Cacciari e Agamben: pericolosi discriminatori

Nuvole discrininanti

Il “Diario della crisi” riprende le sue pubblicazioni con un testo di Giorgio Agamben e di Massimo Cacciari su un tema delicato e controverso, nel rinnovato auspicio di favorire il dibattito e la riflessione critica.

A proposito del decreto sul green pass

La discriminazione di una categoria di persone, che diventano automaticamente cittadini di serie B, è di per sé un fatto gravissimo.

Il  seguito dello scritto dove i due filosofi accusano il  green pass di essere un pericoloso strumento di discriminazione si trova a;

www.iisf.it/index.php/progetti/diario-della-crisi/massimo-cacciari-giorgio-agamben-a-proposito-del-decreto-sul-green-pass.html

Questo scritto di Cacciari e Agamben è una surreale fantasia

Se il green pass è discriminatorio così lo sono i seguenti documenti: passaporto, carta di identità, diploma di terza elementare, diploma di maturità classica (un po’ meno quello di maturità scientifica), diploma di istituto tecnico, (geometra, perito agrario, elettricista idraulico …) diploma di laurea, tessera di ex alpino …etc. etc.Tutti documenti che attestano che il titolare ha seguito un certo iter di studi o ha fatto un determinato servizio militare (Alpini, Polizia, Bersaglieri, Marinai…). I documenti elencati implicano certi diritti dei titolari e ne escludono altri e implicano alcuni doveri.

I geometri non possono progettare grattacieli e gli architetti non possono firmare dighe, gli ex-alpini è meglio che non vadano ai raduni degli ex-marinai…

Sono quindi documenti discriminatori secondo il criterio Cacciari/Agamben.

Come l’abbonamento al treno Torino Milano che discrimina i viaggiatori pendolari Milano Firenze e limita i titolari ad andare solo tra Torino e Milano. Intollerabile!

Cacciari e Agamben hanno sofferto di un momento di sonnolenza critica (quandoquidem dormitat ipse Homerus), forse drogati dalla nota sindrome di ipercomunismo intellettuale innescata dalle squallide minoranze salviniane urlanti sulle piazze italiane che reclamano la libertà di appestarsi e appestare. O dal timore di non essere sufficientemente di sinistra. 

Cacciari e Agamben non sembrano preoccupati da un altro gruppo pericoloso e non identificabile (segreto quindi) che girerebbe per le strade e le piazze italiane: il gruppo dei non vaccinati. 

Come si qualifica questo pericoloso gruppo discriminato o discriminante?

Sarebbe un interessante pensiero di Cacciari e Agamben. A mio avviso sono pesantemente discriminanti perché potenzialmente condannano a morte i loro stessi sodali. Non male come ferocia discriminante.

Cacciari e Agamben cinque meno meno.

Mi fermo qui… (per citare un’autorevole fonte).

lorenzo matteoli

PS Cacciari e Agamben hanno aperto una voragine! Mi risulta che siano in gestazione numerosi movimenti NO-FUCK ALL:

NO-SEM sull’abuso discriminante dei semafori stradali

NO-STRISC sull’intollerabile dittatura stradale delle strisce pedonali

NO-SENSUNIC sulla violenta discriminazione dei sensi unici

NO-TAX sulla schifosa discriminate arroganza della dittatura fiscale (enorme successo questo)

etc. etc. ….Mi Fermo Qui…(MFQ)

ovvero: la buttiamo in Cacciari

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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Una risposta a Cacciari e Agamben: pericolosi discriminatori

  1. Alessandro Montani ha detto:

    Ad ogni uscita che ha fatto sulla pandemia, Agamben ha perso un’occasione per tacere. Non so se hai letto anche altri suoi testi dell’ultimo anno e mezzo, ma io son convinto che Agamben abbia una paura tremenda dei medici. Il suo amico filosofo Jean-Luc Nancy a febbraio scorso commentava così il primo intervento di Agamben: “Quasi trent’anni fa, i medici hanno giudicato che dovessi sottopormi a un trapianto di cuore. Giorgio fu una delle poche persone che mi consigliò di non ascoltarli. Se avessi seguito il suo consiglio probabilmente sarei morto ben presto. Ci si può sbagliare.”
    A onor del vero va aggiunto che subito dopo Nancy aggiungeva e concludeva “Giorgio resta uno spirito di una finezza e una gentilezza che si possono definire – senza alcuna ironia – eccezionali.”
    Ancora a onor del vero, aggiungo che libri di Agamben ne ho letti e spesso riletti parecchi e non ritengo di aver perso tempo.

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