
Siamo allo show down finale.
Fino a questo punto, dopo alterne vicende Renzi, il grande rompicoglioni, è in testa alla baruffa. Ma non ha ancora vinto.
Conte, logorato dalle dimissioni offerte troppo tardi, deve affrontare il passaggio al Quirinale in salita e controvento, ma non ha ancora perso.
La sintesi migliore del senatore Marcucci: “Matteo (Renzi) ha fatto bene, ma l’ha fatto male”. Altre battute significative: “Sarà una faticaccia!” e “Non ci sono premier a tutti i costi!” illustrano altri aspetti interessanti della situazione.
La palla (rovente) è in mano al Presidente Mattarella.
L’incarico a Conte per un ipotetico Conte.ter non riscontrerebbe le emergenze della crisi finora consumata il cui risultato potrebbe in sintesi essere
- Il Recovery Plan deve essere riveduto
- Le maggioranze che fanno capo a Conte sono fragili
- L’urgenza del momento è drammatica e richiede uno “scatto” in avanti
L’incarico a Franceschini (o simili) sarebbe un more of the same PD+5Stelle con eventuale dubbia assistenza di un mugugnante Matteo Renzi. Non proprio uno “scatto”, tantomeno in avanti.
La terza opzione implica da parte del Presidente Mattarella coraggio e creatività: deve individuare il nome e la formula che rappresentano la grande maggioranza progressista e moderata degli Italiani. La maggioranza fino ad oggi mai rappresentata nel teatro della politica italiana.
Aspettiamo, non senza tensione, la scelta che potrebbe segnare la svolta risolvente della via crucis fangosa che ha caratterizzato gli ultimi anni della Repubblica, o un’altra tappa di miserie.
lorenzo matteoli