Quante mucche nei corridoi

La destrutturazione delle ideologie,
quante mucche nei corridoi,
il capitalismo decente,
la crisi ambientale
diventare seri
Renzi.

 

mucche

Una volta Hasan Ozbekhan[1] la chiamava la fine delle ideologie, ma oggi è più elegante chiamarla destrutturazione delle ideologie. L’interpretazione da Bar Sport l’ha recentemente fornita il Ministro degli Esteri Di Maio che ha detto che non c’è né destra né sinistra. Battuta squisitamente ideologica, ma Di Maio non lo può capire. Ci sono solo problemi che non sono né di sinistra né di destra anche se sempre provocati da una o dall’altra delle due grammatiche. Sono solo le soluzioni che possono essere di sinistra o di destra.

Per fare un esempio attuale:

  1. lasciare annegare i migranti nel Canale di Sicilia, chiudere i porti, dare multe da milioni di euro a chi salva i naufraghi, sequestrare le navi che salvano i naufraghi, organizzare campi di prigionia in Libia dove bloccare i migranti perché possano essere derubati, ricattati, sfruttati, stuprati, torturati da massacratori libici è una soluzione criminale del problema dei migranti.
  2. Impostare accordi con l’Europa, organizzare piani di investimento in Africa, salvare i naufraghi, accogliere e selezionare i migranti, respingere i delinquenti, formare i migranti nell’ambito di una strategia europea calibrata sui prossimi 20/30 anni è una soluzione potenzialmente decente del problema dei migranti.

Dov’è la destra? Dov’è la sinistra?

Perché bisogna accoglierli? Perché l’Europa ne ha bisogno, urgente bisogno. Il Continente Europeo è in un ciclo demografico negativo che durerà per prossimi 40 anni senza migranti stiamo andando a sbattere in una catastrofe da spopolamento. Un continente di vecchi con una minoranza sempre più ristretta di lavoratori: un finale chiaramente insostenibile. Le tendenze demografiche richiedono visione di lungo termine: almeno due generazioni.  Siamo già in ritardo… e li mandiamo via o, peggio, li affoghiamo, i migliori, i più coraggiosi, i più decisi, già pre-selezionati…
Pensare di risolvere il problema, che non è un problema ma una soluzione, affogando i migranti nel Canale di Sicilia, chiudendoli in campi di concentramento i Libia guardati da ladri e stupratori, invocando il Sacro Cuore di Maria Vergine non è solo stupida incompetenza: è criminale.

Far credere che così si possa risolvere il non-problema è ancora peggio: vuol dire spingere il dramma attuale verso una sanguinosa tragedia finale.

Quali sono dunque le priorità? una essenziale e inderogabile: far capire agli italiani e agli europei quale è la vera dimensione del non-problema, che il fenomeno è epocale, che sarà attuale per i prossimi 30/40 anni per l’Europa e per il mondo, non solo per l’Italia. Senza questa comprensione e senza questa informazione continueremo ad avere criminalità politica che invoca il Sacro Cuore di Maria Vergine, affoga i migranti, li deruba, ricatta e li condanna ai campi di stupro libici. E non si rende conto che sono la soluzione e non il problema.

Dov’è la destra? Dov’è la sinistra?

In questo mondo di ideologie destrutturate è difficile dirlo: ci sono diversi percorsi, alcuni criminali, alcuni solo stupidi, alcuni stupidi e criminali, alcuni stupidi criminali e vergognosi, alcuni difficili, alcuni decenti, più o meno costosi, alcuni forse una positiva gestione del fenomeno dei migranti e una soluzione per il problema dell’Europa spopolata. Nessun percorso facile.

Le mucche nel corridoio: sono svariate e di vario carattere e umore. Una muccona enorme e incazzata è quella del problema ambientale, degrado fisico patologico, cambiamento del clima, inquinamento irreversibile, etc.

Anche in questo caso si tratta di un problema immane che richiede per essere risolto una rivoluzione radicale del sistema economico/finanziario.

Il valore dell’ambiente, il suo costo di breve e lungo termine deve essere inserito nell’algoritmo finanziario, macroeconomico e microeconomico. Se abusando dell’ambiente senza riscontrare il suo valore e i suoi costi nelle transazioni e negli scambi, si diventa ricchi, magari spaventosamente ricchi, il problema non verrà mai risolto. Ammesso che ci sia una soluzione.

