIONI
    Votare non deve essere solo un diritto, ma dovrebbe essere un dovere.
    (In Brasile chi non vota deve giustificare l’assenza dalla votazione o, in mancanza di motivi validi, deve pagare una multa. In mancanza della giustificazione e del pagamento della multa si perdono alcuni diritti, ad esempio non si può rinnovare il passaporto e, forse, non si può votare).
    Per poter votare dovrebbero essere stati assolti gli obblighi imposti dallo stato (studi, prevenzioni…)
    In occasione delle votazioni vengono presentati dai partiti i simboli e l’elenco dei candidati.
    La presentazione di molte decine di partiti indica l’incapacità di mediare, di accordarsi e di collaborare tra partiti e forse anche l’aspettativa di ottenere un finanziamento dello stato.
    Per limitare questo enorme spreco di tempo e di denaro bisognerebbe porre un freno alla proliferazione dei partitini. Per questo non è sufficiente dire che al di sotto della soglia del 5% non viene eletto nessun candidato ma, ad esempio lo stato dovrebbe far pagare le spese elettorali ai partiti che non raggiungono la soglia dei voti richiesta. Il rimborso potrebbe essere proporzionale alla differenza tra la soglia (5%) e il risultato elettorale ottenuto dal partitino.

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