È piccante lo scazzetto tra Concita e Zinga. Lei lo ha criticato per la leadership “bolsa”, lui si è irritato e l’ha qualificata di “radical scickeria”. Concita lo ha piallato perché “radical scick” è una terminologia stantìa (oggi usata solo dai leghisti e dalla destrastronza).
Evidentemente il Segretario del PD è troppo occupato nelle sue molte mansioni e non ha il tempo per aggiornare il suo linguaggio, ma dovrebbe anche sapere che azzuffarsi con una professionista della penna, per di più corazzata come Concita, se non hai strumentazione linguistica raffinata e up to date…”non è cosa”.
Non c’è mai stato buon sangue tra la sinistra “di zappa e di martello” e la sinistra intellettuale, accademica e “borghese”…. “ricca”. Un rapporto di reciproco sospetto e di finta stima a dirla bene. A scavare si potrebbe anche scoprire che questa “malaise” relazionale è una delle ragioni di fondo della crisi cronica della sinistra, non solo in Italia.
Lo zoccolo duro del Partito, “di zappa e di martello”, che nonostante tutti i cambiamenti è sempre rimasto solido PCI, ha sempre sospettato la sinistra borghese come non qualificata ad essere di sinistra (il famoso “Vengo anch’io, no, tu no!” di Enzo Jannacci). La sinistra dei professori e dei “garantiti” ha sempre intimamente ritenuto lo “zoccolo duro” responsabile del ritardo ideologico del Partito. Avevano ragione tutte e due le parti: è clamorosamente mancato il “mediatore”. Enrico Berlinguer ci provò, ma non fece in tempo. Matteo Renzi invece di “mediare” fece un massacro. Siamo ancora in mezzo al guado.
Che Concita, dal curriculum di sinistra-sinistra inappuntabile, appartenga alla categoria “intellettuale” è peraltro fatto incontrovertibile. Se non altro perché non è sicuramente né di zappa, né di martello. Ma altrettanto certo è che non può venire qualificata come “radical scick”. Non scrive su “Vogue” e nemmeno su “Novella 2000”, ma su un monumento della sinistra-sinistra granitica istituzionale come La Repubblica è oramai riconosciuta.Cioè: se scrivi su La Repubblica sei di sinistra. Punto.
La verità è che nel momento stesso in cui si aggettivano le diverse plausibili o presunte sinistre, si corre il rischio di venire “aggettivati”…in peggio.
Forse tutte le aggettivazioni sono “ammuffite” e sarebbe opportuno evitarle, anche per favorire un loro superamento sostanziale.
Da tempo auspicato.
lorenzo matteoli
Senza contare il fatto che alla povera Concita hanno pignorato casa e redditi per ripianare i debiti della casa editrice de l’Unità (di cui è stata direttrice per anni), dopo il suo fallimento!