Una mucchina positiva comincia a spuntare nel corridoio: il capitalismo decente. Il degrado avvelenato del capitalismo finanziario da rapina, ha fatto capire che questo sistema è alla frutta e deve cambiare. Autori come Paul Collier, Mariana Mazzuccato, Lucrezia Reichlin, cominciano a filtrare nel pensiero economico conforme, la diseguaglianza come struttura/condanna della macroeconomia è presente nel dibattito di avanguardia. Riforma fiscale, redistribuzione, reinvestimento degli attivi di bilancio, tassazione fortemente progressiva (altro che tassa piatta) neo-keynesianesimo, economia circolare sono termini che cominciano a far parte della dialettica corrente.

Non esiste politica ambientale in un sistema che non sconta il valore dell’ambiente: la mucchina del capitalismo decente potrebbe associarsi in modo positivo alla muccona della crisi ambientale e alla fine innescare il ciclo virtuoso risolvente.

Questo dibattito è molto esposto alla faciloneria demagogica: di quelli che propongono soluzioni politicamente inapplicabili, ma facili da vendere all’inclito ignorante del Bar Sport, perché laidamente demagogiche.

Diventare seri: questo è il problema scoraggiante. La scuola produce clicking morons, la demagogia razzista esalta la superficialità suicida, il voto universale privilegia il voto della massa di elettori ignoranti e manipolati che a loro volta eleggono politici da spiaggia e mojitos, con i quali poi si identificano in un ciclo perverso di esaltazione dell’incoscienza irresponsabile. La volgarità trionfa. La competenza viene irrisa, conoscere per decidere non è più necessario: si decide sulla base dei sondaggi di opinione. Vincono i cretini. Nessuno verifica.

Quindici mesi di arroganza, berci, insulti sono stati controproducenti, pericolosi, costosi, da vergognarsi. Quindici giorni di ragionevolezza decente hanno conquistato una prima fondamentale svolta nei rapporti con l’Europa. Sallusti dice che il successo della Ministra degli Interni Lucia Lamorgese è la conseguenza dei quindici mesi di arroganza, bugie e insulti.

Come dire che martellarsi un dito è bene perché quando si smette è un sollievo, o che mangiare sale leva la sete perché dopo averlo mangiato si beve. Bravo Sallusti: la necessità di leccare aguzza l’ingegno.

È vero che la differenza fra i due comportamenti ha esaltato l’intelligenza e il buon senso del secondo, ma confondere questo con il concetto di conseguenza logica è come dire che una azione intelligente è la necessaria logica conseguenza di una cazzata.

E, per finire con le mucche nel corridoio, che dire di Matteo Renzi? Renzi deve leggersi bene Curzio Malaparte (Maledetti Toscani) e capire perché i toscani irritano quelli che non sono toscani. Ma su una cosa ha ragione: andare via dal PD è stato un fatto positivo sia per il PD che per Renzi, anche nei modi e nel momento.  Poi vedremo, ma sarei prudente nel fare previsioni di un segno e dell’altro.

Lorenzo Matteoli

 

 

 

 

 

[1] Hasan Özbekhan was born in Turkey in 1921, into a diplomatic family. He studied at the Lycée Chateaubriand in Rome, and then studied Law and Political and Administrative sciences at the Faculte de Droit and the École Libre des Sciences Politiques in Paris, and his graduate studies at the London School of Economics. He undertook his postgraduate work at the University of Cambridge after being elected to the Leverhume Fellowship.

 

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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2 risposte a Quante mucche nei corridoi

  1. Guido Vacirca ha detto:

    Concordo e condivido tutto quanto è riportato nell’articolo. Ma in merito alla questione che riguarda l’accoglienza dei migranti, ci terrei a esprimere un leggero disappunto. È vero che: ” I migranti ci servono e ci serviranno in futuro”, ma non ritengo sia corretto accoglierli solo per un motivo prettamente economico. L’accoglienza è un gesto umano e, come tale, non va inteso come…un’esigenza di manodopera! In questo mondo globalizzato, riterrei opportuno e doveroso orientare le decisioni politiche verso l’abolizione del concetto di “stato”. “Stato” inteso come territorio delimitato da leggi sovrane e frontiere. Ormai i problemi economici e quelli ambientali hanno valenza mondiale. Per poter trovare le giuste soluzioni e riuscire a realizzarle è indispensabile una condivisione a livello planetario. Il passaporto delle generazioni future dovrà riportatare la dicitura: “Cittadino del pianeta Terra”. Solo così facendo avremo, anzi: avranno qualche possibilità di sopravvivenza!

  2. matteolilorenzo ha detto:

    Ha ragione Guido. Forse mi sono dimenticato dell’importante (fondamentale) dettaglio perché mentre scrivevo pensavo a un interlocutore specifico (indovinate a chi) e ho nel mio sub-limine escluso che potesse afferrare quel “garbo”. Diciamo che ho compreso l’humanitas nel più ampio contenitore di “cultura”. Grazie Guido! I stand corrected!
    LM

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