Ecco la riflessione di Karl Mannheim da Ideology & Utopia (edizione originale in tedesco del 1929)

The first point which we now have to emphasize is that the approach of the sociology of knowledge intentionally does not start with the single individual and his thinking in order then to proceed directly in the manner of the philosopher to the abstract heights of “thought as such.” Rather, the sociology of knowledge seeks to comprehend thought in the concrete setting on an historical-social situation out of which individually differentiated thought only very gradually emerges. Thus it is not men in general who think, or even isolated individuals who do the thinking, but men in certain groups who have developed a particular style of thought in an endless series of responses to certain typical situations characterizing their common position.
Strictly speaking it is incorrect to say that the single individual thinks. Rather it is more correct to insist that he participates in thinking further what other men have thought before him.

(Traduzione di lm )
Prima di tutto bisogna sottolineare che la sociologia della conoscenza non si basa sul singolo individuo e sul suo pensiero per procedere poi, come fa il filosofo, alle sublimi astrazioni del “pensiero in sé”. La sociologia della conoscenza cerca piuttosto di comprendere il pensiero nel quadro concreto della situazione storica e sociale dalla quale emerge, solo in modo graduale, il pensiero individualmente differenziato. Quindi non sono gli uomini in generale che pensano, e nemmeno singoli individui che pensano, ma gli uomini in certi gruppi che hanno sviluppato un particolare modo di pensare in una serie senza fine di risposte a determinate situazioni caratteristiche della loro comune posizione.
In senso stretto non è corretto dire che l’individuo singolo pensa. È più corretto ribadire che partecipa nel pensare ulteriormente quello che altri hanno pensato prima di lui. 

Quindi la mia dilatazione del concetto nella nota del 23 ottobre:

Come scrive Karl Mannheim (Ideologie und Utopie, 1929) non si è mai soli nella elaborazione del pensiero: ognuno pensa nell’ambito di un grande fiume di pensiero collettivo, senza necessariamente comunicare in modo diretto, ma sulla base di un “senso comune” che in modo ineffabile, ma sicuro, deriva dalla storia corrente, dai fatti, dalle cose che succedono, alle quali si reagisce con omologa sinergia.

lorenzo matteoli

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...