
L’analogia tra ricommissionare l’immane macchina della metafora e “ripartire” dopo la pandemia del coronavirus è intrigante, ma più che le similitudini tra le due dinamiche sistemiche sono interessanti e significative le differenze. Fondamentale è la differenza, già segnalata nell’esercizio di ieri, (Ripartire): le parti elementari i dispositivi e i componenti del sistema antropologico-economico hanno una “intelligenza” propria, una “volontà” individuale, desideri e storie specifiche. I componenti e i dispositivi della “macchina metaforica” non hanno nulla di paragonabile. L’interazione delle volontà e dei desideri di ogni particella, dispositivo, elementare determina la complessa volontà del mega-sistema antropologico economico. Senza questa volontà tutto rimane inerte, comunque: nessun combustibile, nessun lubrificante sarà in grado di reagire allo stimolo iniziale, al colpo di manovella magico che scatena il ciclo energia/lavoro della macchina antropologica-economica. Ci vogliono la combinazione sinergica delle volontà individuali, la tensione morale del “progetto”, la volontà di futuro, la necessità etica di operare, il “telos” sociale perché il sistema torni a funzionare.
Se la crisi distrugge queste motivazioni fondamentali, è difficile, se non impossibile, che il sistema antropologico-economico si ri-attivi.
Il pericolo quindi è che la lunga interruzione operativa necessaria per dominare la pandemia aggredisca la forza del progetto sociale e logori il sistema di obbiettivi che motiva e ordina il funzionamento dell’istituto sociale e della strumentazione etica, politica, e materiale per conquistarli.
Questo pericolo va affrontato e il problema è politico: è necessaria una dirigenza culturale, etica e politica capace di indicare gli scopi, gli obbiettivi e di istruire la tensione morale, la volontà sociale, il desiderio di operare, indispensabili per raggiungerli.
Per questi compiti la attuale situazione italiana è disperata.
Descrivere nel dettaglio i profili personali degli attori oggi disponibili in Italia è un esercizio penoso, inutile. Una situazione indotta dalla demagogia dominante nei media, e dalla immaturità dell’elettorato italiano che la approva e la subisce.
La ricerca e gli investimenti provocati dalla pandemia covid19 daranno nell’arco di 18-24 mesi risultati epocali nel campo dei vaccini, della strumentazione diagnostica e delle medicine antivirali.
I vaccini mRNA (messenger RiboNucleic Acid) usano l’acido ribonucleico per trasmettere le istruzioni del DNA (DeoxiriboNucleicAcid) per la sintesi delle proteine: sono vaccini che usano un codice genetico per istruire le cellule su come generare una reazione immunitaria. È probabile che possano essere prodotti più rapidamente dei vaccini tradizionali.
Diagnosi: la prossima aggressione pandemica vedrà il pubblico attrezzato con sistemi di diagnosi domestica che consentiranno una individuazione immediata del virus e una tempestiva azione di terapia e contenimento.
I medicinali antivirali: Il terzo strumento che sarà disponibile saranno i medicinali antivirali: fino ad oggi la ricerca nel campo farmaceutico ha privilegiato gli antibiotici rispetto agli antivirali, ma gli investimenti nel campo stanno cambiando la tendenza, e la catastrofe del covid19 accelererà la transizione.
La priorità politica e culturale attuale è prevenire e vincere la caduta di tensione morale, la depressione sociale generata dalla lunga interruzione operativa imposta dalla necessità di contenere la pandemia: un debito di ottimismo nei confronti delle generazioni future non molto diverso dal credito di ottimismo che la generazione uscente ha ricevuto dopo la Seconda Guerra Mondiale e che ha istruito la ricostruzione post-bellica e il rinascimento economico-sociale della seconda metà del secolo scorso.
lorenzo matteoli