
Casellati e Salvini champagne e lingua
Nel suo ributtante intervento in Senato Salvini toccando il fondo della sua laida cultura
Augura rapida morte ai senatori a vita. Una vergogna inaudita. I Leghisti servi della cialtroneria…applaudono. (il video dell’intervento è stato cassato dal web)
La Presidente del Senato Casellati, invece di censurare severamente la schifezza della battuta nazifascista richiama Salvini definendo l’intervento “inappropriato”, ovviamente anche lei paurosa e serva dell’arroganza rivoltante del Salvini.
Avrebbe dovuto espellerlo dall’aula.
Queste forme di asservimento sono quelle che portano al potere la peggiore feccia politica su piazza. È una nota procedura storica (cfr Hitler, Stalin, Peron, Franco, Salazar, Mussolini, Bolsonaro, Putin, Trump…) i leccatori investono con opportuni esercizi di lingua per garantirsi un futuro …
Brava Casellati….ad majora!
Lorenzo Matteoli
PS per decenza ho evitato la rappresentazione fotografica dell’operazione ho messo solo l’immagine della operatrice Casellati: lo sguardo adorante e il sorriso libido intensive dicono di più di 50 lingue…il capitano ovviamente ricambia.
rivoltanti e disgustosi, non capisco come si possa chiamare democratico un paese che permette la presenza al governo di elementi palesemente estremisti e razzisti
Veramente Salvini aveva esplicitamente citato Grillo, facendo notare a certi senatori a vita che avevano votato a favore di quelli che, per statuto – non – statuto – ma – statuto, si auguravano la loro liberatoria morte.
L’articoletto è una vigliacca manipolazione della verità, per l’intensità addirittura peggiore di quelle già sentite qui.
Notevole inoltre la finezza della didascalia alla foto e le “sottili” allusioni in chiusura. Un che di misoginia, per cui sul fatto di essere donna prevale quello di non essere di sinistra? Avessimo mai detto della Iotti che pendeva dalle labbra, e altro, di Togliatti? Fatto peraltro storicamente accertato. Ma certo, la misodestroginia, naturalmente autocertificata, è non solo accettabile, ma
Purtroppo questo blog si è rivelato un’accozzaglia di banalità alla ricerca di facile consenso. Come al solito. Siamo tutti congelati in terza media. Il figo dell’ultimo banco (o del banco agli antipodi dal 1993) che tira la bombetta puzzolente al momento del compito in classe, e che riceve l’ovazione dei più, quelli facili da raggiungere.
Tutto quello che scrive è roba di fegato, non di cervello, mi spiace per lei. Alla sua età, con le sue credenziali, mi aspettavo “insight” e “independent thought”, non un’altra telecronaca stile Caressa a una partita della Juve, oltretutto from down under. Ma perché fa questo? Whose back do you hope to straighten? One can only straighten his own back, not anybody else’s
Meno male che qualcuno s’incazza! Saranno banalità ma vedo che graffiano. Quale “insight” e quale “independent thought” si addicono al Papeetaro? Arrogante e sistematicamente bugiardo: per farsi capire bisogna scendere al suo livello, l’eleganza va riservata ad altri interlocutori.
La citazione di Grillo è una classica vigliaccata di uno che non ha il coraggio delle sue parole come la delega finale al 5Stelle successivo: un classico della miseria culturale del nostro.
La fotografia del brindisi Salvini/Casellati, con il sorriso vacuo di lei, spiega bene come mai invece di censurare severamente e di espellere la presidente del Senato preferisce definire “poco appropriate” le parole del Papeetaro. La tragedia italiana non è tanto la volgare arroganza del bugiardo Salvini quanto il 25% degli italiani che lo votano e quelli che lo difendono come il bravo Emanuele, che però non si firma e preferisce l’anonimato. Io metto il mio nome e cognome alle mie banalità e ai miei insulti. Lascia perdere le mie credenziali. Siamo diversi Emanuele.
Lorenzo Matteoli
Greetings.
1. Io non ho difeso Salvini, semmai ho difeso la Casellati.
2. Oggettivamente, il titolo del suo articoletto è una falsità. Salvini non ha augurato nulla a nessuno. Lei è libero di interpretare, ma allora scriva il titolo così: “Secondo me, nelle parole di Salvini si potrebbe configurare un concorso esterno in augurio di morte ai senatori a vita”. C’è una bella differenza, anche se non escludo che qualche magistrato ci stia pensando, in linea con il Pensiero Unico.
3. Per quanto riguarda il mio semi-anonimato, è lei che ha aperto un blog pubblico, non io. Ha già il mio nome e indirizzo email, come richiesto per inviare commenti. Immagino che abbia piena facoltà di pubblicare o no i commenti che riceve, e va benissimo. Se pubblica il mio, però, non può poi usare il mio “semi-anonimato” contro di me. Se mi fossi firmato Mario Rossi, avrebbe sospettato un nome falso, giusto? Franco Pittaluga, Ernesto Brambilla? Probabilmente leghisti. E così via, censurando, o, in alternativa, delegittimando a suo insindacabile giudizio.
4. Siamo tutti diversi, che scoperta. Ma forse lei voleva dire, senza averne il coraggio, che lei è meglio di me, povero “deplorable”. Dovrei essere rieducato, ed in caso di fallimento, soppresso (almeno nelle mie facoltà di votare ed esprimermi). La tragedia italiana non è la volgave avvoganza del bugiavdo, da cui ci si può difendere in modi molto semplici e democratici. La tragedia vera è quella dell’atteggiamento “I am holier than thou”, adesso purtroppo praticato perfino dai senatori a vita, che impedirà per sempre qualsiasi discussione costruttiva.
Mentre “costruttivamente” discute si lamenta che non si potrà più fare una discussione costruttiva.
La citazione di Grillo da parte di Salvini va letta come chiaro auspicio. Non basta il trucchetto della citazione. Non ho scritto che sono meglio: ho scritto che sono diverso. Io mi firmo Emanuele no. La Casellati che dichiara inappropriate le parole vergognose di Salvini è indifendibile e il suo sorriso con il bicchiere in mano spiega bene come mai.