
L’analisi, alla fine della bagarre sulla riforma Cartabia, conferma i sospetti: Conte ci ha provato, con l’assist dell’ala reazionaria dei 5S. I Black Block del Parlamento della Repubblica. Il blocco finto rigorista sulla prescrizione, l’invocazione falsa, sulle migliaia di processi di mafia che sarebbero andati in prescrizione, è stata smantellata dalla fermezza di Draghi e molto probabilmente da una violenta incazzatura telefonica di Di Maio che deve aver dato a Conte un aut-aut durissimo. Ma comunque resta il fatto gravissimo che Conte ci ha provato.
Il non-leader furbetto pugliese sperava di poter organizzare “la spallata” a Draghi, roso dalla frustrazione dell’uomo mediocre e dalla sindrome dello “scartato”, reduce ancora sanguinante dalla zampata dell’Elevato (non ha visione politica e non ha capacità manageriali) era alla disperata ricerca di una “vendetta” e con il motore a 6000 giri alimentata da invidia a 98 ottani ha puntato contro Draghi.
Gli è andata male è stato spappolato dal sorriso ingualcibile del primo ministro di velluto tagliente.
La legge della politica ricattuale è che chi tenta il colpo e non ce la fa si è tagliato le palle con le sue mani.
La perdita di credibilità di Conte è totale, se ne era rimasta dopo sei mesi di componimenti su carta dei valori e statuti (tutti bocciati 5 meno meno dall’Elevato) e dopo questa maleodorante avventura di bugie, ricatti e tentativi bolsi di spallate. Come reliquato continuerà a fare danni fino a quando non verrà finalmente azzerato dalla somma della sua pochezza con il peso dei suoi brutti errori.
Resta da vedere fino a quando la sua mediocrità sarà tollerata/coltivata dal caravanserraglio degli altri mediocri.
lorenzo matteoli