Spunta sul Fatto Quotidiano di Travaglio, con il manifesto di Libertà e Giustizia, “l’opposizione” al governo Draghi, firmato dai “benpensanti” soi disant della sinistra comoda e garantita (leader indiscusso Gustavo Zagrebelsky).
I firmatari si autoproclamano autentici (e secondo loro unici) portatori di un “orientamento progressista”. Qualificano come “imboscata” l’inevitabile fallimento dell’ipotesi Conte 3 (4, 5, 6 …) e definiscono “grancassa mediatica” i giornali che hanno accolto positivamente la decisione del Presidente Mattarella di chiamare Mario Draghi.
Ignorano la ambiguità e le contraddizioni del personaggio Conte “firmatutto”, ignorano la documentata inesistenza di un quadro politico capace di esprimere una qualunque maggioranza, ignorano lo sfascio dei 5Stelle e il trasformismo inaffidabile della Lega e lanciano allarme e preoccupazione per il pericolo per la democrazia rappresentato dal Governo Draghi evocando la figura dell’”uomo forte”… etc. etc.
Questo gruppo appartiene a una finta “sinistra”, in realtà da sempre vera base di potere ufficioso, che si potrebbe definire come “la vera democrazia siamo noi tutti gli altri sono fascisti”.
Ignorano la loro responsabilità di qualunquisti e garantiti intellettuali “organici” sullo sfascio del quadro culturale-politico italiano degli ultimi 30 anni e si arrogano il ruolo di supponenti moralisti che “denunciano con forza” (sic!) la deriva della cultura politica (che loro da sempre rappresentano, informano e strutturano).
Tutto il documento pubblicato (e molto probabilmente sollecitato) da Travaglio, è un luogo comune di banalità assolutamente astratto dalla realtà di quello che sta avvenendo e di quello che sta facendo Mario Draghi (pandemia, ristori, accordi con i sindacati, riorganizzazione strutturale della Protezione Civile etc). Azioni dalle quali sono, giustamente, tagliati fuori in quando primi responsabili centrali del degrado culturale, ideologico che ne è la matrice.
Preoccupa l’allineamento di questo manifesto dei benpensanti soi disant di sinistra con l’articolo di Marco Revelli sul Manifesto del 7 Marzo che ho commentato giorni fa: esiste un diffuso qualunquismo nella “sinistra” marginale ciecamente convinta del suo ruolo da non rendersi conto di non saper leggere la realtà dei fatti.
Mario Draghi non fa parte del “paradigma”, è “altro” e Zagrebelsky e i suoi amici non se ne sono o accorti, e continuano a cantare la loro canzone vecchia e storicamente irrilevante.
lorenzo matteoli
** traduzione: cane che abbaia sotto l’albero sbagliato
Caro Lorenzo, sono totalmente d’accordo con la tua analisi e i tuoi commenti. Un saluto
Beppe
Grazie Beppe del supporto: saperti lettore mi lusinga e responsabilizza!! Hugs, LM