LA VERGOGNA DI KABUL

15 Agosto 2021

Quello che succede a Kabul supera tutte le previsioni catastrofiche che erano state fatte. Si presumeva che nei contatti tra Pompeo (Segretario di Stato USA) e i Talebani si fossero stabilite delle regole, ma evidentemente questo non è avvenuto. Ci si chiede di cosa abbiano parlato, i vertici USA con vertici Talebani.

Gli americani pensavano che con la loro uscita dall’Afghanistan sarebbe stato difeso dall’esercito del Presidente Ghani e che non ci sarebbero stati problemi di sorta.

Tutti sapevano a Kabul dal Presidente Ghani (fuggito) fino all’ultimo lavapiatti che usciti gli americani, usciti gli inglesi e gli italiani i Talebani sarebbero tornati. Tutti lo sapevano ma non i servizi di intelligence USA con le centinaia di superesperti  profumatamente pagati per analizzare, prevedere, programmare.

Nulla è stato previsto: il collasso e la resa in blocco dell’esercito Afghano istruito e preparato dai consiglieri e istruttori USA, il massiccio esodo delle centinaia di migliaia di famiglie afghane che rischiano di venire sgozzate secondo il rito islamico, le centinaia di migliaia donne che rischiano il regolamentare stupro shariatico. Tutti eventi sui quali si poteva scommettere senza rischio non sono stati previsti dalle geniali super pagate legioni di futurologi della CIA e delle altre decine di agenzie al soldo del Pentagono.

Biden, letargico, svegliatosi dal sonno ha mandato (ieri) 6000 (5000+1000) marines a difendere l’aeroporto di Kabul per garantire nei limiti del possibile l’esodo catastrofico.

Troppo tardi. Dopo i primi pochi aerei tutto è bloccato e non si esclude che anche i 6000 marines potrebbero essere fatti prigionieri dai guerriglieri in ciabatte, all’assalto sui motorini. Pompeo forse dovrà negoziare la procedura per il rilascio. Con il coltello alla gola.

Le centinaia di migliaia di Afghani ammassati all’aeroporto bloccato, con i loro bagagli e con tutti i soldi che erano riusciti a recuperare dalle banche per la fuga sono sistematicamente spogliati di tutto da bande di rapinatori che pagano la tangente ai Talebani di guardia per avere accesso al ricco bottino. Mentre i seimila marines assistono inutili.

Quello che sta avvenendo a Kabul fa impallidire i precedenti storici di Dunkirk, Danang e di Saigon e a lungo si discuterà di errori, colpe e responsabilità. Tutti pesanti e quasi tutti di esclusiva competenza USA. Un orrendo vergognoso tradimento.

Gli Stati Uniti pagheranno un prezzo storico pesantissimo per la vergogna di Kabul. La perdita della credibilità, di autorevolezza, di prestigio morale sarà il loro marchio per decine di anni a venire.

Più pesante sarà il prezzo che pagheranno gli Afghani: centinaia di migliaia di esecuzioni sommarie, decapitazioni, sgozzamenti, rapine, stupri, schiavitù, torture, giovani donne condannate all’ignoranza, allo sfruttamento sessuale violento di una delle interpretazioni più vergognose e criminali del dettato fanatico dell’islam.

La riflessione da fare: come ha fatto la nazione emblema della democrazia liberale, quella che, nel 1941, ha mandato i suoi ragazzi a morire in Europa per salvarla del nazifascismo a trasformarsi nella mostruosità attuale nel giro di due generazioni (80 anni).

Dove è nato il verme ideologico culturale che ha innescato la oscena metastasi?

Ogni segno preliminare, ogni vago sintomo di deviazione, deve essere identificato e stroncato sul nascere. Ogni embrionale arroganza e stupida volgarità totalitaria deve essere sterilizzata prima che diventi pericolosa.

lorenzo matteoli

Andrea Ketoff commenta:

Ciao Lorenzo, pessimi (ancora una volta!) gli americani, ma non mi sorprende. Due osservazioni sulla vicenda:

1. la prima è che l’outsourcing delle funzioni militari ai contractors, cresciuto smisuratamente con le guerre in Irak e Afghanistan, ha impedito alla macchina militare Usa di rispondere prontamente all’emergenza logistica degli ultimi due giorni a Kabul. Ormai la guerra afgana era una manna per i contractors: la privatizzazione delle guerre le fa durare all’infinito ma è allo stesso tempo garanzia del loro fallimento — visto che molte competenze vitali, e capacità di deployment e risposta, vengono affidate a membri esterni alla catena di comando. 

2. nel discorso di ieri sera Biden ha rivelato un cambiamento radicale della politica Usa: non saremo più i cops of the world (I will not repeat the mistakes we’ve made in the past. The mistake of staying and fighting indefinitely in a conflict that is not in the national interest of the United States, of doubling down on a civil war in a foreign country, of attempting to remake a country through the endless military deployments of U.S. forces. Those are the mistakes we cannot continue to repeat because we have significant vital interest in the world that we cannot afford to ignore). Laddove vital interest si riferisce a pandemia/salute e climate change.

Bene, prendiamone atto e rallegriamocene. Ormai è evidente dalla storia degli ultimi sessant’anni che gli Usa non hanno il know-how, né la capacità tecnica, per fare i cops of the world. Come non ce l’hanno per fare i cops delle loro città e dei loro ghetti. 

E con il suo pragmatismo post-trumpiano, mi sembra che Biden ne sia ben consapevole. Accetta la figuraccia e va avanti. “The buck stops with me”.

Ovviamente si troverà contro le lobby militari, finanziarie, dei contractors, degli industriali delle armi e quant’altro. E infatti a quelle ha parlato ieri sera. Anche perché ha ben capito che deve (e può) cogliere l’occasione del Covid — con i suoi milioni di morti — per cambiare il ruolo degli Usa nel mondo.

Ciao, A.

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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