Eugenio Scalfari, fondatore de La Repubblica, un po’ velato dalla nuova proprietà, non rinuncia al ruolo di “kingmaker” e sulla Repubblica di oggi, primo nel teatro politico nazionale, butta nell’Arena i nomi: Conte, Draghi, Prodi, Letta, Gentiloni.
Una lista un po’ bizzarra, per essere cortesi. Lasciando da parte la cortesia, poco adatta al contesto ruvido dello scontro aperto, di seguito propongo qualche considerazione su ognuno dei candidati di Scalfari, mescolando le mie speranze con qualche elemento pratico.
Conte: Scalfari lo ha messo in lista con un gesto elegante, ma l’avvocato primo ministro non ha la dimensione storica, politica, culturale e umana per entrare in quella lista. Non lo voterà mai la destra, non lo votano i grillini, non lo vota il PD. Non so bene chi resta, ma credo siano proprio pochi. In una classifica da meno 5 a + 10 darei a Conte – 4 punti. (Dico menoquattro.)
Draghi: sarebbe anche il mio candidato. Ha la dimensione storica, culturale, politica e umana. L’autorevolezza e la competenza. Ragioni per le quali meriterebbe nella classifica il punteggio massimo di +10. Proprio per questa ragione è un candidato che fa paura, perchè non è controllabile dalla palude parlamentare. Non è inoltre certo che accetterebbe la candidatura, e avrebbe molte buone ragioni per non accettare l’enorme rischio che per lui rappresenterebbe quel ruolo.
Prodi: Anche Prodi viene messo da Scalfari nella rosa dei nome per una questione di buon gusto, ma senza nessuna vera convinzione. Nel Curriculum di Prodi ci sono molte ombre, e un bagaglio politico decisamente pesante e non nel senso positivo. Nella mia classifica Prodi vale +1. Forse menodue.
Letta: detto anche “stai sereno“. Colto, politicamente attrezzato, debole sul piano umano, molto accademico e oggi distante dalle piazze. Storicamente poco significativo. Chi potrebbe votarlo? Non il PD, non la destra, non i grillini. Restano pochi. Nella mia classifica non supera i 3 punti positivi.
Gentiloni: Esce bene dalla sua storia parlamentare e di primo ministro, ma non in modo smagliante e glorioso: un bel grigio. Politicamente e culturalmente qualificato ma svantaggiato dalla carica europea che lo tiene distante dalla piazza italiana. Nella mia classifica merita un 7 positivo.
Per antica tradizione i primi nomi che si fanno vengono sempre massacrati dalla storia. ..e c’è sempre il pericolo lo di una candidatura esterna bruciante 5Stelle tipo Grillo o Di Maio. Escluderei comunque Crimi e Lezzi, ma su Appendino e Raggi starei attento…una donna per presidente è una botta vincente!
Draghi non è un uomo politico, farebbe come Necker
Marco
Penso anch’io …