La Repubblica del calicchi

Giuseppe Calicchio direttore del Pio Albergo Trivulzio in quota Lega


Nella mia riflessione di ieri esprimevo una preoccupazione sul futuro dell’Italia

Con il passare dei giorni e delle settimane la crisi si allarga ad attività industriali di portata macroeconomica (auto, mobilità, trasporti, confezioni, distribuzione, tessile …chimica, siderurgia). In pratica la “iugulare” della struttura economica dei paesiindustrializzati/terziari. 
Molte cose non saranno più come prima, ma molte cose non saranno più. 
…..
L’Italia dopo la pandemia sarà profondamente diversa, senza un radicale rinnovamento della cultura politica, della classe politica, della cultura dirigente, della classe dirigente saremo una colonia europea.

Leggo precisamente nel merito in un articolo su Critica Sociale* Francesco Forte** s scrive, sulla base di una precisa valutazione dell’attuale regime (Conte2):

Dalla ipotesi che l’economia italiana nel 2020 abbia una recessione dello 1-3% rispetto allo scorso anno, ora dai primi di febbraio, quando è stata varata dal Consiglio dei ministri la dichiarazione di emergenza da corona virus con durata di sei mesi sino al1 luglio, si prevede che la recessione nel primo semestre sia del 10%, così trascinando l’Italia verso un baratro se non si preparano sin da ora energiche contromisure.  Il regime gestionale con la cabina di regia del premier e della Protezione civile non basta, è troppo monocratico, troppo assistenzialista, senza esser in grado di inserirsi nell’intrico europeo e in quello delle sue politiche fiscali e monetarie. E, last but not least, è troppo poco rappresentativo della nazione, in cui vi è una maggioranza politica effettiva diversa, da quella del governo composta da PD, Leu e 5 Stelle, che riesce a stare al potere solo perché uno dei partiti che lo compone, Italia Viva, non ha ancora staccato la spina, pur sostenendo tesi completamente diverse da quelle della triade a guida Conte.    Occorre una diversa cabina di regia, e solo la Presidenza della Repubblica, in modo democratico, la può dare, in quanto espressione dell’unità e identità nazionale.

esprime una ipotesi risolutiva robusta e molto interessante:

Occorre una diversa cabina di regia, e solo la Presidenza della Repubblica, in modo democratico, la può dare, in quanto espressione dell’unità e identità nazionale.  Infatti, il Presidente della Repubblica, eletto dal Parlamento con maggioranza qualificata (oltrre che dai delegati delle Regioni) non rappresenta solo la maggioranza, ma tutta la nazione. Ed esiste, come previsto dalla Costituzione  un organismo collegiale coordinato dalla presidenza della repubblica, democratico, aperto a nuovi membri, denominato”Consiglio Supremo di Difesa”, che – come si legge nel portale della Presidenza della Repubblica, “è un organo di rilevanza costituzionale preposto all’esame dei problemi generali politici e tecnici attinenti alla sicurezza e alla difesa nazionale”.

Nell’articolo Francesco Forte espone con chiarezza la forza costituzionale della proposta, il rigore e la tutela che l’Istituto del Consiglio Supremo di Difesa  garantisce alle istituzioni democratiche della Repubblica.

È facile prevedere che questa proposta nei prossimi mesi verrà sovranamente ignorata dalla canizza dei pericolosi dilettanti che manderanno in rovina il Paese. Assisteremmo all’arrembaggio degli incompetenti, alla prevaricazione degli arroganti, all’umiliazione della professionalità e al trionfo degli stupidi irresponsabili sulla generale sciagura.
La Repubblica dei calicchi.


Lorenzo Matteoli

*Titolo:  La Costituzione offre a Mattarella la garanzia della sicurezza nazionale sanitaria e della ricostruzione
**Presidente del Comitato Scientifico di Critica Sociale – Professore Emerito di Economia Pubblica- Dipartimento di Economia e Diritto, Università Sapienza di Roma

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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