
La risposta di Salvini al severo richiamo di Mario Draghi che chiede di evitare “miope visioni di parte” è un tratto caratteristico del vuoto culturale che connota la linea politica del segretario della Lega, che ha dichiarato: “Nei sondaggi cresco”.
Un atteggiamento che ricorda un protagonista della vita politica/culturale di Torino negli anni 80-90: il professor Luciano Gallino sociologo di fama, purtroppo molto spesso compromesso dalla sua ansia di servire il potente (in allora) PCI torinese.
Il prof. Gallino, nel mezzo della battaglia mediatica sul nuovo stadio torinese (Delle Alpi) pubblicò un articolo, molto probabilmente commissionato, sulla Stampa di Torino, nel quale dichiarava che, secondo una indagine condotta dal suo istituto, i Torinesi, alla domanda se preferissero uno stadio o un ospedale avevano risposto, a grande maggioranza, che preferivano l’ospedale.
A domande sciocche, risposte cretine.
La domanda era ovviamente faziosa, oltre il limite della sciocchezza, e ignorava che con il nuovo stadio si sarebbe riqualificato l’intero settore Nord Ovest di Torino, da secoli umiliato da pesanti servitù (campo nomadi, mattatoio municipale, sardigna municipale, prigione delle Vallette,…). Il tutto utilizzando i fondi di una legge nazionale[1] e il contributo del concessionario privato, con in pratica zero oneri per il contribuente torinese. Lo spostamento dello stadio alle Vallette vicino all’uscita delle autostrade, avrebbe inoltre liberato la città dal traffico delle partite, dalle risse dei tifosi e liberato la Piazza d’Armi, oramai zona residenziale di qualità, da una pesante schiavitù settimanale.
Tutte cose che si sono poi puntualmente verificate con enorme vantaggio per Torino e per l’Amministrazione della Città, per gli abitanti del Nord Ovest Torinese e del comprensorio della Piazza d’Armi. Vantaggio oggi solidamente documentato nella prassi funzionale urbana e nell’economia di Torino.
Ecco perché la risposta del Segretario della Lega, che cita sondaggi strumentalmente dettati dalla settarietà demagogica, ricorda la settarietà del noto sociologo torinese.
Un sociologo accademico e un politico tutti e due ugualmente umiliati dalla stupidaggine della demagogia.
Decidere e governare il pubblico interesse sulla base della demagogia e dell’asservimento acefalo alla foia populista è quanto di peggio possa fare chi è responsabile del bene comune.
lorenzo matteoli
[1] Non poca cosa: 30 miliardi di vecchie lire della legge Capria per i mondiali di calcio del 1990, 200 miliardi di lire di contributi governativi per opere di urbanizzazione finalizzate allo svolgimento dei mondiali (nuove linee di trasporto, allacciamenti, sottopassi, copertura trincerone FFSS, illuminazione, stazione ferroviaria alle Vallette), contributo della concessionaria per la costruzione dello Stadio oltre 30 miliardi di vecchie lire.