I CONTI SENZA L’OSTE DI Paolo Becchi

Riedizione 2021


data dello scritto originale Marzo 28, 2016

Imparare a fare i conti

Paolo Becchi, (nato a Genova nel 1955) filosofo, sociologo, professore è stato fino al 2013 l’ideologo dei 5Stelle. Ha poi abbandonato il Movimento (o è stato ricusato da Grillo) e si è avvicinato alla Lega. Non risulta dalla sua biografia una competenza in economia e dall’articolo sul Fatto Quotidiano al quale mi riferisco si capisce che  di economia capisce proprio poco. Scrivevo il mio commento quasi sei anni fa, ma la velenosa efficacia degli scritti di Becchi e di “economisti” come Borghi ha prodotto guasti che ancora oggi appestano l’opinione pubblica. Questo il motivo della riedizione al 2021 per i miei 36 lettori (L. Matteoli)

A me sembra che Paolo Becchi (articolo sul Fatto Quotidiano) faccia i conti senza l’oste. L’Italia non è un’isola, né fisica, né geografica, né economica, né finanziaria, né sociale, né commerciale, né politica. Siamo parte di un sistema complicato, complesso, dinamico, articolato, pesante.

La ridenominazione del debito in nuove lire, e la nuova lira che lui ipotizza, è in realtà un Euro “ridenominato” e dovrà fare i conti con il “mercato”.

È buffo (in realtà è una tragedia) che un giornalista colto e informato pensi che il cambio di una moneta possa essere “fissato” dalla Banca Nazionale emittente e su questo puerile assunto basi tutta la sua teoria sull’ipotetica uscita dell’Italia dall’Euro. Paolo Becchi pretende inoltre che i suoi lettori siano tutti poveri scemi che non si rendono conto della stupida assunzione: vivere nell’isolamento della redazione del Fatto Quotidiano evidentemente non giova. Non pretendo che un giornalista che scrive di moneta e di finanza legga l’Economist o il Financial Times (bisogna conoscere l’inglese), ma che vada almeno al bar e chiacchieri con un qualunque avventore…se non vuole leggere nemmeno il Sole 24ore.
La nuova lira, qualunque sia il valore del cambio fissato dalla Banca d’Italia, verrà poi messa sui mercati commerciali e finanziari dai quali riceverà il suo effettivo valore rispetto alle  altre monete, credito di lungo termine, tassi di sconto etc.

Con quel valore  e con quei tassi l’Italia comprerà merci e venderà i suoi prodotti e da quel valore e da quei tassi verranno definiti debiti e crediti, transazioni finanziarie di breve e lungo termine e, alla fine, anche il potere di acquisto dei salari sul mercato interno: energia, benzina, medicine, computer, macchine utensili,  pane, carne, latte, scarpe, vestiti, telefonini… etc. Possono verificarsi due ipotesi.

A. Se i “mercati” riterranno l’Italia, (le sue banche, le sue industrie, i suoi governi, le sue istituzioni, la sua efficienza di sistema, la sua offerta tecnologica, i suoi costi di produzione, le sue università…i suoi trasporti, le sue infrastrutture, le sue centrali elettriche…)  competitive, affidabili, credibili sul breve medio e lungo termine le cose andranno benissimo e i ragionamenti di Paolo Becchi staranno in piedi.

I capitali affluiranno e compreranno avidamente nuove lire, il valore della “ridenominazione” verrà confermato …e oltre.

B. ma se così non fosse e se nessuno volesse comperare nuove lire il loro valore di cambio crollerà… e per comperare merci sui mercati stranieri i venditori chiederanno valute solide che l’Italia dovrà comperare pagandole care, oppure aumentare in modo consistente l’offerta di nuove lire…(si chiama svalutazione), e non saremo noi a controllarla e a sfruttarla. La subiremo con le relative conseguenze.

Il saggio di Paolo Becchi non descrive l’uscita dall’Euro e la gestione finanziaria e macroeconomica della nuova Lira, ma un’altra figura, abbastanza strana a dire il vero, Paolo Becchi ipotizza che si faccia una nuova lira uguale all’Euro e che il cambhio 1:1 venga confermato dai mercati: in pratica si tratta di un Euro travestito da nuova lira…ma il trucco, un po’ ingenuo, verrà rapidamente scoperto….show me the money

Lascio a chi mi legge la libertà di scegliere fra le due ipotesi sopra espresse e di trarre le opportune conseguenze.

Paolo Becchi è difficile che legga le mie note e, comunque, anche se le leggesse, non avrebbe la strumentazione conoscitiva per capirne le implicazioni a giudicare dalle fantasie del suo articolo sul Fatto Qutodiano.
https://www.youtube.com/watch?v=1O2CG41weCE

lorenzo matteoli

Informazioni su matteolilorenzo

Architetto, Professore in Pensione (Politecnico di Torino, Tecnologia dell'Architettura), esperto in climatologia urbana ed edilizia, energia/ambiente/economia. Vivo in Australia dal 1993
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