Massimo Giannini denuncia su La Stampa “Il Momento Europa” che ci sta sfuggendo.
Tutto il contesto corrente è cupo: l’anniversario tragico dell’attacco alle Torri di New York, la sua cupa celebrazione con la fuga da Kabul, la rifondazione del Califfato del terrorismo islamico in Afghanistan, il Pianeta sconvolto dalla peste pandemica fuori controllo, l’irresponsabile demagogia della feccia politica che incoraggia la demenza no-vax, la cripto guerra civile fra repubblicani e democratici in America, le migliaia di morti affogati nel Canale di Sicilia nel disperato tentativo di fuggire dalla fame e dalle guerre africane…l’Europa latitante.
L’Italia che rischia di cadere nelle mani di una destra reazionaria, razzista, arrogante e medievale a causa del vuoto litigioso di una sinistra senza visione e senza iniziativa, in parte chiusa nella veteroarroganza dogmatica.
Come scrive Giannini: se il cielo dell’America è vuoto quello dell’Europa non è molto popolato.
Nella storia ogni fase, gloriosa o di miseria è il prodotto, la conseguenza accidentale e affatto indeterminata dei tempi che l’hanno preceduta. Non è quindi inutile chiedersi dove sono le radici, le origini non progettuali, la cultura matrice ineffabile della tragedia di oggi.
Tragedia oggettiva e innegabile priva di progetto e di volontà, che non implica sequenze deterministiche, responsabilità specifiche, ma che è nelle cose e nei fatti.
Trump è la conseguenza non voluta degli anni 60 e 70, Salvini è la conseguenza imprevedibile degli anni 80 e 90.
Nel proporre questa idea so bene di correre il rischio di venire accusato di “determinismo” una bestemmia per molti.
Ma le conseguenze accidentali della complessità storica lette in retrospettiva sono diverse dalla posizione determinista…e mi fermo qui, lasciando ad altri il divertimento del dibattito che si aprirebbe. Un modo per cogliere la provocazione “sospesa” nelle ultime parole dello scritto di Massimo Giannini:
… prendo in parola Bruno Le Maire, il ministro delle Finanze di Macron, che a Cernobbio ha detto questo: «Cosa vogliamo essere? Qual è l’approccio strategico con il quale vogliamo guidare i nostri popoli? Io rifiuto l’idea che l’Europa sia solo un mercato comune. Noi siamo molto più di questo. Noi siamo un progetto politico. Noi siamo un sogno politico. L’Europa si batte per la pace e la solidarietà. L’Europa non si batte per le democrazie illiberali: le democrazie sono liberali, o non sono… Ecco cos’è il “Momento Europa”. Se ci sfugge, ancora una volta, non saremo.
Ecco la sospensione: …“Non Saremo”, il massimo dell’ignavia.
Due sono le grandi sconfitte/fallimenti del secolo scorso: il comunismo e il capitalismo. Come tutte le semplificazioni anche questa è una grande banalità, sulla quale si sono investite tonnellate di carta e non è il caso di aggiungerne. Tutti e due i fallimenti sono caratterizzati da un tratto comune: non sono stati in grado di elaborare e svolgere una loro decente, civile continuità. Questo il vuoto che segna la crisi attuale. Bruno Le Maire parla di un sogno politico di un progetto politico che però non esistono se non sulla carta di qualche filosofo utopista.
L’Europa che non è “solo un mercato comune”, che non è solo “una moneta comune” è rimasta nella visione di Helmut Kohl e François Mitterrand muti davanti alla tomba di Carlo Magno.
L’Europa dell’Euro e del mercato comune è ancora divisa di fronte ai grandi problemi del Pianeta: degrado ambientale, catarsi del cambiamento del clima, fuga dall’Africa, terrorismo islamico e reazionario, miseria, fame, violenza privata e sociale.
Il Momento Europa ha il suo progetto e il suo sogno: aspetta un Governo capace di assumersene la responsabilità.
lorenzo matteoli