Si scatena la bagarre su Carola Rakete, ha fatto bene, ha fatto male… il giornalista Domenico Quirico su La Stampa (Cara Carola stai sbagliando) fa una lunga predica sulla opportunità di rispettare la legge e sul fatto che forzare le regole è controproducente per la stessa causa che si vuole difendere (…ci volevano giuristi implacabili e pazienti…procedere secondo la applicazione della Legge più alta…): ignora le condizioni di emergenza nelle quali ha dovuto decidere Carola. Quando si decide fra vivere e morire i minuti contano, il consiglio di saggi giuristi non solo è inutile, ma può essere letale per chi rischia.
Salvini, tronfio, in patetica difesa, si dichiara soddisfatto: i migranti sono collocati tutti fuori dall’Italia, la Capitana “pirata” è stata arrestata, così non andrà più in giro per il Mediterraneo mettendo a rischio la vita degli altri. Ignora il dettaglio importante: tutto poteva essere risolto prima e meglio senza la sciocca bagarre della interdizione, senza il lungo, fazioso comizio su facebook, senza il patetico celodurismo del “non sbarcheranno mai…”, senza aizzare la canizza dei becero-leghisti e senza l’incivile bordata di insulti dei razzisti in foia salviniana sui social. Episodi umilianti per l’Italia decente, ma perfettamente in linea con la cultura triviale e manesca del vice-primo-ministro e con il suo bisogno ansioso di dimenarsi continuamente sui media per raccogliere voti dalla pancia più laida e ributtante di una feccia che di italiano si spera non abbia proprio nulla, ma che purtroppo è qui ed è tutta di Salvini, e che sporcherà la nostra immagine nel mondo intero per anni a venire.
Carola Rakete, splendido esempio di femminile, pragmatico, marinaro, nordico, materno ha fatto quello che doveva fare, non poteva continuare a vagare per il mare con 40 persone in condizioni fisiche marginali, se non estreme e non poteva che salvarle, valore di assoluta priorità su qualunque argomento giuridico o politico. Forzando il blocco e attraccando contro le ordinanze, sulla cui legittimità è lecito dubitare, ha salvato i 40 naufraghi dei quali era responsabile e paradossalmente Salvini trae vantaggio dalla decisione di Carola: se qualcuno dei 40 non fosse sopravvissuto, Salvini avrebbe avuto una gravissima responsabilità che si sarebbe aggiunta a quella già grave di 49 milioni di Euro rubati dalla sua Lega. Carola ha deciso in emergenza, rischiato e paga di suo, non poco: incriminazione, manette, galera, multa, sequestro della nave, per aver seguito il categorico kantiano di una legge che non ammette facile evasione: chi affoga in mare va salvato, senza deroghe e senza comode opzioni.
Carola, femminile, forte, marinara, responsabile generosamente disobbediente, vola alta sul seguito degli anonimi maschi onanisti di Salvini che scompare abbaiando al vuoto.
La legge non è sempre giusta e la sua interpretazione deve essere contestuale.
Ci saranno giudici ad Agrigento!
lorenzo matteoli