Niccolò Machiavelli fondatore e maestro della moderna diplomazia
L’elenco delle gaffe, delle stupidaggini, delle castronerie che Luigi Di Maio è riuscito a combinare nella sua breve e fulgida carriera politica farà sempre parte di una ricca appendice ai memo che le “cancellerie” del mondo prepareranno per i loro ministri, presidenti, plenipotenziari, sultani e imperatori. Chi lo riceverà sarà sempre bene informato sul profilo culturale e umano del nostro ineffabile e questo rassicura sul fatto che qualunque altra brillante castroneria che il pellegrino della Farnesina riuscirà a imbastire sarà annacquata dalla sua scarsa credibilità e spuntata dalla sua “fama”.
Resta la curiosità per sapere come ha fatto il neoministro degli A.E. ad atterrare su uno dei ministeri più importanti del nuovo governo. Avrei una interessante spiegazione, oltre alla smisurata arroganza ricattuale del soggetto e alla debolezza della controparte PD: ce lo hanno fatto arrivare apposta.
Infatti, è il ministero dove grazie alla assoluta ignoranza, vuoto culturale, vuoto di pensiero del soggetto è più probabile che questi commetta altre castronerie, colorite, divertenti e devastanti,… mondiali, che alla fine lo annulleranno completamente.
Di Maio è uscito distrutto politicamente e personalmente dalla crisi lanciata dall’autogol di Salvini: non voleva il voto anticipato che sapeva sarebbe stato letale per lui e per il M5S, non voleva il governo con il disprezzatissimo PD, non voleva il declassamento dal doppio ministero e dalla vicepresidenza, e fino all’ultimo ha fatto di tutto per far saltare l’accordo.
Di tutto vuol dire anche un tentativo di colpo di stato come chiaramente è stata la imposizione del voto sulla sgangherata piattaforma grillina. Nessuno l’ha voluta denunciare come tentato colpo di stato, ma la storia futura farà ammenda di questa gravissima lacuna.
Detto in chiaro:
- il Presidente del Consiglio incaricato Conte avrebbe dovuto dichiarare con chiarezza che avrebbe ignorato, se ci fosse stato, il voto negativo dei grillini come non svolto, privo di significato, anticostituzionale, illegale e qualificabile come tentato colpo di stato.
- La Corte Costituzionale avrebbe dovuto diffidare la Casaleggio & C e qualunque altra agenzia privata dallo svolgere, ora e in futuro, qualunque liturgia che mettesse in discussione l’autorità del Presidente della Repubblica Italiana e il Parlamento della Repubblica.
- La stampa e la TV e tutti i media avrebbero dovuto denunciare l’iniziativa invece di qualificarla positivamente come “operazione di democrazia diretta” inqualificabile errore marchiano.
Di Maio porta in giro il suo cadavere politico: derattizzato dal padre nobile Elevato Grillo, sfiduciato dai suoi compagni di movimento, ha irritato i suoi compagni, il premier Conte, il Presidente Mattarella con la richiesta della liturgia sulla piattaforma Rousseau, la controparte del PD, con il doppio gioco sfrontato ed estremo con Salvini, ridicolo prigioniero dei suoi puerili isterismi, e della sua smisurata presunzione, sepolto da una lunga storia di errori e sciocchezze, collezionerà ancora qualche aneddoto interessante e alla prima plausibile occasione sparirà dalle miserie del teatrino politico italiano del quale è stato emblematico squallido guitto partenopeo.
La Farnesina, con strumenti che quella burocrazia conosce e usa in modo magistrale, epurerà gli attuali consiglieri che lo hanno assistito nelle innumerevoli castronerie (il soggetto è talmente vuoto dal non saper nemmeno scegliere dei consiglieri capaci e competenti), lo isolerà e proteggerà nei limiti del possibile, ma alla fine l’ineffabile riuscirà comunque a fare castronerie. Anche perché le più belle e significative gli verranno preparate e servite con raffinata, crudele abilità.
Basta aspettare… ma c’è una angosciosa alternativa: ci sono molte probabilità che questo governo, che deve gestire pesantissime responsabilità politiche per il futuro democratico del Paese, venga fatto saltare dai capricci del Di Maio, il cui sogno salviniano scalda ancora l’amaro della sconfitta. Se non verrà neutralizzato Luigi Di Maio un giorno venderà l’Italia a Salvini in cambio di una livrea da finto primo ministro.
Lorenzo Matteoli
PS l’ultimo capriccio Di Maio l’ha fatto poche ore prima della presentazione del Governo al Presidente Mattarella, imponendo il suo amico Riccardo Fraccaro come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: “O lui o salta tutto!”
Bellissimo!