L’orrore di Colleferro

C’è una responsabilità collettiva, del paese, della sua cultura sociale e alla fine di tutti in quello che è successo a Colleferro: un giovane di 21 anni pestato a morte da quattro mostri violenti, ripugnanti.

Questi episodi, e se ne sono letti molti nelle cronache italiane recenti, hanno la sconcia mano esecutiva di quattro orrendi massacratori che sono però la punta di un iceberg profondo che interessa molti strati della società italiana.

Il mare nel quale nuotano i mostri: il silenzio, il disinteresse, l’accettazione acritica, l’implicita approvazione per una serie di manifestazioni e comportamenti che sono accessori e premessa per manifestazioni estreme orrende come quella di Colleferro. Manifestazioni e comportamenti che alla fine determinano il ribrezzo dei picchiatori palestrati ,”di buona famiglia”, di Colleferro.

Il bullismo nella scuola, la violenza delle tifoserie negli stadi e fuori dagli stadi, la violenza delle frange che si insinuano nelle manifestazioni politiche e nei cortei (i black blocks), la violenza verbale di alcuni partecipanti correnti ai talk show televisivi…la violenza, vigliaccamente truccata da moderato buonsenso di alcune proposte di partiti e di ministri della Repubblica Italiana…la violenza dei novac, dei nomask, dei notav…

C’è una vergognosa continuità tra queste manifestazioni, colpevolmente o silenziosamente accettate come “normali” e la vergogna nazionale di Colleferro e so bene che questa mia affermazione scatenerà il dissenso e la denuncia dei difensori di una immagine oramai inaccettabile della democrazia reale.

Denunciare questa continuità è oggi una assoluta priorità.

Se gli assassini di Colleferro sono italiani, io mi vergogno di esserlo.

(lorenzo matteoli)

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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