Ci si chiede, con buone ragioni di scetticismo, come può un movimento di opinione che rifiuta e contesta il concetto e le implicazioni della democrazia rappresentativa, partecipare al governo di un paese le cui istituzioni sono solidamente basate e istruite sul concetto di democrazia rappresentativa ovvero di democrazia dove il potere e la responsabilità di esercitarlo dei deputati derivano dalla delega che hanno ricevuto come soggetti eletti da popolo.
La ovvia contraddizione tra essere eletto per rappresentare e il negare la responsabilità e i doveri di rappresentare è macroscopica. Il conflitto con il vincolo al quale i ministri della repubblica giurano fedeltà è mostruoso.
In questa contraddizione, dirimente, si colloca la crisi del Movimento 5S: alleato in un governo di coalizione, ma latore di un non-mandato che di fatto nega il principio fondamentale sul quale si basa la responsabilità che gli è stata delegata.
Questo il motivo ineludibile della inaffidabilità dei deputati 5S in Parlamento e dei ministri 5S al governo.
Mentre è congruente la competenza di deputati latori di progetti/manifesti rivoluzionari, che riconoscono il mandato di rappresentare chi li ha eletti, non è competente chi nega concettualmente questo mandato.
Una contraddizione sostanziale e matrice di ogni sorta di aberrazione.
Chi nega e contesta il principio sul quale si basa la sua responsabilità non può far parte di un parlamento e di un governo istruiti sulla base di questo principio.
lorenzo matteoli